Ubisoft, emorragia di talenti in corso: che cosa sta succedendo?

Ubisoft sta assistendo ad una fuga di talenti dai suoi uffici canadesi che non ha precedenti e che rischia di inceppare tantissime produzioni.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Nel corso delle ultime settimane Ubisoft si sta ritrovando a dover affrontare una vera e propria fuga di cervelli. Come riportato da Axios, infatti, il publisher e sviluppatore franco canadese sta assistendo ad una serie di licenziamenti in massa, che internamente ha preso il nome de "Il Grande Esodo".

I numeri sicuramente non fanno paura, conoscendo le dimensioni di Ubisoft. Preoccupante è invece scoprire da dove arrivano tutte queste dimissioni e i loro ruoli. Dei 25 talenti migliori che hanno lavorato a Far Cry 6, ad esempio, 5 di loro hanno lasciato la loro società. Stessa cosa accaduta con Assassin's Creed Valhalla: 12 dei 50 sviluppatori con più talento non lavorano più in Ubisoft. In totale ad aver lasciato gli uffici di Toronto e Montreal sono stati un totale di 60 sviluppatori e secondo Axios per il publisher e sviluppatore è un problema così grande che alcuni progetti sono completamente bloccati o addirittura posticipati a causa dello staff mancante.

Cosa ha scatenato queste dimissioni? Secondo le interviste di Axios, la maggior parte dei dipendenti ha scelto di andarsene per svariati motivi. Frustrazione creative, una paga decisamente più passa, posizioni di lavoro più stimolanti altrove e irritazione nella gestione delle accuse di molestie sessuali. Quest'ultima è una parte molto delicata, dove la stessa Ubisoft ha ammesso che in effetti il tutto non sia stato gestito nel migliore dei modi.

Questa emorragia di talenti ha portato il publisher e sviluppatore a dover correre ai ripari. E così, il remake di Splinter Cell (annunciato la scorsa settimana) è stato accompagnato da tantissimi annunci di lavoro, una mossa decisamente atipica nel momento in cui viene svelato un nuovo progetto. Allo stesso tempo però a Toronto e Montreal cercano anche personale per poter lavorare alla nuova strategia NFT e blockchain, definita da Guillemot ancora in stato embrionale e che continuerà ad espandersi.

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