Wo Long: Fallen Dynasty, un viaggio nella Cina oscura | Provato

Abbiamo provato la demo di Wo Long: Fallen Dynasty, il nuovo soulslike in lavorazione dai veterani di Team Ninja che ci porta nella Cina imperiale.

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a cura di Marco Patrizi

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Sembra che Team Ninja abbia davvero preso gusto nel creare action RPG tecnici più o meno accostabili al filone dei soulslike. Dopo l’esperienza dei Ninja Gaiden e dei Nioh, e dopo aver provato una coniugazione diversa con Strangers of Paradise: Final Fantasy Origins, lo studio interno di Koei Tecmo ci porta stavolta nell’antica Cina con Wo Long: Fallen Dynasty, di cui ha reso disponibile a sorpresa una demo in concomitanza con la sua presentazione al TGS 2022.

Il titolo merita senza dubbio un’adeguata attenzione non solo per la nuova ambientazione, che già si preannuncia affascinante, ma anche perché il team di sviluppo è guidato da Fumihiko Yasuda, già director dei due Nioh, e da Masaaki Yamagiwa, in passato producer di Bloodborne.

Un impero sull’orlo dell’inferno

I dettagli della storia di Wo Long: Fallen Dynasty sono ancora scarsi, ma sappiamo che il setting sarà fortemente ispirato a Il romanzo dei Tre Regni. Come per Nioh, Team Ninja sembra voler inquadrare un ambito storico reale, compresivo di alcuni personaggi di spicco, e reinterpretarlo in chiave dark fantasy con elementi sovrannaturali quali demoni e figure mitologiche del folclore cinese.

Il protagonista che controlleremo sarà completamente personalizzabile tramite un editor che ci è parso una diretta evoluzione di quello già visto in Nioh 2. Nonostante diverse opzioni fossero state bloccate per la demo, ci è sembrato davvero molto approfondito; basti pensare che, al di là delle miriadi di personalizzazioni estetiche, è presente addirittura un’opzione per sceglierne i pronomi.

Per dare un’idea grezza e generica di cosa aspettarsi da Wo Long: Fallen Dynasty, vi basti immaginare un connubio tra Nioh e Sekiro. Il ritmo di base deriva dall’approccio soulslike di Nioh, ma la struttura della mappa della demo ci è sembrata più dinamica e articolata. Dopo pochi passi, l’ambientazione montana che abbiamo esplorato si dirama in più sentieri e ambienti, lasciandoci una buona libertà di esplorazione. Grande attenzione è stata posta alla verticalità, valorizzata dalla possibilità di saltare e raggiungere piattaforme elevate sfruttando la spinta delle pareti (comunque in certi limiti). 

Questa libertà di movimento si sposa egregiamente con delle buone possibilità di stealth. Di fronte a uno o più avversari disseminati nella mappa, in diverse occasioni abbiamo trovato dei modi alternativi per approcciarsi sfruttando l’ambiente e trovando il modo di arrivargli alle spalle o, ancora meglio, piombando su di essi dall’alto, infliggendogli così danni esorbitanti.

Ci ha piacevolmente impressionato la gradualità con cui il gioco ci dà la sensazione di addentrarci sempre di più in un territorio controllato da oscure forze e creature infernali. All’inizio della mappa gli avversari sono tutti guerrieri umani, poi man mano che si prosegue le pareti rocciose si tingono di una sostanza corrotta e maligna, i morti risorgono di fronte ai nostri passi, demoni dalle vaghe forme animalesche sbarrano il nostro cammino verso alcune aree, fino ad addentrarci nelle profondità di una profonda grotta dove ci attende il micidiale boss: Zhang Liang. Un crescendo di tensione davvero apprezzabile.

Mortalità e moralità

La struttura gameplay di Wo Long: Fallen Dynasty è leggermente diversa dal solito ed è sostenuta dal sistema del Morale. Questa statistica è un concetto accostabile, ma più relativo, al classico livello di esperienza. Il Morale va da 0 a 20 ed è visibile per ogni nemico che popola la mappa, dandoci un’idea sulla sua pericolosità, ma anche sul livello di loot che potrebbe droppare. Il Morale del protagonista salirà uccidendo i nemici in base al loro livello: più il loro morale è alto più il nostro aumenta abbattendoli. Se invece è un nemico a ucciderci, il nostro Morale si ridurrà, facendo aumentare il suo. Una meccanica che ci ha ricordato molto vagamente alcuni aspetti del Nemesis System di Shadow of Mordor/War, anche se ovviamente senza tutte le sue implicazioni meta-narrative.

