The Elder Scrolls IV: Oblivion compie 16 anni e per me è ancora il migliore

The Elder Scrolls IV: Oblivion compie ben 16 anni e ancora oggi mi emoziona come pochi GDR occidentali al mondo!

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Lo scorso 20 marzo The Elder Scrolls IV: Oblivion ha compiuto ben 16 anni e mentre lo scrivo mi vengono i brividi. Ricordo ancora oggi il momento in cui mi regalarono il quarto capitolo della prestigiosa saga Bethesda, lo attendevo da tantissimo tempo e non vedevo l'ora di metterci le mani sopra. Insistetti tantissimo per farmelo regalare, visto che all'epoca ero un ragazzino senza un'indipendenza economica, ma che aveva già giocato parecchio a quella perla chiamata Morrowind. Pur essendo il mio compleanno il 25 febbraio, attesi comunque un altro mese per il regalo e nella mia testa riecheggiava solo il theme del gioco, praticamente le visualizzazioni dei video su GameTrailers salivano solo grazie ai miei ripetuti rewatch.

E venne il giorno, che si trasformò inevitabilmente in settimane, poi in mesi e infine in anni; giocai talmente tanto a Oblivion che consumai il disco e, quasi non ci crederete, ma è ancora installato sul mio PC con tanto di mod attive (centinaia di mod). Non fraintendetemi, ho amato The Elder Scrolls V: Skyrim e anche se dal punto di vista delle meccaniche siamo su piani differenti, l'atmosfera di Cyrodill, dei portali Oblivion e delle meravigliose musiche di Jeremy Soule mi sono rimaste nel cuore più di qualsiasi altro GDR occidentale e non fatico a riconoscerlo come il miglior Elder Scrolls di sempre, anche sopra a Morrowind (per molti sarà blasfemia, scusatemi) o anche l'apprezzato Daggerfall. In questo articolo un po' personale vorrei farvelo riscoprire in concomitanza del suo compleanno, ricordando ciò che è stato e che ha saputo regalarmi nel corso degli anni.

The Elder Scrolls IV: Oblivion e la sua avventura

Lo voglio ammettere, Oblivion non è certamente un gioco perfetto, anzi sotto tanti punti di vista è un evidente passo indietro a Morrowind, ma dalla sua aveva due particolarità che me lo fecero amare in maniera particolare: l'avventura principale (con i contorni delle gilde e delle quest) e senza ombra di dubbio, la sua atmosfera.

Poi si, c'erano anche dei pregi evidenti, prima fra tutti il comparto visivo e tecnico, che per l'epoca era uno dei più belli di sempre (in realtà ancora oggi, con le opportune mod, sorprende ancora) e l'immenso mondo di gioco, tra i più variegati della serie. Non per altro Cyrodill è sempre stato il continente principale di Tamriel e tra paludi, montagne innevate, foreste, boschi incantati e cripte oscure c'era veramente l'imbarazzo della scelta, il tutto senza scomodare uno dei più bei DLC di sempre: Shivering Isles.

Tornando al discorso iniziale, la storia di Oblivion ruotava intorno al ritorno dei Daedra e ai portali dell'Oblivion. Nonostante la linea narrativa viveva tra alti e bassi, alternando buone cose a situazioni piuttosto rivedibili, tutta la parte finale con la "Battaglia del Grande Cancello" di Bruma e l'attacco finale alla Città Imperiale, rimangono ancora oggi tra le migliori scene di sempre della saga di TES. Ma ciò che ci mi ha lasciato innamorato sono sicuramente le Gilde e alcune delle quest secondarie, tra cui l'immancabile Arena e il fan sfegatato a cui piaceva seguirci ovunque e idolatrarci (tra l'altro, qualcuno è mai riuscito a sbarazzarsene?!?).

Le "quattro" gilde presenti (Ladri, Maghi, Guerrieri e la Confraternita Oscura) avevano una struttura narrativa pazzesca e ricca di quest varie e divertenti, tutto il contrario di quanto vissuto con Skyrim, che seppur impegnandosi, non riuscì pienamente a convincere con le storie delle varie confraternite e gilde. Con Oblivion non posso non citare la famosa festa a Skingrad dove, seguendo gli ordini della Confraternita Oscura, potevamo decidere se uccidere tutti gli invitati per mano nostra o sfruttare i dialoghi per farlo sembrare un incidente, oppure la missione della Gilda dei Ladri in cui ci veniva chiesto di rubare una The Elder Scroll direttamente dalla Torre Imperiale. Insomma, Bethesda non curò solo la storia, ma anche tutto il contorno e le quest rimangono tra le migliori della serie, forse numericamente meno del quinto capitolo, ma certamente più curate. Ancora oggi ricordo piacevolmente l'incarico in cui si chiedeva di dare la caccia al ladro di tombe del cimitero imperiale o quella legata alla cura per il vampirismo.

A dare ulteriore risalto al viaggio ci pensava un'atmosfera eccezionale, esaltata dalle splendide musiche di Jeremy Soule e da ambientazioni verdeggianti e ricche di fauna, flora e temibili creature. Le rovine elfiche, così splendide e immerse nelle foreste e la Torre Imperiale che si poteva notare a chilometri di distanza; indimenticabili le città, dalla nevosa Bruma fino alla mediterranea Anvil per poi passare a Skingrad, Bravil e la maestosa ed enorme Città Imperiale, composta da quartieri commerciali e zone portuali.

Vero, il gameplay non era minimamente paragonabile al perfezionato Skyrim, ma per l'epoca era più che soddisfacente e offriva un bel po' di spunti, soprattutto se si sfruttava la magia e i svariati incantesimi a disposizione. La Gilda dei Maghi, per esempio, dava la possibilità non solo di sbloccare ingredienti alchemici rari, ma anche magie molto potenti e in grado di annientare i nemici con estrema facilità.

The Elder Scrolls IV: Oblivion si espanse con numerosi DLC, tra cui i due più importanti: Knights of the Nine e Shivering Isles. La prima espansione non fu nulla di memorabile in realtà, ma la seconda rimane ancora oggi, probabilmente, uno dei contenuti aggiuntivi più belli mai realizzati dai Bethesda.

Shivering Isles ci immergeva in un nuovo mondo di gioco, più fiabesco e maggiormente vicino al concetto di "pazzia", non così distante da una papabile ispirazione con Alice nel Paese delle Meraviglie. Bethesda riuscì a confezionare un'espansione grande e ricca di tantissime nuove quest, creatura ed equipaggiamento, forse una delle esperienze DLC più belle della generazione Xbox 360/PS3.

A distanza di 16 anni The Elder Scrolls IV Oblivion rimane un'opera meravigliosamente imperfetta, in grado di immergere in un mondo fantasy ricco di atmosfera e storie profonde. Non c'è nulla da fare, aimè il tempo scorre veloce, ma le oltre 400 ore passate nello straordinario mondo di Cyrodill rimangono, ancora oggi, tra le migliori della mia vita.