Xbox una catastrofe per i giochi indie e distribuzione digitale

Uno degli ingegneri responsabili della prima Xbox ha espresso i suoi dubbi sulle politiche di Microsoft relative agli sviluppatori indipendenti. Gli ultimi anni dell'azienda sarebbero stati catastrofici e il successo della transizione verso l'intrattenimento multimediale sarebbe frutto di una serie di fattori non controllabili da Microsoft.

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a cura di Roberto Caccia

Gli ultimi cinque anni di Xbox 360 sono stati un supplizio. La dichiarazione abbastanza scioccante arriva da Nat Brown, un ex ingegnere di Microsoft che nel lontano 1999 faceva parte del team responsabile della prima Xbox.

L'ingegnere ha spiegato la sua opinione in un lungo post sul suo blog personale, dove si legge che nonostante la multimedialità sia sempre stata una parte vitale dei piani a lungo termine di Xbox questo aspetto ha finito per prendere il sopravvento su tutto il resto. A farne le spese sono stati i giochi e in particolare il supporto agli sviluppatori minori e alla distribuzione digitale.

"Il problema critico di Xbox è la mancanza di un ecosistema funzionale per i piccoli sviluppatori e di una piattaforma per vendere contenuti digitali alla base installata di clienti Xbox. Perché non posso realizzare un gioco per Xbox usando strumenti del valore di 100 dollari e un computer per poi testarlo sulla mia Xbox o a casa dei miei amici?", sostiene Brown, che oltre a criticare i 10.000 dollari necessari per pubblicare titoli sulla piattaforma Xbox Live Arcade dipinge uno scenario sconfortante se paragonato ai giochi per smartphone e tablet.

"Perché dopo aver creato il mio gioco non posso distribuirlo digitalmente in un negozio online decente, dando il 30 percento ai proprietari della piattaforma e diventando potenzialmente ricco se si tratta di un bel gioco, come posso fare su Android, su iPhone e iPad? Ecco perché gli sviluppatori indipendenti si stanno concentrando su questo mondo, al posto di non realizzare un centesimo su Xbox, nonostante una base installata di 76 milioni di dispositivi", spiega l'ex ingegnere di Microsoft.

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Il disappunto di Brown tuttavia non si limita solo a questi aspetti e include altri aspetti che toccano perfino l'interfaccia, definita lenta, "traballante" e in generale ricca di contenuti inutili (per usare un eufemismo meno colorito rispetto all'espressione originale).

"Microsoft sta vivendo nel mondo dei sogni. Ho sentito persone che considerano un successo intenzionale e ben confezionato la transizione del marchio dai giocatori hardcore agli utenti casual e a quelli interessati ai contenuti multimediali, ma non è così. È stato un caso, una serie di circostanze sulle quali Microsoft non ha alcun controllo", sostiene l'ingegnere.

Un punto di vista destinato a fare molto clamore. Gli ultimi risultati finanziari relativi al settore intrattenimento di Microsoft non hanno dipinto uno scenario particolarmente catastrofico, seppure i ricavi siano in contrazione rispetto a quelli di un anno fa. Voi cosa ne pensate? Condividete il punto di vista di Brown o credete che la strategia di Microsoft non abbia bisogno di alcuna modifica?