Travis Strikes Again: No More Heroes Recensione, il ritorno dell'assassino otaku

Abbiamo recensito Travis Strikes Again: No More Heroes, spin off della famosa saga irriverente ideata da Suda51.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

L'irriverenza e la follia stilistica è figlia di tantissimi prodotti videoludici, basti pensare subito a perle grezze come Deadly Premonition E D4: Dark Dreams Don't Die di Hidetaka "Swery" Suehiro che vengono ricordati per la loro narrazione originale e unica. Lo stesso David Lynch con Twin Peaks ha più volte esplorato concetti folli ma indimenticabili e anche Hideo Kojima ci ha abituato più volte a situazioni imprevedibili nei propri videogiochi.

La saga di No More Heroes di Gōichi Suda -  aka Suda51 -si basa proprio su questi principi: follia, imprevidibilità e unicità, mescolandoli tutt'uno con un plot narrativo vicino ai comuni otaku. Dopo due capitoli elogiati dalla critica e dal pubblico, ma da un successo commerciale mai realmente sbocciato, Suda51 ci riprova con Travis Strikes Again: No More Heroes, uno spin off isometrico che funge da prova sul campo per testare il reale interesse del pubblico verso un eventuale terzo capitolo canonico.

Finalmente ti ho trovato...

La storia inizia diversi anni dopo No More Heroes 2: Desperate Struggle, Travis è tranquillo e rilassato nella sua roulotte situata a sud degli Stati Uniti. Passa le giornata a mangiare ramen, guardare film, leggere fumetti e giocare videogiochi; di tanto in tanto il suo gatto, Jeane si fa persino coccolare. Insomma una vita parecchio lontana dalla carriera d'assassino che lo aveva cambiato in passato.

Le cose belle, si sa, prima o poi finiscono. Una sera, dinanzi alla roulotte del nostro fidato assassino otaku, si palesa un energumeno dotato di mazza appuntita pronto per ucciderci. Il perché è presto detto: il suo nome è Bad Man ed è il padre di Bad Girl, una delle antagoniste che abbiamo sconfitto - e ucciso - nel primo capitolo di No More Heroes.

Durante la colluttazione, i due vengono risucchiati nella Death Drive Mk II, una leggendaria console da gioco alimentata a Death Ball, ognuna delle quali comprende un videogioco diverso. La leggenda narra che una volta collezionate tutte e sei le Death Ball, completando i titoli al loro interno, si potrà esprimere un desiderio. Per questo motivo Bad Man e Travis decidono di mettere da parte le proprie divergenze e di collaborare per raggiungere questo fantasioso scopo.

Una volta finito uno dei giochi a disposizione, si ottiene la possibilità di andare alla ricerca delle altre Death Ball. Per farlo occorre salire in moto e godersi veri e propri racconti esilaranti tra i vari personaggi presenti nel mondo di gioco. Si tratta di una lettura che può occupare anche venti minuti di tempo.

Pur essendo ambientato dopo No More Heroes 2, non è assolutamente da considerare come "il terzo capitolo" visto che parliamo di uno spin off in visuale isometrica e con caratteristiche completamente differenti rispetto ai primi due. Il gioco riesce facilmente a destreggiarsi tra combattimenti all'arma bianca e puzzle ed enigmi ambientali.

Dal punto puramente stilistico Travis Strikes Again è impareggiabile esattamente come i predecessori. Sempre contornato dalla sua  natura folle partorita dalla mente di Suda51 e dal suo imprevedibile citazionismo alla cultura pop. Travis è rimasto un personaggio irriverente e carismatico, i dialoghi mai banali e sempre divertenti e la narrazione procede senza pause per tutte le 8 ore necessarie per completarlo. Ogni gioco, inoltre, offre delle opening semplicemente fuori di testa che finiscono per amare il gioco anche solo per la sua originalità.

Datemi una Beam Katana e salverà il mondo!

Come abbiamo già accennato, Travis Strikes Again è completamente in visuale isometrica, allontanandosi dal genere action-adventure per approcciare il puro e galvanizzante Hack & Slash. Sia Travis che Bad Man sono utilizzabili e intercambiabili anche durante lo scontro, non condividono esperienza, vitalità o abilità. Ciò significa che in una situazione critica è possibile cambiare personaggio per cercare di avere qualche speranza in più, in particolar modo contro i boss che riescono a essere carismatici e ostici al punto giusto

L'intero gioco può essere affrontato in co-op con un amico in locale, un buon metodo per divertirsi a schiacchiare Bug!

Il combattimento melee è quindi la parte centrale del gameplay, con Travis in possesso della sua fedele Beam Katana e Bad Man con la sua mazza chiodata, entrambe si esauriscono dopo diversi colpi, ragion per cui è necessario fermarsi temporaneamente per ricaricare la loro energia manualmente. Ciò implica essere scoperti, comportando spesso una morte inevitabile. Per fortuna in nostro soccorso abbiamo le abilità che possono essere trovate nei livelli e consentono di lanciare colpi "speciali" addosso ai Bug! - i nemici del gioco - attenzione però, perché anche le abilità hanno una ricarica a tempo, usarle riflettendoci bene e facendo tesoro delle situazioni è quindi l'opzione migliore.

I diversi attacchi permettono la ricarica anche di una ultimate che può essere utilizzata solo una volta riempita una barra di combo. Le abilità e il combattimento melee non possono che rendere il titolo sempre frenetico e divertente, spingendoci a restare costantemente in movimento ed effettuare combo continue al fine di eliminare anche i nemici più resistenti. Far fuori ondate di creature permette di ottenere esperienza - utile per salire di livelli sia per Bad Man che per Travis - e denaro, ove quest'ultimo è utilizzabile per l'acquisto di simpatiche magliette - skin - per i nostri personaggi e per comprare ramen, necessario per recuperare la vita e donarci importanti bonus. Gli acquisti possono essere fatti nella nostra roulotte che funge a tutti gli effetti da HUB di gioco.

Unreal Engine con il freno a mano

Il modo in cui è stato introdotto l'Unreal Engine non ci ha convinto. Se da una parte lo stile inconfondibile di Suda51 alza l'asticella, dall'altra tutta la componente estetica convince a metà. È da subito chiaro che si poteva fare uno sforzo in più per donare al titolo un impatto visivo migliore e maggiormente curato.

Per fortuna per quanto riguarda l'audio e la colonna sonora c'è ben poco da dire. Le tracce audio sono pressoché perfette e finiscono per galvanizzare ogni scontro di gioco e ogni cutscene. Da questo punto di vista, esattamente come i primi due, è stato svolto un lavoro certosino.