Dragon Ball, i videogiochi più significativi

In attesa di Dragon Ball Z: Kakarot, scopriamo i titoli più significativi, per le più disparate ragioni, dedicati all'opera di Akira Toriyama.

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a cura di Andrea Maiellano

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A pochi giorni dall’uscita di Dragon Ball Z: Kakarot, abbiamo deciso di fare un tuffo nel passato per andare a scoprire i giochi, che per una ragione o per l’altra, spiccano in quell’immenso calderone di titoli dedicati all’opera di Akira Toriyama. In attesa, quindi, di scoprire se la nuova produzione di Cyberconnect riuscirà a regalare ai fan di Goku il “Tie-In defiitivo”, andiamo a scoprire quali produzioni del passato meritano di essere riscoperte ancora oggi. 

Dragon Ball Z Ultimate Battle 22 e Final Bout

Entrambi sviluppati da TOSE, Dragon Ball Z Ultimate Battle 22 e Dragon Ball Final Bout, non presenziano in questo elenco per via dei loro meriti videoludici. Entrambe le produzioni, difatti, erano al limite del mediocre, per non dire peggio, ma hanno rappresentato per la celebre “generazione Playstation”, l’unica trasposizione videoludica presente nella seconda metà degli anni novanta disponibile sul mercato. Moltissimi, come chi sta stilando questa lista, li avevano nella propria collezione e non c’era difetto grafico, o di gameplay, a cui non si potesse soprassedere pur di poter far lanciare una Kamehameha a una manciata di poligoni che pretendevano di assomigliare a Goku. Per questo li consideriamo, molto soggettivamente, due titoli molto rilevanti per i fan del franchise, specialmente nel Bel Paese, in quanto furono per un buon quinquennio la più celebre delle rappresentazioni videoludiche dell’opera di Akira Toriyama.

Dragon Ball Origins 

Quando si trae ispirazione dalle produzioni migliori presenti sul mercato, difficilmente si sbaglia e la serie Dragon Ball Origins, sviluppata da Game Republic per Nintendo DS, ne fu un il chiaro esempio. Con meccaniche di gioco similari a quelle di The Legend Of Zelda: Phantom Hourglass, i due capitoli della serie ripercorrevano la storia di Dragon Ball partendo dall’arco di Pilaf fino al termine della saga del Fiocco Rosso, in una produzione che amalgamava azione, esplorazione, combattimenti in tempo reale e soprattutto, che riusciva a dimostrare che era possibile proporre dei giochi ispirati all’universo di Akira Toriyama che risultassero convincenti e contenutisticamente solidi.

Il merito fu anche della peculiare scelta di ripercorrere una parte della storia costellata da avvenimenti maggiormente disimpegnati, e da combattimenti molto più fisici, rispetto alla serie Z che permisero alla serie Dragon Ball Origins di trasformarsi in una delle celebri “hidden gems” della console portatile di Nintendo.

Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 2 e 3

É davvero difficile pensare a un possessore di una Playstation 2, casual o hardcore gamer che sia, che non avesse una copia di uno dei due sequel di Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi nella sua collezione. D’altronde stiamo parlando di una trilogia che riuscì a trasporre in tre dimensioni le stesse vibrazioni che gli scontri del manga trasmettevano ai lettori, il tutto corredato da uno dei roster più vasti mai visti in una produzione dedicata all’opera di Toriyama. Seppur poco premiati dalla critica di settore, principalmente a causa di un gameplay troppo semplicistico e di una monotonia delle situazioni offerte, proprio la capacità di essere adatti a ogni tipologia di giocatore ha reso Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 2 e 3, i capitoli più amati del franchise, in grado di definire la direzione futura dei tie-in dedicati a Goku e compagni.

Dragon Ball Xenoverse

I due capitolo della serie Xenoverse non hanno mai brillato per le loro prodezze tecniche o contenutistiche ma è innegabile che si tratti di due produzioni che hanno avuto il merito di provare a osare quando i tie-in dedicati a Dragon Ball stavano cominciando a risultare sempre uguali nella formula che proponevano ai giocatori. Mischiare basilari elementi da MMO e da GDR alla struttura della serie Budokai Tenkaichi sembrava una follia ma per certi versi l’originale punto di vista offerto da Dragon Ball Xenoverse riuscì a risultare divertente anche se cadeva vittima delle eccessive semplificazioni nelle meccaniche di gioco, a cui Bandai Namco aveva abituato la sua utenza. Pur rimanendo un successo commerciale confinato alla sola terra del Sol Levante, considerando che in Occidente è stato accolto tiepidamente, la peculiare storia di Trunks, su cui ruotano gli avvenimenti di Dragon Ball Xenoverse, merita di essere considerata come un tassello rilevante della crescita del franchise in termini prettamente videoludici. Probabilmente senza il successo ottenuto dai timidi cambiamenti apportati da questa saga, Bandai Namco non avrebbe mai scommesso su un titolo story driven come il prossimo Dragon Ball Z Kakarot.

Dragon Ball FighterZ

Se è vero che il meglio arriva sempre alla fine, no potevamo che concludere questa lista con Dragon Ball FighterZ. Considerato da molti come il Santo Graal delle produzioni videoludiche dedicate all’opera di Akira Toriyama, il fighting game realizzato da Arc System Works, è un rispettoso concentrato di passione, e amore, verso l’universo di Dragon Ball e i combattimenti in due dimensioni. Le motivazioni dietro al successo ottenuto da FighterZ sono da ritrovarsi in un comparto artistico in grado di assottigliare quasi totalmente la differenza fra grafica in tre dimensioni e anime, meccaniche bilanciate, una curva di apprendimento che permetta anche ai meno esperti di divertirsi e un supporto post lancio curato e che ha offerto contenuti di indubbia qualità.

Ma ora, giunti al termine di questa lista dei videogiochi che, secondo noi, sono stati maggiormente rilevanti nell’immensità di titoli dedicati all’opera di Akira Toriyama, lasciamo la parola a voi. Quali sono stati i vostri giochi di Dragon Ball che, per un motivo o per l’altro, vi sono rimasti nel cuore?

Se siete fan "irriducibili" dell'opera di Akira Toriyama, potete prenotare Dragon Ball Z: Kakarot qui.