Un'eroina su Vanity Fair: l'importanza di Aloy sulla prima copertina digitale della testata

Ecco perché Aloy, in copertina per Vanity Fair, ci mostra un traguardo importante per il medium videoludico e le sue rappresentazioni.

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a cura di Valentina Valzania

18 febbraio 2022, una copertina digitale ci fa capire, in modo decisivo, che il mondo sta cominciando a includere i videogiochi, nel loro essere impattanti, creativi e carichi di intrattenimento. Il tutto avviene nel migliore dei modi, attraverso il volto di una delle protagoniste indiscusse dei videogame: la forte e audace Aloy. Ed è per questo che, all'uscita di Horizon Zero Dawn: Forbidden West, sviluppato dal team Guerrilla Games, Vanity Fair decide di celebrare il tanto atteso arrivo, attraverso questa copertina, con la protagonista che padroneggia lo spazio, fissando il lettore senza il minimo timore nello sguardo. Dedicato a lei, un approfondimento interessante che enfatizza la bellezza di un'eroina nel settore vidoeludico, pronta al sacrificio, alla battaglia, alla rivoluzione. Il tutto, perfettamente legato a un piacevole sospiro di sollievo per un personaggio femminile, al centro della narrazione, lontano da stereotipi e sessualizzazione. Possiamo dirlo senza alcun dubbio, un momento davvero importante per l'umanità, o meglio, un piccolo passo per l'uomo e uno enorme per i videogame in quanto medium.

In questo articolo, dedicato all'importanza dell'evento e del messaggio che Aloy e la sua rivoluzione sta trasmettendo, non solo in Italia ma in tutto il mondo, analizzeremo perché questa copertina digitale sia così simbolica e anche quanto lo sia il volto di Aloy, in particolare. Dopo approfondimenti e speciali dedicati alle eroine più interessanti e mozzafiato di questo mondo, dopo interi pezzi volti a elogiare la bellezza di un medium che sta cercando, finalmente, di puntare verso rappresentazioni del femminile più solide, la scelta della testata non può che farci sorridere. Un sorriso carico di soddisfazione per un'ulteriore conquista che va celebrata; un nuovo spazio che è stato conquistato con un lungo e travagliato percorso.

"She is the moment!"

Ma partiamo dal principio, osservando con attenzione l'intera situazione, notando la bellezza di una scelta che, in primo luogo, potrebbe anche risultare "strana". Vanity Fair è una testata giornalistica dall'impatto enorme, dedicata prevalentemente a moda e costume: un magazine ben lontano dai videogame in generale, in tutto e per tutto. Proprio per questo, la scelta di osservare da vicino l'unica e inarrestabile Aloy, nella saga di Horizon Zero Dawn, è risultata così importante e così memorabile. Non è un caso che, a seguito dell'uscita, molti si sono congratulati con PlayStation e Sony per questo incredibile traguardo. Il mondo videoludico diventa, finalmente, qualcosa di più del "semplice" intrattenimento. Un obiettivo che oramai ci eravamo tutti prefissati da anni, nella speranza che nuovi storytelling, e nuovi protagonisti, permettessero di trasmettere al mondo l'enorme potere di questo straordinario medium.

Ma non è finita qui, non è solo questa scelta a essere impattante, ma anche il modo in cui si è deciso di parlarne e su cosa la testata ha deciso di focalizzarsi, a partire dalla copertina fino all'intero articolo scritto da Mario Manca. La copertina è letteralmente padroneggiata dal corpo di Aloy che, sovrastando il nome della testata, ottiene più attenzione rispetto a qualsiasi elemento sulla pagina: il corpo sembra allerta, pronto all'attacco, il volto deciso, maturato rispetto al primo Horizon Zero Dawn. Davanti a lei una scritta, breve e incisiva, che riprende perfettamente il messaggio che Vanity Fair ha deciso di esprimere con il proprio pezzo: Aloy e la rivoluzione.

Un perfetto insieme di forza, coraggio e girl power all'ennesima potenza in grado di trasportarci nell'atmosfera creata dal meraviglioso titolo sviluppato da Guerrilla Games. E, non meno importante, ci fa riflettere su quanto la giovane protagonista stia sempre più diventando un'icona di questa generazione videoludica e delle eroine nel settore. Un vero e proprio emblema della forza narrativa date alle nuove protagoniste, più feroci che mai, pronte a superare la visione maschiocentrica che ha dominato il settore dalla nascita fino alla fine degli anni '90.

Si tratta di un successo importante, simbolico e rilevante per il mercato che, per anni e anni, ha dimostrato un'asimmetria economica gigante, dettata dalle diverse rappresentazioni di genere, proponendo protagonisti prevalentemente maschili in quanto "la donna non vendeva". La rivoluzione di Aloy, diventa quindi importante non solo per il settore stesso ma anche per quelle eroine che, talvolta, sono state sessualizzate, necessariamente affiancate a personaggi maschili oppure rese vuote, scarne. La crescita e lo sviluppo di questi lead characters al di fuori degli stereotipi, in grado "di emanciparsi da qualsiasi stereotipo rappresentativo", citando l'articolo della testata. Così viene elogiata non una super donna, non una creatura in grado di incarnare i desideri sessuali dei giocatori bensì un essere umano che è costituito da debolezze, traumi e voglia di salvare un pianeta post-apocalittico (in questo caso). Dopo editoriali del calibro di Voi forse non volete giocare una protagonista donna, ma noi si, firmato da Stefania Sperandio, forse vi risulterà ancora più facile comprendere il grande peso di questa prima copertina digitale e del suoi significato.

Il mondo videoludico in forte crescita (e miglioramento)

Ma tutto questo, come è stato ampiamente spiegato anche nell'articolo dedicato, non sarebbe stato possibile senza una grande voglia di cambiamento e di interesse nei confronti del lato emotivo e psicologico per quanto riguarda i personaggi che appartengono al mondo di Horizon Zero Dawn. Angie Smets, ideatrice della storia di Forbidden West, ha avuto il piacere di dilungarsi al riguardo, spiegando quanto fosse fondamentale continuare a realizzare dei personaggi universali, reali e in grado di attirare il pubblico mondiale, senza fare differenze di genere tra gamer. L'attenzione della testata, rivolta proprio a questa voglia di "crescere" del settore videoludico, con la speranza di creare nuovi modelli da seguire e nuove avventure con cui intrattenere il nuovo pubblico, ci ha particolarmente convinto. E, di nuovo, è bello vedere l'interesse rivolto verso protagoniste che incarnano quello che speriamo essere il futuro dei videogame: basato su archetipi e mai più su stereotipi estranianti e talvolta ridicoli.

Questa prima copertina è per tutti coloro che hanno contribuito affinché questo medium non solo ottenesse l'attenzione che merita ma riuscisse a superare dei limiti che si era autoimposto. La strada è ancora lunga e le migliorie ancora molte ma gli occhi risoluti di Aloy ci rassicurano: una combattente del genere, arrivata al momento giusto, non potrebbe mai arretrare di un solo centimetro lungo il suo percorso e noi con lei.