The Caligula Effect Overdose Recensione

The Caligula Effect Overdose è, difatti, una conversione per Playstation 4 e Nintendo Switch del titolo originale uscito nel 2017 su PsVita.

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a cura di Andrea Maiellano

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Accade sempre più frequentemente che un videogioco, grazie alle sue tematiche o ai suoi personaggi iconici, si estendano su altri lidi mediatici. Raramente però si assiste a questo fenomeno con un brand inedito, senza una fan base costruita in anni di release differenti. Quando, però, la sceneggiatura viene affidata a Tadashi Satomi (Persona 2), la linea degli eventi prende una piega decisamente differente e le oniriche tematiche di un titolo come The Caligula Effect, uscito originariamente su PSVita nel 2017 in territorio asiatico, si trasformano rapidamente in un anime di  inaspettato successo.

A fronte di oltre 50.000 copie vendute sulla console portatile di Sony, e dell’attuale situazione in cui verte PSVita, risulta ovvia la decisione del pubblisher giapponese FuRyu di distribuire la sua opera anche in Occidente migrando il brand sulle console di attuale generazione. The Caligula Effect Overdose è, difatti, una conversione per Playstation 4 e Nintendo Switch del titolo originale che, al fronte di un ampliamento dell’offerta precedente e di una smussatura delle sbavature tecniche, tenta di conquistare il pubblico occidentale.

Benvenuti a Mobius

Gli avvenimenti che fungono da provo all’arco narrativo di The Caligula Effect Overdose risultano stranianti per la mole di accadimenti atti a introdurre il giocatore nel mondo creato da Tadashi Satomi. Il protagonista, il cui nome sarà deciso dal giocatore, si risveglia dopo un onirico dialogo con una etera figura femminile all’interno di una scuola durante un’assemblea. In pochi istanti alcuni dei partecipanti inizieranno a deteriorarsi mutando in creature dall’aspetto mostruoso. In preda al panico il nostro alter ego scapperà dall’istituto incontrando μ (pronunciato Mu) una Virtuadoll che tenterà di calmarlo dandogli il benvenuto all’interno di Mobius, una cittadina virtuale creata per accogliere tutte le persone che rifuggono la vita reale alla ricerca di una pace eterna e fittizia.

All’interno di Mobius, difatti, vivono tutte quelle persone che, a cause di traumi passati o insoddisfazioni costanti, hanno deciso di rifiutare di vivere nel mondo reale, cedendo le loro vite a μ in cambio di una fittizia vita eterna in una realtà scolastica dove ogni loro desiderio potrà essere realizzato. Le loro memorie sono state cancellate e i sentimenti impuri eliminati, divenendo prigionieri inconsapevoli di una virtuale valle dell’eden. Purtroppo però, come un novello bug di sistema, alcuni caratteri forti risultano incapaci di discernere completamente dai loro sentimenti precedenti, riuscendo quindi a vedere il decadimento degli abitanti di Mobius, trasformati da un effetto denominato “Catharsis” in deformi gusci vuoti soggiogati dall’onirica ed eterea volontà di μ.

L’incontro con i ragazzi del Go-Home-Club, un gruppo di personaggi in grado di vedere l’aspetto reale di Mobius, e con una Virtuadoll di nome Aria, intenta a fermare μ e a riportarla nel suo mondo di appartenenza, convinceranno il nostro protagonista a imbarcarsi in un lungo viaggio atto a distruggere Mobius per ritornare nel mondo reale, armato solo delle memorie di un doloroso passato che potranno, all’evenienza, divenire tangibili sono forma di armi con le quali combattere le creature che si pareranno sul suo cammino.

