Tetris strega intere generazioni con un trucco psicologico

Uno psicologo inglese sostiene che il segreto di Tetris sia un cosiddetto gancio psicologico. Il gioco è infatti in grado di attirare gli utenti attraverso la ripetizione sistematica di frustrazione e gratificazione, rappresentata rispettivamente dai blocchi e dal loro corretto posizionamento.

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a cura di Roberto Caccia

Uno psicologo inglese ha scoperto il segreto di Tetris, il gioco in grado di appassionare un'intera generazione di videogiocatori. Secondo Tom Stafford, della facoltà di Scienze e Psicologia dell'Università di Sheffield, è tutto merito di una sorta di "gancio" psicologico.

Il segreto di Tetris è un trucco psicologico basato sulla ripetizione di frustrazione e soddisfazione

Il gioco riesce infatti a fornire (con una discreta dose di maestria) un pezzo "frustrante" con il quale i giocatori dovranno confrontarsi, per poi dare una gratificazione agli utenti che riescono a posizionarlo correttamente. Questo meccanismo continuo e ripetuto è ritenuto il responsabile del successo di Tetris ed è riconducibile all'effetto Zeigarnik.

Quest'ultimo non è altro che un fenomeno che descrive come le operazioni incomplete rimangono nella nostra memoria finché non sono ultimate, per poi scomparire immediatamente. Questo potrebbe spiegare perché Tetris sia così "intrigante".

Basta fornire agli utenti un compito, rappresentato dal pezzo da incastrare, e nel momento in cui si finisce l'operazione ne arriva uno nuovo pronto ad incalzare la mente dei giocatori. Una sensazione simile, a grandi linee, a quella che si prova quando si gratta una puntura d'insetto ripetutamente nel tempo. Sempre il solito meccanismo: frustrazione e gratificazione.

"Tetris crea una catena continua di frustrazione e soddisfazione. Come un attento parassita il gioco si avvantaggia dei piaceri di base della mente umana nel completare gli obbiettivi e li usa contro di noi. Siamo in grado di andare avanti con tutto questo per ore, traendo piacere dalle emozioni a breve termine procurate dal mettere in ordine questi blocchi, anche se la parte più razionale e riflessiva di noi sa che il gioco è sostanzialmente inutile", afferma Stafford, che tuttavia conclude il suo articolo dicendo che sotto quest'ultimo aspetto ogni bel gioco dopotutto è inutile, inteso come fine a sé stesso.

Cosa ne pensate? Anche voi fate parte di quella generazione di giocatori che negli anni '80 e '90 ha preso la cosiddetta "febbre da Tetris"? Secondo noi è tutto merito della colonna sonora ipnotica. O quasi.