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The Last Oricru | Recensione

The Last Oricru è un action GDR che promette di offrire una narrativa non lineare in cui le scelte del giocatore sono cruciali.

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a cura di Giacomo Todeschini

Editor

Quello di Icaro è sempre stato uno dei miei miti preferiti e ammetto di averlo usato anche forse più del dovuto nel corso dei miei anni da redattore. Il fascino di tale novella, e di tutti i significati e messaggi di cui è intrinseca e pregna, è infatti innegabile, come innumerevoli sono anche i casi in cui è possibile usarla come metafora. Come non citare, ad esempio, in tal senso il tutto sommato recente Dolmen, ambizioso souls-like nello spazio che ha visto le sue ali bruciarsi ben prima anche solo di avvicinarsi al sole. Puntare oltre alle proprie capacità, insomma, non è sempre una strada saggia: sarà riuscito The Last Oricru, titolo d’esordio dei cechi GoldKnights, a fare propria tale lezione o vedrà i suoi arti di cera sciogliersi poco dopo il decollo?

Abbiamo recensito il gioco con il seguente PC:

Faber est suae quisque fortunae

The Last Oricru è, come definito dai suoi stessi creatori, un action RPG dotato di un’esperienza narrativa non lineare, ossia condizionata fortemente da quelle che sono le scelte del giocatore. Delle premesse decisamente altisonanti, ma che a onor del vero vengono tutto sommato rispettate dal gioco. Andiamo però con ordine.

L’opera di GoldKnights ci mette nei panni di Silver, un umano dotato dell’incredibile possibilità di poter ritornare in vita una volta morto, nel bel mezzo di una vera e propria guerra civile. Da una parte abbiamo infatti i Naboru, la razza dominante responsabile del fiorire di Wardenia, il pianeta dove si svolgono le vicende del titolo, mentre dall’altra i Ratkins, bellicosi esseri metà ratto metà umani costretti a vivere come schiavi dai Naboru e pronti a ribellarsi al loro giogo. Una terza incomoda fazione è quella della Broken Army, composta da misteriosi e potenti esseri spinti da motivazioni ancor più criptiche e da un’incessante sete di sangue. Un quadro politico-sociale, insomma, particolarmente variegato, dove non esiste né lo yin né lo yang e del quale saremo il classico ago della bilancia.

Catapultati nel ben mezzo di questo scenario, che amalgama insieme scenari fantasy con elementi fantascientifici, ci troveremo quindi a prendere scelte che ci spingeranno verso determinate fazioni e contro altre, con il classico sistema dei punti affinità che ci verranno assegnati in base alle nostre decisioni. Il tutto alla fine dei conti convince, con i bivi narrativi che ci vengono proposti che sono effettivamente tali e non meri specchi per le allodole. Abbracciare una fazione o l’altra, così come compiere o meno determinati incarichi, ha infatti impatti ben pensati all’interno dell’ecosistema di gioco, con alleati in un walkthrough che possono ad esempio diventare insidiosi boss in altre partite e così via. Un impianto di gioco, capiamoci, sotto tale punto di vista non certo estesissimo, ma in grado di regalare biforcazioni narrative degne di tale nome e una narrazione che si compone in base alle scelte del giocatore. Insomma, le promesse di The Last Ocricru per un’esperienza narrativa non lineare possono quindi dirsi rispettate.

The Last Oricru, tra cooperativa e problemi tecnici

Se l’opera prima di GoldKnights mi ha quindi tutto sommato convinto sulla parte narrativa, regalandomi la sensazione di essere l’artefice del mio destino, sul lato del gameplay The Last Ocricru lascia purtroppo il fianco esposto a più di una critica. Il gioco si fregia di una struttura da action-GDR decisamente tradizionale, contaminata da qualche oramai immancabile influenza da souls-like, che difetta però non solo di quel quid che fa scattare la scintilla, ma anche di una completa pulizia di fondo. Le animazioni sono infatti legnose e poco armoniose, i menu rivedibili e il sistema di combattimento non esattamente rifinito.

Gli scontri con i vari avversari si traducono infatti spesso e volentieri in dei balletti scoordinati, in cui i nostri nemici sono in grado di ruotare innaturalmente su sé stessi e colpirci in modi assolutamente imprevedibili. Tale legnosità e poca armoniosità degli scontri è un vero peccato, in quanto in realtà The Last Oricru è dotato di un sistema di combattimento con delle basi valide. Alle classiche dinamiche da souls-like, come parry, schivate e quant’altro, si vanno infatti ad aggiungere dei poteri speciali delle singole armi/scudi e degli incantesimi, tra cui anche alcuni esclusivi della modalità cooperativa.

Uno dei punti di forza del titolo è infatti proprio la possibilità di giocarlo in compagnia di un alleato, che non interviene nelle scelte narrative ma che ci assisterà nei vari scontri, anche in locale con tanto di split-screen. Una meccanica che da una spinta in più al gioco, considerando anche come non sia necessario disporre dello stesso livello né tantomeno dello stesso avanzamento in gioco per poter collaborare. Non male sono soprattutto gli incantesimi citati poco fa, ossia quelli esclusivi per tale modalità, come ad esempio la possibilità di creare una sorta di catena fulminante tra i due giocatori. Insomma, qualche trovata niente male, che dona una maggiore unicità al titolo. Peccato però che, come accennato sopra, la pulizia generale del gameplay sia lungi dall’essere ottimale.

Pure sul piano tecnico, come potete comodamente osservare da queste immagini, The Last Oricru non colpisce particolarmente, risultando anzi arretrato. Capiamo benissimo che si tratta di una produzione non in grado di combattere ad armi pari con un tripla A, e ci mancherebbe altro, ma non era forse il caso puntare su uno stile in grado di render maggior giustizia al titolo?

Voto Recensione di The Last Oricru


6.2

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • Narrativa interessante

  • Qualche spunto non male

  • Setting tutto sommato riuscito

Contro

  • Gameplay decisamente da rifinire

  • Tecnicamente non è un granchè

Commento

The Last Oricru è un titolo altamente derivativo che riesce però nel suo intento di perseguire una narrativa non lineare, grazie a una trama che si costruisce direttamente su quelle che sono le scelte del giocatore. Purtroppo un comparto ludico ampiamente da rifinire e un aspetto tecnico lungi dall’essere al top tarpano le ali a un titolo che, se avesse voluto volare più in basso, avrebbe forse potuto raggiungere traguardi ben maggiori.

Informazioni sul prodotto

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The Last Oricru - PC