Sicuramente l’incipit narrativo di The Caligula Effect Overdose non risulta fra i più originali ma nel proseguo degli eventi che costelleranno le oltre 30 ore necessarie per portare a termine la storia principale, l’ottima penna di Tadashi Satomi emergerà imponente grazie alla delicatezza delle dinamiche trattate, alla profondità di alcuni personaggi e alla possibilità, attraverso una scelta molto importante, di ribaltare completamente l’arco narrativo con una soluzione fra le più interessanti viste fino a ora nel panorama dei JRPG. Dispiace non poter elogiare alla stessa maniera le trame parallele, atte a narrare le vicende degli altri membri del Go-Home-Club, così come tutte le attività secondarie presenti nel titolo, che offrono una scrittura meno convincente e delle dinamiche decisamente più tediose.

In Fuga Dal Paradiso

Parlando della struttura con cui si progredisce all’interno di The Caligula Effect Overdose

Purtroppo siamo di fronte a una struttura molto lineare, che mal si sposa con l’apertura che la trama potrebbe avere in molti momenti. Le trame parallele dei membri del Go-Home-Club descritte in precedenza vengono proposte in maniera obbligatoria al giocatore durante la progressione dell’arco narrativo principale in un’infrastruttura che prevede una costante ciclicità fra dialoghi, esplorazione di un dungeon, un tedioso e poco giustificato backtracking, scontro con il boss e ripartenza dal primo punto di questa lista. Che l’ottima opportunità offerta dalla possibilità di ribaltare completamente l’arco narrativo diventa meno impattante, pur mantenendo inalterata la sua genialità, di fronte a una struttura così eccessivamente lineare.

Soffermandoci un attimo sui dungeon, vi sono un paio di punti che ne affliggono la struttura rendendoli molto rapidamente tediosi poco stimolanti. In primis la curva del livello di difficoltà risulta eccessivamente sbilanciata, ponendo il giocatore di fronte a sfide evidentemente di un livello maggiore rispetto a quello al quale il gioco vi permetterà di arrivare fino a quel momento. Questa problematica imporrà un costante backtracking per potervi potenziare maggiormente se non vorrete rimanere invischiati in una ciclicità di “trial and error” data dall’affrontare nemici palesemente più forti di voi, tentando differenti soluzioni strategiche e sperando in una fortuita casualità che vi permetta di uscirne vincitori.

La seconda criticità riscontrata nei dungeon risiede nel loro level design anonimo e poco ispirato che renderà il percorrimento dei vari livelli un mero continuare ad affrontare scontri di difficolta crescente in attesa di ritrovarsi faccia a faccia con il boss che li presiede. Il backtracking costante di questi frangenti e le planimetrie confuse risulteranno una delle note maggiormente dolenti dell’intera esperienza di gioco e, considerando che gli sviluppatori hanno voluto rivedere alcuni elementi del gameplay del titolo originale, risulta davvero incomprensibile il perché non sia stato migliorato nulla in questo frangente che si rivelò critico già ai tempi dell’uscita originale nel 2017.

A fronte di tutto questo si deve ancora aggiungere un quantitativo davvero imponente di caricamenti fra una schermata e l’altra che, seppur di una durata più che ragionevole, andranno a rallentare ulteriormente l’azione di gioco dei dungeon. Considerando che le restanti parti giocabili di The Caligula Effect Overdose si svolgono per la maggior parte attraverso dialoghi a scelta multipla, vien da se che solo un gameplay ben stratificato e appagante potrebbe rendere piacevole un’esperienza di gioco così ridondante e poco attraente.

Sentimenti Che Feriscono

Ed è proprio la gestione degli scontri che riesce, sorprendentemente a risollevare The Caligula Effect Overdose dall’abisso di monotonia dettato dalle meccaniche di gioco. Il Battle System riesce, difatti, a miscelare i canonici turni a uno stratificato sistema di predizione dell’azione di gioco che ricorda molto da vicino le meccaniche di titoli dalla componente maggiormente strategica. Nell’esatto momento in cui incontrerete un nemico, la piccola Aria vi permetterà di materializzare le vostre memorie sotto forma di armi di differente tipologia. Nessuna transizione fungerà da apripista allo scontro imminente lanciando il giocatore direttamente nell’azione.

