Videogiochi e accessibilità: una piccola rivoluzione, per tutti

Il binomio videogiochi e accessibilità è un argomento sempre attuale, che oggi approfondiamo osservando come e quanto le cose siano cambiate.

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a cura di Michele Pintaudi

Editor

Da grandi appassionati di videogiochi quali siamo, non possiamo non rimanere a bocca aperta di fronte a tutte quelle piccole grandi rivoluzioni a cui assistiamo ogni anno. Cambiamenti più o meno radicali, che col tempo hanno trasformato in maniera incredibile un medium che in origine era percepito in modo totalmente diverso: da “semplice” forma di intrattenimento, insomma, il videogioco è divenuto uno strumento di comunicazione a tutto tondo.

Nel vasto e complesso panorama dei media contemporanei, troviamo spesso e volentieri la predisposizione e (giustamente) la necessità di rendere il tutto fruibile a un pubblico che sia il più ampio possibile: tutti devono in pratica avere accesso all’intrattenimento, senza alcuna esclusione. Alcuni impedimenti di vario genere possono però rallentare o limitare questa fruizione, come ad esempio in casi di disabilità o impedimenti di carattere strutturale: è in queste situazioni che serve un’ulteriore piccola rivoluzione, per rendere il tutto conforme a un carattere ormai fondamentale. L’accessibilità.

Videogiochi e accessibilità: da dove cominciare

L’esplosione del videogioco non solo come medium, ma come vera e propria parte integrante della cultura popolare ha posto l’industria di fronte a nuove sfide. La forte crescita, anche e soprattutto a livello di pubblico, ha reso necessario lo sviluppo di soluzione per andare incontro a bisogni ed esigenze sempre più precise: i numeri, del resto, parlano forte e chiaro. Un’analisi firmata Scope, associazione da sempre impegnata nell’integrazione delle persone con disabilità, ha infatti mostrato come:

  • Nel Regno Unito troviamo più di 14 milioni di milioni di persone disabili
  • Il 66% dei videogiocatori con disabilità hanno riscontrato barriere nella fruizione del medium
  • Il 22% lamenta l’assenza di controller adatti, mentre il 18% ritiene che le console debbano essere più accessibili.

Il binomio videogiochi e accessibilità diventa dunque centrale, e realizzare soluzioni pratiche è di conseguenza fondamentale per portare avanti un’industria che, nei soli Stati Uniti, vale oggi quasi 100 miliardi di dollari. Come fare? Tornando indietro di qualche decennio troviamo sì alcuni supporti, perlopiù legati a versioni seminali della realtà virtuale, pensati per garantire una migliore accessibilità al mondo del gaming. Si trattava però di soluzioni molto di nicchia, inserite perlopiù all’interno di contesti accademici ben lontani dal panorama mainstream. Poco alla volta, però, le cose sono cambiate.

Nel 2012 nacque Game Accessibility Guidelines: una piattaforma ricca di consigli, idee e vere e proprie direttive su come rendere un prodotto videoludico davvero accessibile. Fu l’inizio di un percorso molto importante, che negli anni è stato ampiamente riconosciuto sia dalle aziende che dagli utenti di ogni angolo del mondo. È infatti incredibile notare come spesso bastino dei piccoli, piccolissimi accorgimenti per rendere ancor più fruibile un’esperienza del genere.

La possibilità di selezionare una particolare impostazione cromatica, un comparto audio progettato in un certo modo o la semplice dimensione dei caratteri: un minimo dettaglio, numeri alla mano, va a cambiare davvero le carte in tavola. Da queste linee guida sono nati diversi progetti che col tempo hanno preso piede in maniera importante, approdando finalmente anche in contesti di dimensioni molto più elevate.

Un colosso come Microsoft, ad esempio, ha progettato Xbox Adaptive Controller: la soluzione perfetta, e sviluppata in collaborazione con la community, per consentire a chiunque di vivere l’esperienza di un videogioco in maniera davvero accessibile. Si tratta di un controller compatibile con numerosi dispositivi e, soprattutto, incredibilmente personalizzabile: tutti come dicevamo devono avere la possibilità di giocare, senza limiti. E questo è solo l’inizio.

Quale futuro l’accessibilità nel gaming?

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’integrazione sempre più marcata di soluzioni del genere all’interno di videogiochi e console, e oggi praticamente ogni titolo presente sul mercato si presta a rendere ancor più solido il legame tra videogiochi e accessibilità.

Pensiamo a esperienze recenti come Gears 5 e Ratchet and Clank: Rift Apart, due giochi nei quali è possibile selezionare palette di colori ben precise adatte a diverse condizioni legate all’ipovisione. Con Grounded, Obsidian Entertainment ha addirittura sviluppato un sistema pensato per chi soffre di aracnofobia: nelle opzioni del gioco è infatti possibile rimuovere zampe, mandibole, occhi e persino gli effetti sonori, senza al contempo influenzare il livello di sfida generale.

Un’altra concezione che merita senza dubbio una menzione d’onore è legata agli audio games, soluzioni progettate appositamente per chi soffre di disabilità visive molto gravi e debilitanti. Progetti di questo tipo sono tra quelli nati decenni fa, che negli ultimi anni stanno passando da ambienti di sperimentazione a contesti più vicini al pubblico. Persino in Italia troviamo un’azione più che concreta da questo punto di vista, con il CTO di Italian Games Factory Ivan Venturi in prima linea per promuovere questa tipologia di strumenti.

Grazie agli audio games nasce un nuovo modo di concepire il videogioco, dove la componente ludica viene affiancata da un impianto narrativo curato ancora più in profondità: ha così origine un’esperienza diversa, unica e soprattutto accessibile. Senza tralasciare anche ciò che avviene lato sviluppo, con studi e professionisti che possono dare sfogo alla loro creatività con una produzione, in questi casi, dai costi molto più contenuti rispetto a un videogioco tradizionale.

Ciò che ci riserverà il futuro in tal senso è chiaramente un’enorme incognita: come dieci anni fa non avevamo idea di come ci saremmo rapportati oggi al tema dell’accessibilità nel gaming, oggi non possiamo sapere con certezza cosa ci aspetta nei prossimi anni. Oggi c’è però molta più consapevolezza, sia da parte di chi progetta che dal punto di vista di chi vive il videogioco in tutta le sue forme. Un aspetto questo che lascia ben sperare, anche e soprattutto nello sviluppo di nuove tecnologie che tutti noi non vediamo l’ora di poter ammirare.

Chiudiamo con una segnalazione interessante per coloro che sono alla ricerca di prodotti volti all'accessibilità, le cui potenzialità non vengono purtroppo sempre comunicate a dovere. Negli anni sono nati molti database che raccolgono tutte le informazioni necessarie per vivere il videogioco a 360°, e una di queste la troviamo sul sito ufficiale nella NLS (National Library Service). Si tratta di una lista piena di risorse, consigli e piattaforme incentrate sul tema videogiochi e accessibilità: forse è “solo” un elenco ma, a uno sguardo più attento, apparirà evidente quanto anche questa sia una piccola grande rivoluzione. Per tutti.