Stranger Things 3 The Game Recensione

La recensione di Stranger Things 3 The Game, il gioco ispirato allo show Netflix disponibile su PC, PS4, Xbox One e Nintendo Switch.

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a cura di Yuri Polverino

Stranger Things
è sicuramente il prodotto pop del momento. Da pochi giorni disponibile su Netflix, la terza stagione ha macinato record dopo record, diventano uno degli show più visti di sempre sulla piattaforma leader per quanto riguarda lo streaming online.

In concomitanza con la release di questo terzo ciclo di episodi, ecco che Netflix, in collaborazione con lo sviluppatore BonusXP, porta su praticamente tutte le piattaforme da gaming (PC, PS4, Xbox, Switch) l'adattamento in pixel proprio di questa terza stagione. Si tratta di un gioco in visuale isometrica e in pixel art 16bit, il quale richiama proprio in scala 1:1 gli avvenimenti della serie, proponendoli letteralmente episodio per episodio.

Questo potrebbe in qualche modo essere il primo limite della produzione, la quale impedisce allo spettatore di godersi una cosa piuttosto che l'altra senza rovinarsi l'esperienza.

Nel senso: raccontando di fatto le stesse cose, se vedete prima la serie questa vi farà spoiler sul gioco, e viceversa. Vista l'anima dell'operazione, però, ci pare evidente che "l'ordine corretto" sia prima guardare lo show, poi buttarsi sul lavoro di BonusXP.

Cerchiamo di capire dunque cos'ha da offrire Stranger Things 3 - The Game, dalla struttura di gioco fino ai collezionabili: ottima "companion" della serie oppure occasione sprecata? Scopriamolo insieme.

Un gioco Sottosopra

A differenza di quanto visto nella versione mobile dello scorso gioco sempre dedicato a Stranger Things, questa volta BonusXP ha voluto fare le cose in grande. Questa nuova trasposizione della serie è infatti un gioco completo in tutto e per tutto, che si basa principalmente su esplorazione, back tracking e comparto narrativo. Se per quanto riguarda l’ultimo aspetto vi abbiamo già detto in che modo è composto, tutto il resto del gameplay merita un approfondimento.

In primis, la cosa che balza immediatamente agli occhi è la gestione dei personaggi giocabili, che sulle prime saranno pochi, ma che mano a mano che avanzeremo nella storia aumenteranno. Potremo quindi impersonale Lucas, Mike e Undici, ma anche Will, Hopper e tutti gli altri. Ognuno di loro gode inoltre di abilità specifiche, le quali vi permetteranno o di avanzare nella storia, oppure di accedere a zone altresì irraggiungibili, rappresentando di fatto un ottimo elemento per quanto riguarda il back tracking. A proposito di quest’ultimo, scendendo nelle profondità del gioco, ci siamo accordi di quanto sia scarno e molto ripetitivo.

Uno dei problemi di Stranger Things 3 – The Game è proprio la sua ripetitività, che non riesce quasi mai a trovare sfogo in dinamiche di gameplay inedito o di rottura. In poche parole, bisognerà semplicemente esplorare ad uccidere nemici a profusione, risolvendo di tanto in tanto dei puzzle ambientali mai troppo complicati.

La storia ci accompagna in modo gradevole nel corso delle ore di gioco, ma l’impressione è che ci fosse materiale e margine per creare qualcosa di più accattivante. A proposito di fascino e appeal, sicuramente l’elemento migliore in assoluto è il look del gioco, con la pixel art che aiuta a rendere unica l’esperienza, rendendola praticamente perfetta per una fruizione su console portatile, ovvero Switch – la versione che abbiamo recensito.

Per il resto, ad essere sinceri, c’è poco di più: quest principali che si alternano ad altre secondarie più o meno tutte simili fra loro, la varietà dei personaggi che viene presto sconfessata dalla scarsa utilità delle abilità, e una varietà d’azione ridotta molto, molto all’osso.Insomma, Stranger Things 3 – The Game può essere definita un’occasione sprecata, un gioco che attinge da un immaginario riconosciuto e apprezzato, ma che non riesce ad incidere. Anche in virtù del prezzo, vi consigliamo di valutare attentamente l’acquisto, consci di quello che BonusXP ha messo sul piatto.

Raggiunge la sufficienza perché, tutto sommato, giocarci è stato piacevole – preso a piccole dosi di massimo due ore a sessione. Ma non basta assolutamente per qualificarlo come un must have.

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