Unity, il CEO fa retromarcia: potete sviluppare quello che volete

John Riccitiello ha deciso di scusarsi pubblicamente e chiarire la posizione di Unity per quanto riguarda le microtransazioni.

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a cura di Alessandro Adinolfi

Nel corso degli ultimi giorni, hanno fatto molto discutere le affermazioni di John Riccitiello, CEO di Unity, che ha letteralmente definito idioti tutti gli sviluppatori che non volevano inserire microtransazioni all'interno dei loro videogiochi. Dopo essere stato sommerso di critiche, ora Riccitiello ha fatto un passo indietro, spiegando di essersi sbagliato e che le sue dichiarazioni sono frutto di un errore a livello linguistico.

Riccitiello ha espresso le sue scuse su Twitter, con un lungo messaggio destinato alla community di Unity, affermando che deve a tutti gli sviluppatori che utilizzano questo engine delle scuse. Nelle sue scuse, Riccitiello ha dichiarato che ha sbagliato a utilizzare quelle parole, e qualsiasi gioco prodotto, sia esso per guadagno o per la semplice gioia della condivisione, è meritevole di rispetto.

"Se fossi stato un po' più preciso nel scegliere le parole, avrei detto soltanto questo… stiamo lavorando per fornire agli sviluppatori tutti gli strumenti necessari per far sì che possano ascoltare al meglio i feedback dei giocatori e agire così di conseguenza, e sta a loro decidere come muoversi", le parole di Riccitiello in conclusione della sua lettera di scuse. Un atto ovviamente dovuto, considerando il backlash ricevuto dagli sviluppatori, alcuni anche con profili decisamente importanti, come parte delle persone che hanno lavorato a giochi single player del calibro di Star Wars Jedi: Fallen Order.

Non vogliamo schierarci in difesa di Riccitiello ed è chiaro che avrebbe potuto scegliere parole migliori per spiegare a cosa stanno lavorando in Unity. Resta però da considerare la sua opinione: in un mondo in cui i videogiochi durano (a livello commerciale) appena una settimana, forse sarebbe meglio valutare anche ulteriori strade oltre che alla singola vendita. Punti di vista da business man che oramai non sviluppano neanche più, ma che forse conoscono meglio il mercato di chiunque altro.