Superlega, la rivoluzione del calcio: come cambia il futuro di Fifa e PES

La Superlega in questi giorni e sulla bocca di tutti ma come andrà a impattare i prossimi videogiochi calcistici?

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a cura di Mario Petillo

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Nella nottata tra domenica e lunedì dodici società europee hanno deciso di annunciare un nuovo campionato indipendente di calcio. Una competizione che si discosta totalmente da quelle organizzate dalla Fifa e dall'Uefa, rispettivamente le società che gestiscono il calcio internazionale ed europeo, entrambe con sede nella neutrale Svizzera. Prende il nome di Superlega ed è stata fortemente voluta da Florentino Perez, presidente eletto del Real Madrid, e Andrea Agnelli, presidente e proprietario della Juventus, per contrastare le gravi perdite alle quali sono andate incontro le società sportive in questo biennio e per lanciare un forte messaggio all'Uefa: il loro monopolio non è più al sicuro. Questa scelta, al di là delle ripercussioni che avrà in termini calcistici, comporterà delle necessarie modifiche anche al mondo dei videogiochi, a partire da Fifa e da PES.

Licenze e diretti: la guerra infinita

Negli ultimi anni la corsa all'ottenimento dei diritti e delle licenze per poter riprodurre in maniera fedele le diverse squadre coinvolte nei videogiochi di simulazione calcistica è stata intensa. Fifa e PES hanno battagliato a lungo per poter dimostrare di avere la rosa più completa a disposizione in ambito calcistico, ma in alcuni casi i risultati sono stati spiacevoli. Quest'anno Electronic Arts si è presentata ai nastri di partenza orfana della Juventus, che in gioco è diventata il Piemonte Calcio, così come l'AS Roma è diventata la Roma FC.

Crotone e Spezia, allo stesso modo, non hanno trattato con la software house americana per comparire in maniera ufficiale nella Serie A italiana. Dopo la costante presenza della Serie B, tra l'altro, il campionato cadetto è venuto completamente a mancare, vanificando anche il discorso di promozioni e retrocessioni in una possibile modalità Carriera: per ovviare alla problematica, nella categoria "Resto del Mondo", Fifa 21 offriva Monza, Brescia, Chievo, Empoli, Lecce e Spal. Insomma, le principali.

Dall'altro lato, Inter e Milan avevano raggiunto un accordo di esclusiva con Fifa: la ripercussione su PES è stata quella di doverci accontentare di club chiamati Lombardia NA e Milano RN. Niente loghi, niente maglie ufficiali, niente nome riconoscibile. Ovviamente tale discorso ha salvaguardato le rose, permettendoci di avere tutti i giocatori reali a disposizione, sia nella modalità FUT che in quella myClub. L'annuncio ora della Superlega rischia di far saltare nuovamente tutti i piani, soprattutto perché la Fifa - associazione e non videogioco - si è espressa in maniera fortemente contraria alla creazione di una competizione al di fuori delle strutture e del mondo Uefa.

Lo storico accordo tra EA e Fifa

Facciamo un passo indietro. La creazione della serie di videogiochi Fifa, così come la conosciamo oggi, parte nel 1988, quando Electronic Arts decise di entrare nel mercato dei videogiochi sportivi realizzato John Madden Football. Per poter conquistare anche il mercato europeo, l'azienda si preoccupò di andare a ragionare su quale videogioco sportivo potesse realizzare e arrivò alla semplice quanto scontata decisione di sposare il mercato del calcio: il progetto iniziale si chiamava EA Soccer e comprendeva un piccolo team di dieci sviluppatori nella sede canadese di EA, con un budget tra i 50.000 e i 100.000 dollari. Per potersi assicurare la libertà di sfruttamento delle licenze, l'inserimento di nomi reali sia dei giocatori che degli stadi, venne siglato un accordo di cinque anni con la Fifa, l'associazione del calcio internazionale, che incluse anche il pagamento di alcune royalty sulle vendite.

All'epoca, tra l'altro, i diritti per la realizzazione di un videogioco sulla Coppa del Mondo del 1994 erano stati ceduti a US Gold, publisher inglese che nel 1996 venne poi acquistata da Eidos e che in quegli anni stava lavorando a Indiana Jones and the Last Crusade: The Action Game. EA decise quindi di velocizzare lo sviluppo e la release per anticipare US Gold ed evitare che il loro titolo potesse sembrare una scelta derivata dall'intuizione di qualcun altro: lo sviluppo terminò a novembre 1993 e il 15 dicembre FIFA International Soccer arrivò su Mega Drive e Genesis.

