Sviluppatori contro G2A: comprare da loro? Meglio piratare!

Può uno sviluppatore preferire che il proprio gioco sia piratato e non acquistato da siti come G2A? Secondo il creatore di Defender's Quest, sì.

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a cura di Matteo Lusso

Lars Doucet, creatore di Defender's Quest, si butta nella mischia mediatica che G2A, sito di compravendita di codici seriali, sta continuando a generare in questi giorni e lo sviluppatore ha deciso di dire la sua con una dichiarazione molto azzardata.

"Non avrei mai pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei appassionatamente sostenuto che i fan dovrebbero piratare il mio gioco al posto di comprarlo".

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G2A è sempre stato al centro di aspre critiche per la propria politica aziendale troppo blanda e poco efficace nel controllare la reale provenienza delle merci digitali vendute attraverso il proprio mercato. tinyBuild, software house indipendente, ha accusato il sito di aver permesso la vendita di seriali dei propri giochi ottenuti illegalmente, portando G2A a dover rilasciare una dichiarazione ufficiale in merito alla vicenda per difendersi dalle accuse.

Successivamente, G2A ha annunciato a sorpresa che gli sviluppatori riceveranno il 10% da ogni transazione che riguarda i loro titoli venduti attraverso lo store e anche che offrirà l'accesso al proprio database per confrontare i codici venduti direttamente dalle software house, ma successivamente soggetti a richieste di rimborso.

Tuttavia queste disposizioni non sono bastate a placare almeno in parte la polemica e ora è il turno di Lars Doucet, che, senza mezzi termini, afferma che "piratare non è rubare. G2A è rubare".

G2A

Save the Children ottiene parte degli introiti, ma ottenuti come?

"Quando comprate su G2A, molte volte state acquistando un seriale per Steam che qualcuno ha ottenuto con una carta di credito rubata". Questa pratica causa un grosso danno alle software house che vendono direttamente i loro titoli, perché, dopo che i seriali sono stati distribuiti, arrivano le richieste di rimborso da parte delle persone che si accorgono del furto della propria carta di credito. Gli sviluppatori devono quindi ridare indietro i soldi, ma nel frattempo quei seriali son già stati rivenduti a prezzi molto bassi su siti come G2A.

Ovviamente ci sono dei rischi anche per l'acquirente finale, che, senza conoscere la provenienza del codice e in buona fede, compra dei codici che in futuro potrebbero essere revocati. E alla fine chi ci guadagna sono solo i venditori che rubano i seriali e i siti come G2A che permettono la vendita di quei seriali.

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La vicenda è e continuerà ad essere complessa. G2A non ha colpa di come i suoi utenti ottengono i seriali che poi rivendono, tuttavia potrebbe utilizzare il pugno duro con maggiori controlli, ad esempio tracciando l'IP per evitare che i venditori abbiano account multipli, e con un sistema di reputazione più punitivo, che porti al ban diretto dell'utente segnalato per aver venduto seriali poi revocati.

Naturalmente è necessario l'aiuto delle software house che dovrebbero fornire i seriali che sono stati ottenuti, senz'ombra di dubbio, con metodi fraudolenti e poterli così confrontare con quelli nel database di G2A o di qualunque altro sito dedito alla compravendita di codici seriali.

Voi avete mai avuto problemi con l'acquisto di seriali da siti come G2A? E ora che conoscete meglio questi retroscena, comprerete solo da rivenditori ufficiali e legali o il risparmio è troppo allettante?