Xbox Game Pass può distruggere l'industria? Per un ex di Microsoft sì

Ed Fries parla di Xbox Game Pass e di come il suo modello di business lo renda particolarmente nervoso: ecco le sue dichiarazioni.

Avatar di Alessandro Adinolfi

a cura di Alessandro Adinolfi

Se per tanti giocatori e analisti Xbox Game Pass funziona, c'è un ex di Microsoft che non condivide assolutamente la visione della casa di Redmond per il gaming. La figura di cui parliamo si chiama Ed Fries ed è stato vice presidente del brand dedicato ai videogiochi della società fondata da Bill Gates. Fries è una figura molto conosciuta nell'ambito dei videogiochi, tanto che ha contribuito al lancio della prima console dell'azienda nel lontano 2001.

Durante un'intervista in un podcast dedicato al mondo del gaming Microsoft, Fries ha dichiarato che Xbox Game Pass lo rende nervoso e che potrebbe portare a un vero e proprio collasso dell'industria. "Mi spaventa moltissimo, perché abbiamo visto qualcosa di molto simile prima, ovvero Spotify. Quando il servizio svedese è decollato, ha distrutto tutto il business della musica", le parole di Fries. Quello che intende l'ex vice presidente di Xbox riguarda le revenue, ovvero i guadagni del settore musicale. "I guadagni annuali dell'industria sono stati tagliati a metà e ha reso possibile non acquistare più canzoni", ha aggiunto Fries.

Fries ha continuato, dicendo che non vuole vedere il settore dei videogiochi fare la stessa fine di quello della musica. "Dobbiamo stare molto attenti, non dobbiamo creare lo stesso sistema nell'industria. Questi settori di mercato sono molto più fragili di quanto pensino le persone. Ho visto l'industria dei videogiochi distruggersi negli anni '80. Ho visto i software educativi distruggersi a metà degli anni '90" ha dichiarato Fries facendo dei veri e propri paragoni.

Sotto un certo aspetto, le analisi dell'ex dirigente di Microsoft possono essere molto condivisibili. Ora che Xbox Game Pass è diventato il vero e proprio fulcro dell'attività della casa di Redmond in ambito gaming, gli effetti a lungo termine di questa strategia di business non si possono conoscere. Spazio ai timori, dunque, ma niente allarmismo: il destino dell'intrattenimento è ancora sconosciuto ai più e nessuno può fare predizioni accurate.