Under the Waves | Provato

Abbiamo provato in anteprima Under the Waves, il nuovo gioco pubblicato da Quantic Dreams incentrata sulla componente narrativa.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Presentato alla scorsa Gamescom Opening Night Live, Under the Waves è una produzione narrativa sviluppata da Parallel Studio e distribuita da Spotlight di Quantic Dreams, ambientata completamente su un fondo marino, motivo che ha spinto i due team francesi a collaborare con Surfrider Foundation Europe per sostenere la salvaguardia degli oceani. In ogni caso era da un po' che non sentivamo parlare del gioco, ma grazie a un invito riservato alla stampa, abbiamo avuto l'occasione non solo di vederlo in azione ma anche di provarlo per la prima volta in assoluto.

Nella mezz'ora a disposizione abbiamo affrontato le prime fasi, cercando di capire l'ambientazione e la storia dell'esperienza, ritrovandoci dinanzi a un gioco che dovrà dimostrare tutte le sue potenzialità attraverso un racconto emotivamente potente e travolgente. Perché questo? Lo scoprirete presto.

Un'avventura sul fondo del mare

Under the Waves è ambientato in un'epoca tecno-futuristica anni '70. Il protagonista è Stanley, un sommozzatore di grande livello che ha deciso di lavorare e vivere in solitudine per una compagnia sul fondo del Mare del Nord. Il motivo che lo ha spinto a distaccarsi dalla comunità della superficie è un grosso lutto che lo ha colpito e che non riesce a superare, nonostante i giorni e le settimane passino.

La tematica del superamento di una perdita non è nuova nel genere videoludico, basti pensare a GRIS. Tuttavia è la prima volta che viene affrontata in un modo così esplicativo, anche facendo fronte ai ricordi dello stesso protagonista e di strane visioni che lo tormentano sia di notte che durante il lavoro stesso.

A ogni modo, Stan non è solo. Comunica costantemente con i colleghi delle piattaforme al di sopra del mare per ricevere incarichi o obbiettivi da completare, ed è sostenuto dalla compagnia di un'intelligenza artificiale che controlla il suo modulo abitativo, ove quest'ultimo non funge altro che da comodo rifugio dove il nostro protagonista può riflettere, comunicare o semplicemente riposarsi.

A bagno con i pesci

Per quanto concerne il modello di gioco, Under the Waves non è la classica avventura in cui bisogna solo esplorare, in realtà ci sono anche delle parti attive che ci obbligano a sfruttare dell'equipaggiamento per superare degli ostacoli o sopravvivere nel fondo del mare. Per esempio, ci è capitato di utilizzare degli esplosivi per abbattere una porta o usare degli stick d'ossigeno per permetterci di continuare a respirare sott'acqua. In realtà molte delle attrezzature di Stan possono essere letteralmente migliorate o prodotte tramite un macchinario presente nel modulo abitativo.

A essere sinceri avremmo preferito un'esperienza più lineare, maggiormente puzzle e meno esplorativa. Il motivo? Semplicemente per una questione di feeling dei comandi: Stan risulta sempre abbastanza pesante e macchinoso da manovrare e l'idea di dover esplorare per trovare risorse aggiuntive o storie secondarie non ci ha convinto moltissimo. Anche il sommergibile, anche se più veloce, non offre mai una sensazione di manovrabilità soddisfacente ed è un peccato se si considera che il gioco è praticamente pensato per muoversi nelle profondità del mare.

In generale se volevamo un'esperienza più aperta o dinamica andavamo a prediligere una produzione diversa, come Abzû, che è più legato all'impatto artistico e quindi maggiormente dinamico o un Subnautica, di genere survival dove quindi diventa fondamentale ricercare materiali. In Under the Waves, in base a ciò che abbiamo visto, non c'è né l'uno né l'altro, perché chiaramente più realistico, volutamente dark e quindi lontano da sperimentazioni artistiche dei due titoli sopracitati.

In questo però c'è del positivo. L'oscuro fondo del Mare del Nord ha un'atmosfera unica, capace di inghiottirci nella sua meravigliosa solitudine e abbaiarci con la sua imponente vastità. Da questo punto di vista il team sembra aver svolto un lavoro encomiabile, registrando suoni reali del fondo oceanico per riprodurli nel gioco. Ed ecco che tra pesci grandi e piccoli e piante marine, la voglia di saperne di più fa da padrone nell'esperienza, anche grazie a un codex in cui è possibile andare a rivedere nei dettagli ciò che abbiamo scannerizzato durante il nostro viaggio.

Per il resto la curiosità è anche su tutta la parte artistica, visto che ciò che abbiamo approcciato riguarda le prime fasi del gioco e non ci hanno dato molte possibilità di verificare ambientazioni più diversificate che in base ai trailer dovrebbero esserci. Di conseguenza rimandiamo questa parte fino a quando non vedremo qualcosa di più corposo.

Tirando le somme

Under the Waves è un videogioco con una componente narrativa che non sembra dopotutto poi così originale. Tuttavia l'ambientazione e il modo in cui si evolverà l'avventura saranno fondamentali per riuscire a capire se il viaggio di Stan riuscirà a convincerci o meno nel suo insieme, non risultando tedioso nel gameplay o nell'esplorazione. Un compito difficile considerando la mole di giochi con un'impronta simile, ma noi vogliamo credere che questa opera di Parallel Studio possa, ad agosto, regalarci un vortice emotivo in grado di sorprenderci.