The DioField Chronicle | Recensione dell'RTTB di Square-Enix

La recensione di The DioField Chronicle, il nuovo RTTB di Square-Enix col quale l'azienda giapponese prova ad aprire un filone

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a cura di Mario Petillo

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Venivo da un provato di The DioField Chronicle che mi aveva lasciato con buone speranze e allo stesso tempo con qualche dubbio per la proposta ludica di Square-Enix. Elementi che sono stati acuiti dalla prova finale del titolo, che porta sul mercato videoludico una nuova iterazione del genere tattico, definita da Square-Enix come Real Time Tactical Battle. In attesa, quindi, di poter vivere al meglio la prossima stagione di jRPG grazie al ritorno di Final Fantasy col suo sedicesimo capitolo firmato da Yoshida e allo stesso tempo lanciarsi anche all'avventura con il remake di Tactics Ogre: Reborn, eccoci torna sull'isola di DioField per capire cosa ci ha saputo proporre Square-Enix.

L'isola di giada

The DioField Chronicle basa la propria costruzione narrativa su un canovaccio che prova ad attingere a piene mani dall'esperienza fantasy, andando a offrirci degli spunti di riflessione fondamentali per comprendere al meglio come le guerre e le battaglie finiscano per distruggere non solo vite umane, ma anche la natura circostante. Come avevamo già avuto modo di raccontare durante il nostro ultimo provato, l'isola di DioField è una sorta di atollo riuscito a tenersi lontano dallo scontro che ha visto l'Impero Schoevia e l'Alleanza di Rowetale darsele di santa ragione, fino a quando il primo, per poter avere la meglio nel conflitto col secondo, non si rende conto di essere a corto di giada e parte all'assalto dei giacimenti presenti sull'isola di DioField.

Andrias Rhondarson e Fredret Lester vengono, così, incaricati dal principe dell'isola, come ultimo desiderio prima di morire, di formare un gruppo di resistenza per provare a salvare tutto ciò che si può dell'atollo. Cresciuti e diventati dei soldati, dopo allenamenti su allenamenti, i due entrano nel gruppo dei Blue Fox, scoprendo tutto ciò che sta accadendo sull'isola di DioField e di come il traffico di giada sia diventato un vero e proprio pretesto per l'ascesa del dispotico duca Hende.

Presentatarm

Il gameplay di The DioField Chronicle prevede una netta divisione tra la fase di preparazione e quella di battaglia. Nella prima avremo la possibilità di esplorare quello che è un hub di gioco a tutti gli effetti, nei panni di Andrias. Tra interazioni e shop da visitare, sarà possibile sbloccare abilità, potenziare l'equipaggiamento e apprendere nuove meccaniche di gioco.

Tutti i personaggi del party, infatti, dovranno affidarsi a un sistema di spesa degli AP per aumentare i talenti passivi e all'acquisizione di abilità, mentre ogni level up si preoccuperà di aumentare solo le statistiche in combattimento. Ogni combattente può attivare fino a dieci abilità passive che possono garantire dei boost temporanei o anche permanenti, a seconda di come andrete a sfruttare il vostro skill tree.

Messa da parte la fase di preparazione, che nelle prime ore di gioco andrà a sbloccare nuovi potenziamenti di volta in volta, di battaglia in battaglia, si arriva nel vivo dell'azione. Tutti gli scontri riescono a essere portati a termine in pochi minuti, tant'è che la sub-quest di portare a termine lo scontro entro 240 secondi viene quasi sempre soddisfatta. Spogliato dei turni e anche della scacchiera, The DioField Chronicle prova a portare una ventata di novità al genere dei tattici, inseguendo una commistione tra l'RTS e il cRPG.

Sul campo di battaglia

Con quattro personaggi in campo, il vostro party attaccherà in maniera automatica, mentre a voi toccherà indirizzare i loro movimenti e utilizzare skill e invocazioni, oppure anche magie nel caso in cui abbiate - all'inizio sarete costretti - in squadra un mago. Proprio su quest'aspetto conviene soffermarsi per analizzare da un lato la profondità di questo sistema, ma dall'altro una difficoltà tarata troppo verso il basso, che mi ha permesso - confermato quanto già visto nel provato - di sbaragliare gli avversari con le invocazioni. Annesso a questo aspetto, anche la pausa tattica, pensata per fermare l'azione in qualsiasi momento e farci valutare quale skill attivare, rende il tutto molto più semplice.

The DioField Chronicle finisce ben presto a ridurre tutte le azioni allo spam di abilità in grado di avere la meglio sugli avversari in maniera immediata, così come vi spingerà ad adoperare lo stesso party per l'intera durata dell'avventura: ogni recluta, infatti, si presenterà nella vostra squadra con un livello decisamente più basso di quanto possa avere Andrias, per questo sarà sempre il protagonista a sfoderare l'arma decisiva per vincere la battaglia. Allo stesso modo, con le Summon pronte a essere usate sacrificando un segmento della barra TP, facilissima da ricaricare, si finirà presto a spammare anche l'arrivo di Bahamut, Fenrir e compagnia.

Parlando dell'aspetto tecnico, rispetto alla nostra prima prova su PlayStation 5, ci siamo trasferiti su PC per la recensione finale. La qualità si è mantenuta sullo stesso livello, senza spingerci a sottolineare dei cali di frame rate o problemi di sorta. Per quanto i dettagli dei personaggi non siano altissimi e gli scenari inseguano uno stile atipico, ciò che si esalta in The DioField Chronicle è sicuramente la colonna sonora, firmata dai compositori di Game of Thrones, che ci permette di avere sempre un tappeto musicale gradevole e di mai noioso accompagnamento.