Storia, senza spoiler!

Recensione di Metal Gear Solid 5: Phantom Pain, l'ultima avventura stealth partorita dalla geniale mente di Hideo Kojima.

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a cura di Tom's Hardware

Storia, senza spoiler!

Fare una recensione di Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain senza toccare minimamente la storia è un'impresa difficile, ma è anche indispensabile per evitare spoiler e per non rovinarvi la sorpresa di scoprire di persona gli sviluppi della convoluta trama partorita da Hideo Kojima. Un marchio di fabbrica di questa saga.

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Phantom Pain si può considerare come il sequel di Metal Gear Solid 3: Snake Eater e di Metal Gear Solid: Peace Walker. Fortunatamente non c'è bisogno di rispolverare vecchie console, portatili e non, per godersi la storia di Phantom Pain. Merito di Metal Gear Solid: Ground Zeroes, un prologo che si può completare in circa due ore e che serve per introdurre le vicende di Phantom Pain. Il nostro consiglio è di cominciare la vostra avventura proprio con Ground Zeroes, in modo da prendere confidenza con i controlli ed arrivare preparati nel migliore dei modi al nuovo capitolo, partendo dal salvataggio del gioco precedente.

In Phantom Pain vestirete i panni di Big Boss, e non di Solid Snake, le cui vicende sono state raccontate ampiamente in Metal Gear Solid 1, 2 e 4, tre giochi ambientati dopo le avventure di Big Boss. Confusi? Non siete i soli. Tirare le fila di questa saga è in effetti abbastanza complicato, e soltanto chi ha un vivido ricordo delle vicende dei capitoli precedenti potrà cogliere le più piccole sfumature di questo titolo. Se non avete tempo o voglia di giocare ai vecchi titoli potete dare un'occhiata ad alcuni video su YouTube o ad alcuni documenti dei fan, che hanno provato a riassumere in forma scritta la storia del mondo di Metal Gear.

A prescindere dal modo in cui deciderete di approcciare Phantom Pain, una volta cominciata la vostra avventura vi ritroverete alle prese con un lungo e sensazionale prologo che si collega al finale di Ground Zeroes. Si parla di più di un'ora di sequenze interattive mescolate con momenti in cui non dovrete fare altro che osservare gli eventi sullo schermo, rigorosamente a bocca aperta per lo stupore. Hideo Kojima si è superato ancora una volta e ha creato qualcosa di unico. Mai prima d'ora si era vista infatti una sequenza introduttiva così lunga e coinvolgente.

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Probabilmente chi non vede l'ora di premere il grilletto e sparare ad ogni cosa che si muova resterà deluso e si lamenterà di voler giocare, non di guardare un film interattivo. Tutti gli altri, soprattutto i fan di Metal Gear, non potranno fare a meno di complimentarsi ancora una volta con Hideo Kojima. Se il suo obiettivo era d'incollare i giocatori allo schermo ci è riuscito benissimo.

Dopo questa parte vi ritroverete a fare i conti con sequenze d'azione al cardiopalma e rivelazioni che faranno luce su tutta la saga. L'anno in cui si svolge tutto questo è il 1984, un periodo storico contraddistinto dai conflitti fra Unione Sovietica e Afghanistan. Il vostro primo incarico nei panni di un "rinnovato" Big Boss è di salvare un vostro commilitone e cominciare a lavorare a una nuova Mother Base, la base strategica da cui comanderete ogni operazione, ma su questo punto ci torneremo più avanti.