Attraverso un sistema rinominato Immaginary Chain il giocatore potrà non solo determinare gli spostamenti del proprio Party ma anche prevedere ogni reazione degli avversari a seguito delle azioni svolte. Proviamo a spiegarci meglio, ogni turno vi permetterà di inanellare fino a un massimo di tre azioni differenti per personaggio, mostrandovi, prima di confermare la vostra scelta, sia il quantitativo di danno che potrete riversare sui vostri avversari, sia le loro reazioni difensive o offensive. In breve tempo, quindi, vi ritroverete a studiare come incastrare le azioni del vostro Party per massimizzare il danno, generare combo devastanti o effettuare azioni di ripiego difensivo che vi permettano di uscire vittoriosi dalla battaglia.

Per bilanciare al meglio questa apparente facilitazione nel sistema di battaglia, il sapiente dosaggio dei vostri MP sarà indispensabile in quanto se rimarrete senza punti abilità alla fine del vostro turno, potrete spendere quello seguente semplicemente spostandovi alla ricerca di una posizione strategica per evitare l’offensiva avversaria. Un indicatore della percentuale di riuscita delle vostre azioni vi permetterà, inoltre, di evitare esiti disastrosi nei quali le vostre pianificazioni non sortiranno l’effetto sperato e il vostro Party andrà incontro a una fine ingloriosa nel giro di un paio di turni.

Risulta davvero apprezzabile, inoltre, come gli sviluppatori abbiano voluto affinare alcuni elementi nelle sezioni di combattimento di The Caligula Effect Overdose. La gestione delle telecamere è stata sostanzialmente migliorata rispetto alla prima release a discapito della modalità fotografica presente in passato. É stata inserita un’automazione per la gestione del timing con il quale concatenare le azioni sul campo di battaglia sto a snellire leggermente le meccaniche di gioco e il ventaglio di abilità offerto dai nuovi membri del Go-Home-Club, si rivelano sapientemente diversificati e in grado di generare nuove combinazioni dagli esiti decisamente interessanti.

Tecnicismi D’altri Tempi

The Caligula Effect Overdose è un titolo rilasciato originariamente su PSVita, ne siamo consapevoli, ma questa importante considerazione non basta a giustificare le arretratezze tecniche da cui è afflitta questa svogliata conversione. I modelli poligonali dei personaggi non hanno ricevuto nessuna sorta di ammodernamento, molti di essi sono privi di espressività durante i dialoghi o, nel migliore dei casi, vedono un labiale completamente desincronizzato dalla traccia audio. Le ambientazioni risultano spoglie e in alcuni casi prive di texture in alta risoluzione offrendo scorci pregni di “spigolature” e sgranature che fanno mostrare il fianco alla produzione di Aquria facendola apparire figlia di un passato al quale non appartiene.

Sono presenti, inoltre, gli stessi cali di frame rate, e gli sporadici momenti di freeze totale, che affliggevano il gioco sulla console portatile di casa Sony. Considerando le numerose aggiunte al gameplay, al comparto narrativo e la creazione di nuovi comprimari con il quale affrontare l’avventura, risulta davvero una grande incognita la totale assenza di volontà da parte degli sviluppatori di attualizzare attualizzare la propria creatura per le macchine sulle quali viene proposta in questa nuova edizione.

Di ottima fattura, invece, il comparto audio che, grazie anche alla collaborazione con numerosi artisti celebri della scena J-Pop, risulta solida, molto ispirata e perfettamente cucita addosso alle dinamiche di gioco a cui andremo incontro. I dialoghi, anche in questa versione per il mercato Occidentale, rimangono in lingua Giapponese mentre i sottotitoli sono presenti solamente in Inglese, elemento che potrebbe far mantenere le distanze a molti amanti del genere JRPG.