Vivere un’altra vita in un altro mondo con gli MMO

Un'analisi sul fenomeno degli MMO in questo periodo di pandemia e sul loro utilizzo da parte dei giocatori

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a cura di Andrea Dall'Oglio

Con “The Elder Scrolls”, il nostro obiettivo è sempre stato la creazione di un gioco che offrisse illimitate possibilità. Un gioco in cui avresti potuto essere chiunque tu avessi voluto e fare qualunque cosa avessi desiderato. “Vivere un’altra vita in un altro mondo” è sempre stato il nostro motto e desideriamo tu faccia proprio questo.

Molti di voi avranno sicuramente riconosciuto queste parole, ma per chi ancora ne è ignaro questa frase apre il manuale di istruzioni di The Elder Scrolls IV: Oblivion e, oltre a ricordare agli sviluppatori di Bethesda il loro obiettivo, offre un interessante spunto di riflessione.

È davvero possibile vivere una “seconda esistenza”? In che modo possiamo utilizzare la libertà che ci viene offerta da questo genere di giochi per tracciare un nuovo cammino di vita senza però intaccare quella che già stiamo vivendo? E soprattutto, è davvero così? Questi due mondi sono destinati a non incontrarsi mai?

Con queste domande in mente oggi effettueremo un’analisi incentrata sui giochi che offrono una componente online basata sul cosiddetto “fattore umano”, in particolar modo sul fenomeno MMO e sul loro utilizzo in un periodo dove il contatto tra persone viene, purtroppo ma giustamente, limitato.

Animal Crossing

Prima di addentraci nel complesso e popoloso mondo degli MMO è giusto dare spazio al gioco che, più di tutti, ha rappresentato un’isola (più che un’ancora, perdonate la battuta) di salvezza per molte persone.

Animal Crossing, tra i suoi innumerevoli meriti, vanta proprio quello di offrire al suo pubblico un approccio semplice alla vita di tutti i giorni, un luogo sereno dove poter incontrare amici e cari e di condividere momenti divertenti, quali gare di pesca e partite a nascondino, ma anche rilassanti passeggiate in spiaggia durante un bellissimo tramonto.

Non è un caso, infatti, che il gioco sviluppato da Nintendo abbia registrato vendite imponenti fin dalla prima settimana di uscita, andando ad aumentare le già ottime vendite hardware. Animal Crossing è riuscito a mettere d’accordo tutti, sia lato gameplay offrendo novità interessanti quali il crafting e la terraformazione della propria isola, ma anche dal lato “umano”, permettendo un contatto con le persone a cui teniamo in un periodo in cui, nella realtà in cui viviamo, non era possibile.

MMORPG

Se in Animal Crossing la componente online non risulta essenziale lo stesso non si può dire per i giochi che fanno dei giocatori il loro nucleo.

I giochi che rientrano nel genere MMORPG (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) infatti, prevedono l’interazione tra giocatori per superare una serie di avversità di difficoltà sempre crescente in un ambiente ostile, comunemente chiamati Dungeon, per uscirne vincitori sarà necessario avere un minimo di intesa tra i partecipanti, ognuno dovrà ricoprire un ruolo specifico che sarà fondamentale se si vorrà avere la meglio contro le bestie che popolano il livello.

Sebbene completare i vari Dungeon proposti faccia avanzare la trama e sblocchi di conseguenza nuove location, mostri, meccaniche e via dicendo, il contatto con gli altri giocatori non si ferma lì. Nella maggior parte dei titoli appartenenti al genere si ha la possibilità di formare (o di unirsi) ad una gilda, ovvero un gruppo di persone che si ritrovano regolarmente in gioco per passare del tempo insieme, aiutare chi è in difficoltà e formare un party per fare svariate attività, quali farming per ottenere specifici oggetti e quant’altro.

L’MMORPG può essere considerato un social?

Il succo della questione è proprio questo, con l’inevitabile necessità di trovare persone con cui giocare, la nascita di relazioni tra giocatori è garantita. Nascono amicizie e addirittura amori, non è difficile infatti trovare sul web storie di coppie sposate da anni che si sono conosciute su Final Fantasy XIV o World Of Warcraft.

Il confronto con i più blasonati social degli ultimi tempi ci mostra come non ci sia una reale differenza per quanto riguarda l’incontrare nuove persone ed il mezzo anzi risulta più efficace nella creazione di legami, in quanto, essendosi conosciuti nel gioco, un interesse in comune per lo stesso viene dato praticamente per scontato.

Ma l’utilizzo degli MMO va oltre la semplice comunicazione.

Una storia interessante racconta di come dopo un terremoto in Giappone, per via dei danni subiti alle infrastrutture, le persone utilizzarono Final Fantasy XI come mezzo per contattare i propri cari, essendo impossibilitati nell’utilizzare i telefoni. Questo dimostra come un mondo sempre attivo all’interno di un videogioco possa essere utilizzato anche per cose che vanno al di fuori del mero intrattenimento.

Conclusioni

In un periodo dove il contatto umano tende venire a meno, la ricerca dello stesso tramite una community di giocatori appassionati presenti nello stesso luogo virtuale può far nascere relazioni che, se ben coltivate, posso sfociare nella realtà, creando ricordi ed eventi importanti nella vita di ognuno di noi.

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