Twitch, una streamer accusa la piattaforma di disparità di genere

Twitch è senza dubbio la piattaforma di streaming più grande e più frequentata sul web, ma non può esimersi dalle polemiche degli streamer.

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a cura di Antonio Rodofile

Twitch è senza dubbio la piattaforma di streaming più grande e più frequentata sul web. La piattaforma, di proprietà di Amazon, è sicuramente facile da usare e permette a chiunque di esprimere la sua creatività. Inoltre, gli streamer possono facilmente raggiungere un’ampia fetta di pubblico e ottenere ingenti guadagni. La piattaforma lascia spazio a molti contenuti diversi e a streamer e spettatori di ogni età. Titoli come Elden Ring stanno attualmente spopolando, ma non mancano anche contenuti di intrattenimento di altro genere. Sfortunatamente, un altro aspetto del sito sono i suoi termini e condizioni imperfetti, che possono portare a linee guida offuscate.

Shirahiko, una popolare streamer di Twitch con oltre 20.000 follower, ha twittato la possibilità di intitolare una live "Odio gli uomini". Al contrario, l'alternativa "Odio le donne" è stata eliminata dalla politica di moderazione della piattaforma. La streamer ha poi aggiunto, nella sua ultima live, che l’intento dietro a questo tweet era proprio quello di sottolineare l’incongruenza di queste politiche. Dati i recenti ban per questioni sessiste e razziali, shirahiko ha voluto fare ironia sulla possibilità di odiare un genere ma non l’altro.

Shirahiko stessa ha poi dichiarato di essere vittima di commenti sessisti, che vanno da insulti al sentirsi dire di smettere di giocare ai videogiochi e tornare in cucina. Il tweet ha ricevuto alcune critiche, venendo visto come un’opportunità persa per discutere di sessismo. In molti, inoltre, hanno trovato l’intento ironico di cattivo gusto, dato l’argomento delicato che si estende ben oltre Twitch.

Da quando il tweet è diventato virale, Twitch ha risolto il problema, vietando entrambi i titoli. Un portavoce della piattaforma afferma che il programma è dovuto al sistema automatizzato che, in alcuni casi, associa in maniera erronea le parole considerandole dunque non offensive. Che queste affermazioni siano vere o meno, è comunque da apprezzare il modo in cui la piattaforma continui a risolvere queste problematiche nel momento in cui emergono.