Videogiochi violenti come sigarette, fanno male alla salute

Negli Stati Uniti due politici hanno avanzato la richiesta d'inserire sulle confezioni dei videogiochi un avvertimento in cui si avvisa che possono dare origine a comportamenti aggressivi. Qualcosa di simile ai disclaimer che appaiono sui pacchetti delle sigarette.

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a cura di Manolo De Agostini

Due politici del Congresso statunitense vogliono che anche sui videogiochi venga applicata un'etichetta di avvertimento sui contenuti "potenzialmente dannosi". Forse non calzerà a pennello come esempio, ma per intenderci pensate ai moniti che appaiono sui pacchetti delle sigarette.

La proposta rientra nel documento Violence in Video Games Labeling Act, in cui si chiede l'applicazione del messaggio "WARNING: Exposure to violent video games has been linked to aggressive behavior", cioè "Attenzione: l'esposizione ai videogiochi violenti è stata collegata al comportamento aggressivo", su gran parte dei giochi.

Si farebbe un'eccezione per i titoli con il bollino "EC" (Early Childhood), cioè i giochi per i bambini, ma il messaggio verrebbe applicato anche se il gioco non è violento. "L'industria dei videogiochi ha la responsabilità verso i genitori, le famiglie e i consumatori di informarli dei potenziali contenuti dannosi che si trovano spesso nei loro prodotti", ha dichiarato il principale sponsor di questa proposta, Joe Baca. "Non hanno ripetutamente tenuto fede a questa responsabilità".

"Come avvertiamo i fumatori delle conseguenze del tabacco sulla salute, dovremmo avvertire i genitori e i ragazzi sull'aumento delle prove scientifiche che dimostrano un collegamento tra i giochi e i comportamenti violenti", ha aggiunto Frank Wolf. "Come genitore e nonno, penso sia importante che la gente sappia tutto il possibile sulla natura estremamente violenta di alcuni videogiochi". Il dinamico duo Baca e Wolf aveva già proposto qualcosa di simile nel 2009 con l'unica differenza che parlavano di "eccessiva esposizione", ma c'era stato un tentativo anche nel gennaio 2011. Nel 2008 qualcuno ci aveva pensato anche in Gran Bretagna.

Poiché quando si parla di violenza il tema non è mai da prendere alla leggera, è giusto che si continui a studiare il fenomeno, ma è bene ricordare che gli studi si contraddicono (I videogiochi violenti creano comportamenti civici) e secondo Christopher J. Ferguson dell'Università del Texas, i "videogiochi violenti sono come il burro di arachidi. Sono innocui per la stragrande maggioranza dei bambini, ma sono dannosi per una piccola minoranza con pre-esistenti problemi mentali o personalità".

Carmageddon 2

Non è la prima volta che negli Stati Uniti si avanzano proposte che in un certo qual modo cercano d'intervenire sul mondo dei videogiochi. Recentemente si è anche parlato di una tassa sui titoli violenti per combattere obesità e bullismo, ma la proposta non è passata. 

In generale parte della politica non vede di buon occhio l'intrattenimento interattivo, e spesso questo crea grande dibattito, perché c'è chi ritiene che tali proposte, se animate da fini nobili, dovrebbero essere allargate anche ai programmi TV o film cinematografici. D'altronde le classificazioni nel settore dei videogiochi esistono (pensate al PEGI), e sono analoghe ai bollini che appaiono in televisione prima delle trasmissioni. Insomma o tutto, o niente. Voi che ne pensate?