Xbox, la mancanza di esclusive pesa ben poco

La mancanza di Stafield e Redfall a fine anno è un grosso danno per Xbox? Meno di quello che pensiate, il perché ve lo spieghiamo.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Ieri è stata una giornata un po' turbolenta per tutti i videogiocatori, perché siamo onesti con noi stessi, il rimando di Starfield è un peccato per tutti. Tuttavia conosciamo bene i prodotti Bethesda Softworks e sappiamo che RPG di quella portata difficilmente riescono a sbarcare sul mercato senza problemi, di conseguenza il rimando può essere vista anche come una cosa positiva.

Oggi però non sono qui per giustificare il rinvio, poiché queste sono scelte aziendali che da una parte comprendo, ma dall'altra mi lasciano un po' infastidito (perché comunicare una data se non se ne è certi? Ovviamente lo sappiamo perché, ma è davvero giusto farlo?). A ogni modo, ciò di cui oggi voglio cercare di spiegare è il concetto che sta dietro la strategia Xbox, la stessa strategia che ho provato a raccontarvi circa due anni fa e che in qualche modo molti di voi concordarono.

Perché questo? Beh, ieri ci sono state parecchie lamentele dei giocatori Xbox e PC (i soliti discorsi da console war neanche li considero) sugli attuali rimandi, accusando Microsoft non saper gestire i propri team (questo in parte è assolutamente vero, purtroppo) e di aver un 2022 piuttosto vuoto dal punto di vista delle esclusive e soprattutto di esperienza Tripla A sul GamePass, ed è proprio su questo ultimo punto su cui vorrei soffermarmi.

Vero, Xbox quest'anno non ha (almeno per ora) nessun tipo di videogioco esclusivo programmato, anche se a conti fatti, al contrario, il 2023 rischia di essere affollatissimo per Xbox. La concorrenza ha già fatto sbarcare due pesi massimi come Horizon: Forbidden West (acquistabile su Amazon) e Gran Turismo 7, pronti a lanciare sul mercato il nuovo God of War entro la fine dell'anno e le due esclusive temporali, GhostWire Tokyo (già uscito) e Forspoken il prossimo ottobre e chissà che non ci sia anche Final Fantasy XVI. Nintendo è quella messa meglio di tutti sotto questo punto di vista, grazie a una lineup davvero spaventosa che fatichiamo persino a elencare.

C'è però una differenza enorme tra questi tre colossi videoludici, il fatto che Sony e Nintendo devono necessariamente puntare sulle esclusive per vendere la propria console, una strategia ancorata a vecchi dogmi (non sbagliati, semplicemente diversi) che relegano la necessità di produrre ed essere ben attrezzati sulle uscite annuali. Un rimando di Sony o di Nintendo può pesare il doppio se non il triplo rispetto a un rimando di Xbox, come mai vi chiederete? Molto semplice, la strategia di Xbox è GamePass centrica e con ciò non significa che a Microsoft non interessi vendere le console, ma che semplicemente la spinta della vendita delle console è direttamente proporzionale alla qualità dell'abbonamento.

Ciò che rende GamePass appetibile non sono le esclusive, che comunque rimangono un boost importante, quanto più la possibilità di giocare sin dal day one una serie di titoli importanti che evitano una spese tra gli 20 e i 70 euro. A noi videogiocatori ciò che interessa realmente è giocare, sia titoli che magari non avremmo mai comprato sia giochi importanti che magari, al contrario, avremmo acquistato e poi giocato. I rimandi di Starfield e Redfall pesano, fino a un certo punto, poiché i titoli usciranno comunque nel 2023 e per fine anno basterà, a conti fatti, avere partnership di titoli al day one importanti.

Dopotutto l'idea dietro alla strategia di GamePass è proprio quella di avere tante esperienze al day one, a prescindere dalla loro esclusività o meno. Per farvi un esempio, se l'accordo Activision-Blizzard dovesse andare a buon fine, Xbox avrà al day one qualsiasi Call of Duty futuro, nonostante lo stesso continuerà a uscire su PlayStation. Il fatto che COD venga inserito nell'abbonamento lo rende già di per se un'esclusiva, poiché la community sarà maggiormente orientata a sottoscrivere tale servizio piuttosto che spendere 70-80 euro per un gioco che destinato a durare un anno.

Ora è presto per giungere a una conclusione, ma io sono convinto che Phil Spencer e soci non siano più di tanto preoccupati da questi due rimandi e penso che il 12 giugno vedremo (oltre che aggiornamenti sulle esclusive) anche tanti third party finire sul GamePass al day one, cosa che renderebbe superfluo avere necessariamente delle esclusive per questo fine 2022, che comunque andrà sarà comunque pieno di titoli a cui videogiocare. Salvo ulteriori rimandi, già da ora sappiamo che giocheremo Sniper Elite 5, Deathloop, A Plague Tale Requiem, Atomic Heart, Scorn e Darktide sin dal giorno di uscita grazie a GamePass, considerando che probabilmente arriveranno altre conferme, direi che la strategia funziona e può essere un buon "tappa buchi" in attesa dei pesi massimi in arrivo nel 2023. È inevitabile, comunque, che il servizio subisca un rallentamento di abbonati (che comunque continua a crescere), ma anche qua penso che l'azienda di Redmond abbia già previsto tale risultato.

Discorso diverso, invece, se Microsoft dovesse fermarsi con i giochi al day one, ecco questo sarebbe un grosso problema e andrebbe in contrapposizione con la strategia, un po' (come prima accennato) se Sony e Nintendo non dovessero avere esclusive in uscita durante l'anno. Per riassumere, quindi, analizzando la strategia di Xbox, il non avere Starfield e Redfall per questo fine 2022 è più un dispiacere che altro, ma i tempi sono ben diversi rispetto a Xbox One, dove se non arrivavano esclusive di peso risultava praticamente inutile possedere la console, poiché non c'era nessun tipo di valore aggiunto per i giocatori.

Oggi, abbiamo Xbox Game Pass sia su PC che su cloud e console ed è questa l'unica vera esclusiva su cui Microsoft deve continuare a lavorare, con o senza giochi propri inediti all'interno dell'abbonamento, giochi che comunque arriveranno, con pazienza e soprattutto sperando che la qualità rimanga alta e continui il buon lavoro visto nel 2021.