Townsmen Recensione, da mobile a Switch l'impresa è ardua

Townsmen è un town builder che vi porterà nel Medioevo, con l'obiettivo di costruire e amministrare il villaggio più bello all'interno del quale vivere.

Avatar di Mario Petillo

a cura di Mario Petillo

Contributor

Declinare un titolo nato su mobile su Switch può sembrare inizialmente una mossa più che indovinata: d'altronde la console ibrida di Nintendo si presta benissimo al gioco in mobilità, quello fuori casa, ma anche all'interno delle mura domestiche con il solo obiettivo di non focalizzare la propria attenzione su uno schermo superiore ai 27 pollici e di rimanere comodi sul divano o sul proprio letto con la console tra le mani. Eppure può capitare che un porting subisca conseguenze poco gradevoli, come accaduto con Townsmen, un city builder con grandi vene strategiche che al di là di quelli che sono i contenuti puri del gioco, denota qualche problematica a partire dai controlli.

Da mobile a ibrido

Townsmen è una fortunata serie di giochi mobile, arrivata al quinto capitolo su mobile, e che finalmente adesso sbarca su Switch: le intenzioni sono tutte lodevoli, se non fosse che il titolo ci mette dinanzi a delle proposte molto piatte, senza alcun tipo di inventiva e prive di quel colpo di genio che potrebbe aiutarlo a emergere da quel mare magnum che è la produzione strategica degli ultimi anni. Non molti mesi fa vi abbiamo parlato di Theme Hospital e di come fosse riuscito a realizzare uno strategico pregno di contenuti geniali e di trovate assolutamente gradevoli, oltre ad aver messo in piedi una struttura più che funzionante. Basti pensare anche solo a Civilitation o Sim City o qualsiasi altro town builder vi venga in mente per poter trovare una giustificazione al loro essere diventati famosi. Ciò che tradisce Townsmen è proprio la natura casual, che è tipica dei titoli mobile, e che nel porting su Switch diventa un problema non da poco.

Nei primi venti minuti circa di approccio al titolo, e al suo lunghissimo ma giustificato tutorial, è facile accorgersi di come i comandi siano una vera spina nel fianco. L'implementazione non è delle migliori, ma d'altronde si è sempre detto - sfido a trovare qualcuno che sostenga il contrario - che uno strategico necessiti di un mouse e di una tastiera per essere giocato al meglio e per poter performare nel migliore dei modi possibili. Doversi quindi improvvisare con i tasti azione e le levette analogiche non è un'ottima prospettiva, così come farlo con il touchscreen, dato che la mappa conterrà talmente tanti elementi da mettervi in difficoltà su cosa premere e come farlo. Ciò detto addentriamoci più nei dettagli di Townsmen: il background narrativo, leggiadro e figlio esclusivamente di un palliativo inserito esclusivamente per giustificare l'incedere delle vicende, ci riporta in un'epoca medievale, con delle meccaniche che sono molto vicine a quelle che erano le necessità del tempo: la problematica delle tasse affliggerà sempre i vostri conti, così come i possibili incendi, le piogge torrenziali che arrecheranno problemi al raccolto, fino all'invasione dei barbari vicini al vostro villaggio.

Come già detto avrete un lunghissimo tutorial, da un lato giustificato dall'ingente numero di contenuti offerti da Townsmen, dall'altro decisamente troppo prolisso: apprendere le varie meccaniche vi richiederà anche di portare a termine alcuni obiettivi, molti dei quali sono davvero molto lunghi. È in questa situazione, quindi, che vi ritroverete quasi a capire che il tutorial altri non è che una modalità single player mista a una carriera che vi condurrà attraverso le diverse problematiche che affliggono la vostra vita da governante, di cui la maggior parte elencate già poc'anzi. La curva di apprendimento è comunque gradevole, facendovi partire dalle necessità primarie, come costruire case per i nuovi abitanti del vostro villaggio fino a dover ricollocare delle miniere per esaurimento dei siti di scavi.

Dovrete sempre tenere un occhio molto attento alle richieste dei vostri sudditi, dal cibo ai vestiti, senza dimenticare anche la loro felicità, che passerà dalla costruzione di una taverna fino a quella di una giostra per cavalieri. Quando subentreranno, poi, le necessità belliche e quindi bisognerà fronteggiare l'assalto di qualche marmaglia di barbari, dovrete organizzarvi con una produzione di armi e armature, torri di controllo e anche campi di addestramento. Dalla vostra ci saranno anche i tasti per il fast forward, che velocizzerà tutte le azioni e di conseguenza anche il ciclo delle stagioni.

Rigogliosa primavera, arida estate

Proprio l'alternanza tra le quattro varie fasi stagionali rappresenta uno degli aspetti più curati del gioco: esasperate, per esempio, i concetti che appartengono oggigiorno anche alle aziende agricole più piccole, ossia l'impossibilità di poter avere un raccolto valido durante le ingenti nevicate invernali, oppure alla siccità dell'estate, e avrete un qualcosa di molto simile a Townsmen. Ogni cittadino, pertanto, potrà essere assegnato a delle attività e avere parte dei sudditi impegnati nei terreni da coltivare in pieno inverno non sarà una mossa indovinata: molto più utili potrebbero essere in fase di commercio al mercato o di costruzione di edifici. Al di là di queste uniche varianti sul tema, però, Townsmen fatica a trovare, come già detto, quel colpo di genio che persino nella modalità libera ci possa donare quella soddisfazione di vedere una città crescere: le stesse tecnologie e l'albero dedicato allo sviluppo non riescono a supportarci in una fase di perenne crescita e, per l'appunto, sviluppo.

Tra gli aspetti più gradevoli c'è sicuramente lo stile artistico, che ci dona una città disegnata come un cartone animato, che però non offre grandissima varietà tra i diversi modelli e non riesce a esaltarsi nemmeno nelle animazioni. Così come, quindi, il porting su PC aveva a inizio anno dimostrato qualche lacuna, allo stesso modo fa ora quello per Switch, con l'aggravante dei comandi. Gradevole, invece, la colonna sonora che tiene abbastanza compagnia durante le fasi di gioco, che, vista la natura del titolo, mirano a essere davvero tante. Grazie ai 26 scenari proposti da giocare in single player - data l'assenza del multiplayer - la longevità può goderne a pieno e difficilmente vi ritroverete dinanzi a un gioco finito: piuttosto ciò che potrebbe finire è la vostra voglia di procedere in nuove disavventure.

Scegliendo una di queste partenze vi ritroverete con un villaggio costruito praticamente a metà, pronto per ampliarsi sotto il vostro comando e gestione, seguendo degli obiettivi da portare a termine. Sta a voi decidere se fiondarvi verso questo senso di urgenza che vi verrà messo dai vostri consiglieri, che vi forniranno un binario sul quale procedere, o se dedicarvi esclusivamente a una modalità sandbox, che vi permetterà di agire in maniera indisturbata come meglio credete. Cercando di dare un movente alla vostra spasmodica fame di costruzione e di ampliamento di un villaggio che a lungo andare desidererà solo un fast forward ancora più rapido dell'unico messovi a disposizione.