USA: i figli giocano troppo ai videogiochi, ma il punto di vista dei genitori non è preciso

Una ricerca rivela che i genitori pensano che i figli giochino troppo ai videogiochi, ma sembra che il loro punto di vista non sia così preciso.

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a cura di Nicola Armondi

L'università del Michigan ha condiviso una ricerca legata ai genitori dei videogiocatori. I risultati segnalano che l'86% dei genitori ritiene che i figli in età adolescenziale passino troppo tempo sui videogiochi: al tempo stesso la ricerca afferma che il punto di vista dei genitori potrebbe essere falsato.

In generale, i genitori sono più propensi ad affermare che i figli passano troppo tempo sui videogiochi rispetto alle figlie (con un rapporto 2:1). Secondo i genitori, sono i maschi quelli più propensi a spendere tre o quattro ore al giorno su tale attività. Sempre secondo i genitori, la passione per il gaming interferisce con altri aspetti della vita quotidiana come: attività familiari (46%), sonno (44%), studio (34%), amicizia slegate al gaming (33%) e attività extracurricolari (31%).

Secondo Gary Freed, pediatra e co-direttore del Mott Children's Hospital National Poll che si è occupato della ricerca, "molti genitori credono che i videogiochi possano essere un bene per i ragazzi, ma al tempo stesso segnalano una serie di impatti negativi in seguito a sessioni prolungate. I genitori dovrebbero comprendere le abitudini di gioco dei figli e imporre un limite ragionevole per fare in modo che non vi sia un impatto sul sonno e sulle relazioni."

Precisamente, il 71% dei genitori pensa che i videogame possano avere un impatto positivo, ma comunque il 44% cerca attivamente di limitarne l'utilizzo. Sono sopratutto i genitori con figli tra i 13 e i 15 anni a cercare di imporre dei limiti. Quest'ultima fascia, inoltre, tende a tenere maggiormente conto del PEGI/ESRB per capire se i giochi sono appropriati.

I genitori usano varie strategie per limitare il tempo che i figli passano sopra i videogiochi. Ad esempio, li incoraggiano a fare altre attività (75%), impongono limiti di tempo (54%), danno motivi per smettere di giocare (23%) e nascondono l'hardware fondamentale per giocare (14%).

Infine, pare che la percezione dei genitori sia in realtà falsata. Secondi quanto riportato, circa un ragazzo su due gioca almeno tre ore. Dei restanti, il 13% addirittura non gioca tutti i giorni. Eppure, tra i genitori, solo il 13% è convinto che i propri figli giochino di più degli altri, mentre il 78% pensa che i propri figli giocano tanto quanto gli altri, se non meno. Questo significa che i genitori non hanno un'idea precisa delle abitudini medie dei giovani e quindi non sanno come rapportarsi con il fenomeno.

Freed afferma che i genitori dovrebbero mostrare interesse verso i videogiochi dei propri figli, comunicando positivamente con loro e definendo limiti salutari. Non bisogna inoltre dimenticare di impostare alti livelli di sicurezza sul versante privacy. I videogiochi, sopratutto con la fascia 15-18, possono essere un ottimo modo per creare un dialogo con i figli e parlare poi anche di altri argomenti.