Videogiochi, la Francia suggerisce di evitare l'utilizzo di alcune parole straniere

Una nuova legge vieterà ai dipendenti di realtà pubbliche di utilizzare i termini stranieri del settore dei videogiochi.

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a cura di Alessandro Adinolfi

La Francia ha sempre cercato di preservare la sua lingua, traducendo e adattando tantissimi termini e parole di utilizzi comune nelle altre lingue. Questa preservazione, da lunedì, colpirà anche i videogiochi, seppur in maniera molto limitata. A riportare la notizia è The Guardian, quotidiano britannico, che cita direttamente l'AFP.

Come riportato online, non tutti i cittadini saranno colpiti da questa nuova legge che impedisce l'utilizzo di termini inglesi per parlare di alcuni aspetti legati ai videogiochi, ma solamente coloro che lavorano con il pubblico (il personale governativo). Da ieri, per tutti coloro che lavorano nei comuni e in altre realtà pubbliche è sostanzialmente obbligatorio tradurre i termini come pro gamer e streamer in "joueur professionnel" e “joueur-animateur en direct”.

Ci sono diversi motivi per cui il Ministro della Cultura ha preso questa decisione. Il primo, come già detto in apertura di questa news, riguarda la preservazione della lingua francese, che da sempre è uno degli obiettivi principali di tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese. Il secondo, invece, è legato all'inclusività. Secondo il Ministro della Cultura francese, infatti, l'utilizzo di alcuni termini inglesi rischia di essere una barriera per la comprensione da parte di chi non gioca ai videogiochi.

Il ban dei termini inglesi ovviamente non riguarda le conversazioni dei singoli cittadini, ma esclusivamente le pubblicazioni e i decreti legge. Qualsiasi materiale che esca da un ufficio governativo o di una realtà controllata dal governo, come possono essere per esempio i trasporti pubblici o i musei, dovrà dunque tradurre i vari termini inglesi legati ai videogiochi. Una scelta che sarà vista dal resto dell'Europa (o del mondo) molto stranamente, ma per un paese come la Francia, che mira a escludere qualsiasi forma di contaminazione da parte di influenze straniere, è in realtà all'ordine del giorno da oramai tantissimi anni.