V-sync: barattare un problema per un altro

Il dilemma è sempre lo stesso: disabilitare il V-sync e convivere con il tearing, o abilitarlo e tollerare stuttering e lag? Nvidia promette di cancellare le nostre preoccupazioni con una tecnologia a refresh rate variabile basata su un modulo hardware chiamato G-Sync. Ecco le prime impressioni.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

V-sync: barattare un problema per un altro

La sincronia verticale, o V-sync, è una soluzione molto vecchia per affrontare il problema del tearing. Abilitando il V-sync si dice alla scheda video di provare a tenere il passo del refresh dello schermo, eliminando il tearing interamente. L'aspetto negativo è che, se la vostra scheda video non può tenere il frame rate costante e questo - su uno schermo a 60 Hz - scende sotto i 60 FPS, gli FPS effettivi vanno avanti e indietro tra multipli di interi del refresh rate dello schermo (quindi 60, 30, 20, 15 FPS e così via), causando un chiaro e percepibile stuttering.

Quando il frame rate scende sotto la frequenza di refresh, incontrerete dello stuttering con il V-sync on

Inoltre, dato che si forza la scheda video ad attendere e a volte ad affidarsi a un terzo back buffer, il V-sync può introdurre un lag aggiuntivo in ingresso alla catena. Perciò, il V-sync può essere sia una benedizione che una maledizione, negoziando un compromesso per un altro insieme di compromessi. Un sondaggio informale in ufficio ci porta a credere che generalmente la maggior parte dei giocatori mantenga il V-sync disabilitato, e lo attivi solo quando il tearing diventa insopportabile.

Soluzione creativa: Nvidia introduce G-Sync

Con la presentazione della GeForce GTX 680 Nvidia ha abilitato una modalità nei driver chiamata Adaptive V-sync, che cerca di mitigare i problemi con il V-sync attivandolo in presenza di frame rate superiori al refresh rate del monitor, e poi spegnendolo rapidamente se le prestazioni scendono sotto al refresh rate. Anche se questa tecnologia fa un buon lavoro, è più una scorciatoia che non impedisce il sopraggiungere del tearing quando il frame rate scende sotto il refresh del monitor.

L'introduzione del G-Sync è molto più interessante. Nvidia ha mostrato che, anziché forzare le schede video a lavorare con monitor dal refresh fisso, possiamo far lavorare gli ultimi schermi a refresh variabili.

Il frame rate della GPU determina il refresh del monitor, eliminando gli artefatti dovuti al V-sync attivato o disattivato

Il meccanismo di trasferimento dati basato su pacchetti della DisplayPort fornisce un'opportunità. Usando intervalli di chiusura variabili nel segnale video DisplayPort, e rimpiazzando lo scaler di un monitor con un modulo che lavora con segnali di chiusura variabili, uno schermo LCD può essere pilotato con un refresh rate variabile allineato al frame rate prodotto dalla scheda - fino al limite di refresh rate dello schermo, ovviamente. In pratica Nvidia ha seguito un approccio creativo nell'uso di specifiche capacità abilitate dallo standard DisplayPort, cogliendo l'opportunità di prendere due uccelli con una fava.

Anche se non siamo ancora ai test dobbiamo comunque elogiare l'approccio creativo alla soluzione di un problema davvero reale che impatta sul gaming su PC. Questa è vera innovazione. Tolti i preamboli doverosi, è venuto il momento di chiederci: quanto funziona bene il G-Sync? Nvidia ci ha inviato un engineering sample di Asus VG248QE con scaler rimpiazzato da un modulo G-Sync. Passiamo ai fatti!