Una riflessione agrodolce a gravità zero

Recensione di Gravity Rush 2, il secondo capitolo dell'action-adventure a basi di campi gravitazionali e metropoli sospese nell'aria nato su PS Vita.

Avatar di Jacopo Retrosi

a cura di Jacopo Retrosi

Abbiamo sviluppato uno strano rapporto di amore-odio con Gravity Rush 2. Dopo quasi 30 ore passate in sua compagnia non siamo ancora stufi di volteggiare senza meta nell'immenso overworld tra le nuvole realizzato dal team nipponico.

È difficile abbandonare su due piedi uno scenario così ispirato e ricco di personalità, e poi ci siamo affezionati alle tante comparse che hanno costellato le nostre peripezie, ai panorami mozzafiato, a Kat e ai suoi modi di fare, al caos seminato da un campo di stasi in scivolata... Ciononostante ci terremo a debita distanza dal rigiocare la campagna; troppi brutti ricordi e parolacce che sarebbe meglio non pronunciare.

GR13

Sony sembra aver scommesso molto sul progetto, eppure dopo mesi di attesa quel che ci ritroviamo tra le mani è un titolo dalla direzione confusa, afflitto da gravi mancanze emerse già in passato, discutibili scelte di design e piccole imperfezioni tecniche non gli rendono giustizia. Ora svogliata, ora frettolosa, ora assolutamente senza senso, la produzione SIE Japan Studio è scostante e palesemente incerta del tipo di esperienza che vuole proporre, o del target a cui vuole fare riferimento. Tutto ciò, sommato alle lacune più volte ribadite, è inaccettabile per un titolo venduto sugli scaffali a prezzo pieno. 

Divertente sì, intrigante pure, in grado di intrattenere e con tanti spunti interessanti, c'è tanto da vedere, giocare a apprezzare in Gravity Rush 2, tuttavia a meno che non siate dei fan sfegatati del primo capitolo vi consigliamo caldamente di aspettare a mettere mano al portafogli.

Se avete amato Gravity Rush, andate a botta sicura con questo sequel, viceversa Kat e compagni non si sono prodigati granché per convincervi cambiare idea. E la frustrazione è sempre dietro l'angolo.