Come da tradizione, una volta sconfitti si ricomincia dall’ultimo punto di salvataggio e il livello di Morale sarà ridotto. Esplorando la mappa e “conquistando” alcuni suoi punti (piazzando un apposito stendardo) è però possibile aumentare il nostro livello di Coraggio, che fa in modo di prevenire che il Morale venga ridotto a 0 quando si viene abbattuti, come una sorta di check point. In questo modo si scoraggiano i giocatori ad attraversare la mappa di corsa, cercando il percorso più rapido verso il boss e magari evitando i confronti coi nemici, anzi l’opposto. Esplorare la mappa e conquistarne gli anfratti permetterà di arrivare al boss con un carico di Coraggio tale da conservare una buona dose di Morale quando (molto probabilmente) questo ci sconfiggerà. Durante la nostra prova, dopo aver conquistato diverse zone della mappa, una volta arrivati al punto di salvataggio prima del boss, potevamo contare su un livello di Morale fisso a 16, cosa che ha reso i vari tentativi di abbatterlo molto più ragionevoli.

Il Morale è importante per vari aspetti del combattimento ed è legato alla capacità di scagliare incantesimi. È possibile assegnarne quattro alla combinazione di tasti del joypad e i più potenti di questi richiedono un determinato livello di Morale. Motivo in più per affrontare i boss con una buona scorta accumulata nel corso della mappa della missione.

Oltre alle magie, è possibile richiedere l’aiuto delle Bestie Divine, creature abbastanza simili ai Guardiani di Nioh. Nella nostra prova abbiamo potuto sia richiamare una fenice per supportarci in battaglia con i suoi attacchi di fuoco, e sia evocarla per potenziare la proprietà dei nostri attacchi fisici.

Le abilità speciali sono tutte legate allo Spirito, altro fulcro fondamentale del gameplay di Wo Long. Tale parametro cresce mettendo a segno attacchi normali ed eseguendo parry, e viene consumato parandosi, schivando e scagliando attacchi magici. Sarà dunque cruciale combattere mantenendo un equilibrio ottimale tra queste azioni, soprattutto perché una volta rimasti a secco di Spirito rimarremo tramortiti per pochi ma cruciali secondi.

Grazie a tutte le sue componenti in gioco, il gameplay di Wo Long: Fallen Dynasty ci ha fatto una buona impressione in quanto a bilanciamento e ritmo. Il sistema di parry è efficace e permette di contrastare anche gli attacchi caricati dei nemici, dando vita a un’animazione particolare che può capovolgere le sorti dello scontro, soprattutto nelle boss battle. Anche la possibilità di saltare trova il suo posto nel dinamismo del combat system e i pattern di attacco nemici.

Interessante anche il sistema di potenziamento del personaggio che si rifà al Wu Xing, ovvero il taoista Ordine dei Cinque Elementi: legno, fuoco, terra, metallo, acqua. Aumentare l’affinità a ciascuno dei suddetti elementi permette di accrescere diversi parametri e specializzare il personaggio in cinque macro-classi. Il Legno è legato al supporto, il Fuoco all’attacco, la Terra alla difesa, il Metallo al debuff e l’Acqua allo stealth.

Wo Long: Fallen Dynasty si è presentato come un gioco estremamente intrigante in questa demo. Anche se tecnicamente non abbiamo visto faville, la direzione artistica sembra esaltare bene il fascino esotico e arcano della Cina imperiale. Nonostante la struttura portante da soulslike sia palpabile, il maggior dinamismo rispetto a Nioh e i progressi nella struttura gameplay sono apprezzabili e promettono di rompere le uova nel paniere a coloro che sin troppo superficialmente hanno il vizio di usare il termine “more of the same” a sproposito. Siamo molto curiosi di vedere sviluppate queste premesse interessanti nel gioco completo, previsto per la prima metà del 2023.