Taglia sui cracker del PSN, Sony ci sta pensando

Sony vuole rintracciare a tutti i costi i colpevoli dell'attacco al Playstation Network. L'azienda starebbe studiando diverse possibilità, tra cui quelle di offrire una ricompensa a chi fornirà informazioni utili alle indagini.

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a cura di Manolo De Agostini

Una taglia sui cyber criminali che hanno sottratto i dati di circa 100 milioni di account da Playstation Network e Sony Online Entertainment. La casa nipponica starebbe considerando di offrire una ricompensa a coloro che forniranno informazioni utili all'arresto dei cracker che l'hanno attaccata in aprile.

Al momento l'azienda non ha ancora preso una decisione finale, ma l'opzione è sul tavolo. Si stanno valutando ancora i pro e i contro, e non ci sarebbe ancora il via libera ufficiale dal quartier generale di Tokyo. L'eventuale decisione di offrire una ricompensa sarebbe presa in accordo con l'FBI e le agenzie d'indagine degli altri paesi.

L'attacco non è mai stato rivendicato, ma nei giorni scorsi qualcosa si è mosso: all'interno del gruppo di hacker Anonymous - che ufficialmente si è sempre detto estraneo alla vicenda - hanno iniziato a serpeggiare sospetti contro alcuni membri (per ora ignoti).

Qualche cyber attivista non avrebbe resistito davanti alla possibilità di mettere ko l'azienda nipponica, agendo in piena autonomia. Solo pochi giorni fa Sony ha fatto sapere di aver trovato su un proprio server un file di testo chiamato Anonymous in cui compariva parte del motto del gruppo.

In attesa di capire come volgeranno le indagini, la casa nipponica è intervenuta sulle dichiarazioni di Gene Spafford, esperto di sicurezza che nei giorni scorsi aveva affermato che Sony era stata avvisata di alcuni evidenti problemi di sicurezza dovuti al mancato aggiornamento dei software e all'assenza di firewall.

Navy Seals, buoni per tutte le occasioni

"Le precedenti reti di Sony Network Entertainment International e Sony Online Entertainment usavano server che erano stati patchati e aggiornati recentemente, e avevano diverse misure di sicurezza attive, inclusi i firewall",  ha dichiarato Patrick Seybold, responsabile per le comunicazioni di Sony.

La rete al centro dell'azione si basava su 130 server e 50 software diversi. L'attacco è stato notato il 19 aprile, quando il team di sicurezza ha ravvisato il riavvio inaspettato di alcuni server. Quattro server sono stati messi immediatamente offline per capire cosa fosse successo.

Il giorno seguente i tecnici hanno capito che erano stati attaccati anche altri sei server. Il resto è noto: Sony ha avviato indagini con l'ausilio di tre aziende esterne e, una volta compresa la dimensione effettiva del problema, ha annunciato di aver subito un attacco in cui erano stati rubati dati personali, tra cui molto probabilmente i numeri delle carte di credito.

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Intanto secondo Reuters alcuni hacker sono riusciti nei giorni scorsi a pubblicare su un vecchio sito Playstation alcuni dei dati sottratti, ma la casa nipponica avrebbe rimosso tempestivamente il sito dalla Rete

Le informazioni pubblicate riguardavano circa 2500 utenti ed erano vecchie di 10 anni: si trattava di dati collezionati per un gioco a premi (nessuna carta di credito, password o altro è stata pubblicata, solo nomi e indirizzi parziali). Si è trattata dunque di un'azione dimostrativa, un nuovo affronto in quella che sembra una caccia che ricorda la diatriba infinita tra Tom & Jerry.

Concludiamo ricordandovi che nel corso del fine settimana Sony ha annunciato di non essere riuscita a concludere i test necessari sulla nuova rete PSN nei tempi previsti. Per questo motivo il servizio rimane ancora offline per un tempo che purtroppo ancora è indefinito.