Il rapporto con la Fifa continuò per diversi anni, come è noto, arrivando non solo a una pubblicazione annuale, ma che comprendeva anche spin-off sui Mondiali, con le edizioni del 2002, del 2006, del 2010 e del 2014, fino al free update di Fifa 18 per l'edizione dello stesso anno. Non sono mancati, però, anche titoli dedicati alla Champions League, licenza che EA acquistò nel 2002. Vennero pubblicati due videogiochi spin-off dedicati alla competizione, poi Konami riuscì a strappare l'accordo alla Fifa, assicurandosi la competizione per PES. Dal 2018 la CL è tornata nelle mani di EA, che da Fifa 19 ha ripreso a inserire la competizione direttamente nel gioco completo.

Le conseguenze della Superlega

È chiaro, insomma, come il rapporto tra Electronic Arts e Fifa sia fortissimo e difficile da dissolvere. Un rapporto che con Konami non è mai esistito, il che nei primissimi anni della serie Pro Evolution Soccer aveva incentivato la nascita di una Master League con i benamati Castolo, Espinas, Minala e così via, fino all'inserimento di qualche nome reale o magari ritoccato per necessità di, appunto, copyright.

La nascita della Superlega rischia di far uscire definitivamente Juventus, Inter, Milan, Real Madrid, Atletico Madrid, Barcellona, Manchester United, Manchester City, Tottenham, Arsenal, Chelsea e Liverpool da Fifa, in attesa di conoscere le intenzioni di Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Paris Saint-Germain. Inoltre, nel caso in cui dovesse avvenire una vera scissione, con il non riconoscimento della competizione da parte degli organi competenti, le cinque squadre che a rotazione andrebbero a completare i 20 posti messi a disposizione da Perez e da Agnelli nel loro schema potrebbero essere eliminate, di anno in anno, dagli annali della Fifa.

Non avere la Juventus significa, allo stato attuale, perdere Cristiano Ronaldo, non avere il Barcellona significa rinunciare a Lionel Messi. Entrambi sono destinati a lasciare le rispettive squadre durante l'estate, ma non vogliamo ancora fare i conti senza l'oste. Abbiamo fatto l'esempio, ovviamente, dei due giocatori più identificativi, con Fifa che però già quest'anno ha trovato in Kylian Mbappe il proprio testimonial, però promesso sposo del Real Madrid. Rimarrebbe, a questo punto, Neymar, legato al Paris Saint-Germain, società che per motivi politici e di relazioni con la Fifa non può permettersi l'adesione alla Superlega: quello sì che sarebbe un bel terremoto, nel caso dovesse accadere.

In egual misura verrebbero sradicati, così come la Fifa ha minacciato di fare nel mondo reale, tutti i giocatori che sono tesserati per quelle squadre: a loro non verrebbe data la possibilità di partecipare ai Mondiali e alle competizioni organizzate dall'Uefa, quindi anche l'Europeo che si terrà tra meno di due mesi, ma contestualmente non potrebbero comparire nemmeno in Fifa. Questo significa perderli da FUT, non averli in qualsiasi tipo di competizione. Si andrebbe a configurare un danno enorme, che potrebbe riflettersi anche sul mondo di Football Manager, il più grande archivio interattivo esistente al mondo per quanto riguarda il calcio, che dovrebbe andare a inseguire licenze che, in alcuni casi, ha già perso (come la Juventus, ad esempio, presente come Zebre).

I possibili scenari

La Fifa nel suo ultimo bilancio ha indicato 133 milioni di introiti arrivati soltanto dalla cessione delle licenze nel settore dei videogiochi, il che li ha spinti a creare anche una lega eSports, che permettesse loro di aumentare gli introiti a quella voce. Un elemento che a questo punto potrebbe scatenare un effetto domino: Fifa 22 perderebbe appeal senza le 12 sorelle che hanno fondato la Superlega, di conseguenza investirebbe molto meno sulle licenze, la Fifa andrebbe ad avere un introito inferiore a quella voce, il che significa meno dividendi e meno interesse per tutta la macchina del calcio. Mentre Electronic Arts e Konami continueranno a interrogarsi su cosa potrebbe essere meglio fare.

Noi videogiocatori, intanto, non possiamo che ipotizzare quelli che sono gli scenari che andranno a crearsi, nell'eventualità che un terzo attore del mercato, magari 2K, possa scendere in campo, a questo punto, assicurandosi i diritti della Superlega e provando a creare una terza proposta nel settore. Oppure, andando ancora più in là con le idee, potrebbe essere l'occasione giusta per Amazon di entrare nel settore del gaming in maniera compatta e dire la sua con un pacchetto che comprenda anche i diritti televisivi della Superlega, per assicurarsi le 18 partite assicurate a ogni squadra della nuova competizione (l'attuale Champions League ne assicura 6 a ogni società partecipante). Come al solito, visto che siamo anche prossimi al 5 maggio, ai posteri l'ardua sentenza.