Qualche mese fa vi avevamo parlato di una truffa milionaria ai danni del gioco di calcio FIFA e della causa intentata da Electronic Arts contro il gruppo di giovani hacker. Uno dei membri è stato condannato a pagare una multa da più di un milione di dollari, mentre altri tre affronteranno il giudice a breve.
Ricky Miller, ventiquattrenne di Arlington in Texas se l'è cavata con "solo" una multa da un milione e mezzo di dollari ma almeno ha evitato una pena fino a 20 anni di prigione per frode informatica ed è già stato rilasciato.
I suoi tre compagni Nicholas Castellucci, Eaton Zveare e Anthony Clark, quest'ultimo la mente dietro la truffa, invece attendono ancora la sentenza del giudice.
Ad attirare l'attenzione della polizia federale è stato l'acquisto di un immobile al 14614 Montevideo Drive della piccola cittadina di Whittier, abitata da 85 mila persone, da parte di Clark per 840 mila dollari.
La frode, che ha permesso ai quattro hacker di ottenere fra i 16 e i 18 milioni di dollari, sfruttava un apposito software per giocare rapidamente e contemporaneamente migliaia di partite della modalità Ultimate Team di FIFA 17 e ottenere così della valuta virtuale. I crediti ottenuti erano poi rivenduti ad altri giocatori in cambio di soldi reali.
Quello dei videogiochi è un mercato da 8 miliardi di dollari, quindi queste truffe non stupiscono, soprattutto se il gioco ha una propria economia e migliaia di giocatori. World of Warcraft, The Elder Scrolls Online e in generale gli MMO hanno dato vita a una moltitudine di siti che rivendono oggetti e valuta virtuale nonostante si violi l'accordo di licenza con l'utente finale - il famoso EULA.
Il problema è che questi mercati neri, o al più grigi, sono difficili da eliminare del tutto. Nel caso dei quattro hacker a pesare è stata la creazione di un software apposito per alterare il gioco e lucrarci sopra ma, tolto il modo banale in cui si sono fatti scoprire, ormai è più semplice rubare da un videogioco che da una banca.