Videogiochi e ruolo delle donne, siamo tutti nerd misogini?

Una specialista in analisi culturale ha subito le minacce di troll misogini amanti dei videogiochi.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Qualche lettore forse la conosce, qualcuno magari si è anche sentito offeso da lei, ogni tanto. Si chiama Anita Sarkeesian e da tempo pubblica i video della serie Tropes Vs. Women nei quali analizza il ruolo delle donne nei videogiochi e nel mondo tech in generale.

Anita applica metodi di analisi culturale ai videogiochi, e generalmente è molto efficace nel dimostrare che esiste un problema di maschilismo diffuso che meriterebbe attenzione. Molto spesso però il dibattito non c'è, e ne prendono il posto persone aggressive e violente.

Si va dall'insulto alla minaccia di morte, passando dall'immancabile stupro come strumento punitivo. Gli autori di questi messaggi vogliono usare questi metodi per dimostrare di non essere misogini né violenti, il che è come minimo paradossale. Questi personaggi non rappresentano tutto il mondo dei videogiochi ma riescono sempre a farsi sentire più degli altri.  

Ce sono anche tante altri che restano a guardare, magari ridendo sotto i baffi nel leggere gli insulti e le minacce che qualcun altro aveva il coraggio di scrivere e pubblicare. E poi c'è una maggioranza silenziosa, persone più civilizzate che però non fanno nulla per evitare che accadono queste cose, rendendosi in questo modo complici.

Di recente il suo lavoro ha richiamato l'attenzione di personaggi famosi come Joss Whedon, William Gibson, Cory Doctorow, Will Weathon e altri. Tutti uomini molto amati nel mondo dei nerd e dei geek, e tutti hanno le hanno fatto i complimenti per la qualità del suo lavoro. Un apprezzamento che a qualcuno non è andato giù.

Anita Sarkeesian finora aveva comunque resistito con molta forza, ma alla fine si è passato il segno. Questi troll misogini sono riusciti a trovare lei e i suoi famigliari e a minacciarla in modo credibile, inducendola a lasciare casa sua nel timore di una vera aggressione.

Qualcuno potrebbe pensare che sia un caso eccezionale ma non è così: purtroppo casi simili ci sono stati in passato. Ma com'è possibile? Davvero i giocatori del mondo non sono capaci di rispondere in modo civile, d'intavolare un dibattito?

Insomma, sembra proprio che la comunità videoludica debba interrogarsi sul rapporto con il Femminile. Giocatori, programmatori, editor e gli altri: non sono tutti misogini ignoranti e potenzialmente violenti, ma sono molti a ricadere in questo o quell'altro stereotipo.

Non sarebbe tanto grave: la cosa drammatica è che in generale si rifiuta apertamente il dibattito ogni volta che si toccano certi argomenti. Come si fa a dire che il videogioco è una forma d'arte matura, se poi non è aperto alla critica culturale? Anche tra i lettori di Toms' Hardware, ne siamo certi, l'argomento ha sollevato più di una discussione. Che cosa ne pensate?