Ubisoft aggredisce alle spalle pirateria e privacy

Ubisoft ha spiegato come funziona il nuovo sistema DRM nei giochi per PC in arrivo nei prossimi mesi. Connessione obbligatoria, ma salvataggi molto frequenti. Lo scambio di dati continuo con un server, però, getta anche ombre sulla privacy dei videogiocatori.

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a cura di Manolo De Agostini

La protezione antipirateria che Ubisoft si appresta a integrare nei suoi prossimi giochi per PC continua a fare discutere. Ieri vi abbiamo riportato l'esperienza di PC Gamer, che ha confermato l'obbligatorietà della connessione per giocare e salvare i progressi. L'articolo ha suscitato grande sgomento tra i nostri lettori (e anche tra quelli di altre testate), tant'è che Ubisoft ha voluto fare alcune precisazioni, raccolte da Arstechnica.

La software house francese ha affermato che fino a quando il gioco non viene chiuso, il sistema continua a provare a riconnettersi per un tempo illimitato. Ripristinato il collegamento ai server Ubisoft, verrete immediatamente riportati alla sessione di gioco interrotta.

Per quanto riguarda i salvataggi, il punto in cui sarete riconnessi cambia da gioco a gioco. Settlers 7, per esempio, vi riconnette nello stesso punto in cui avete perso la connessione, mentre AC2 vi riporta all'ultimo checkpoint (che non è sinonimo di ultimo autosalvataggio). "Ci sono molti checkpoint, quindi sarete riportati al punto dove eravate prima della disconnessione in un batter d'occhio", specifica Ubisoft.

Il sistema antipirateria entra in funzione solo in caso di disconnessione prolungata. Se il vostro PC non riesce a comunicare con il server per un secondo o due il gioco entra in pausa.

In caso di connessione lenta, più che un'eventualità in Italia, non succede nulla. "I nostri servizi online richiedono un bandwidth massimo di 50kbps, quindi anche con le connessioni più lente il gameplay non verrà influenzato".

"È strano che un'azienda voglia sapere ogni volta in cui giocate, obbligandovi a dialogare con i loro server per l'intera sessione. Questo DRM ha influenza sulla privacy?", si chiede Arstechnica, lanciando un altro tema sul piatto. Voi cosa ne pensate?