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Xenoblade Chronicles 3 - Recensione

Xenoblade Chronicles 3 è pronto a chiudere il cerchio della leggendaria trilogia e cambiare il futuro: sarà un successo?

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a cura di Pietro Spina

Xenoblade Chronicles 3 l'ultimo esponente di un brand ormai estremamente familiare con l’utenza Nintendo, ma che solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile immaginare si presentasse con un terzo capitolo nel 2022. Se pensiamo alla genesi della trilogia di Xenoblade Chronicles e di come l’ei fu “Monado: Beginning of the World” abbia compiuto tanti e incerti passi prima di arrivare in occidente, è chiaro che avevamo tra le mani un prodotto dalle grandi qualità ma che in un certo senso era destinato a rimanere nella memoria come prodotto unico nel suo genere e piacevole ricordo per la sua dedicata nicchia di appassionati, che gli permise di superare abbondantemente il milione di copie vendute nel mondo.

Eppure Nintendo ci ha creduto, come non mai, spingendo il team di Monolith Soft a impegnarsi sul discutibile esperimento di porting su New Nintendo 3DS e sostenendo a piena forza quella meraviglia tecnica che è stata Xenoblade Chronicles X su Nintendo Wii U. Dopo il primo successo su Wii e due successive iterazioni incapaci di replicare il medesimo successo, il rischio che ogni lavoro potesse finire nel “cassetto delle bocciature di Nintendo” era immenso.

Nonostante questo, il team di Tetsuya Takahashi ha continuato a lavorare alacremente per ottenere la fiducia della casa di Kyoto, immergendosi a piene mani in opere come The Legend of Zelda: Breath of the Wild mentre lavorava ostinatamente al suo prossimo grande progetto, che sarebbe arrivato su una console di grandissimo successo a soli 2 anni di distanza dalle ultime opere.

Xenoblade Chronicles 2 ha preso tutti in contropiede, cambiando approccio a livello stilistico e narrativo, aprendo così ad un nuovo pubblico che è stato conquistato da personaggi più rassicuranti e intriganti, stuzzicando l’utenza più giovane che ben poco tempo ha impiegato per affezionarsi a Rex, Pyra, Mythra e… sì, anche il tenebroso Jin. E così, in un’incredibile dispiego di energie, Monolith Soft ci ha offerto prima il contenuto aggiuntivo “Torna: the Golden Country” e successivamente un’indispensabile edizione definitiva dell’originale Xenoblade Chronicles, collegando con grande creatività mondi e personaggi. Per questo, all’annuncio di Xenoblade Chronicles 3, i fan hanno fatto tremare il mondo con le loro teorie e aspettative, pronti a godersi questa nuova avventura tra spade leggendari ed epici titani. Sarà la conclusione del viaggio o un nuovo inizio?

Il mondo crudele di Aionios

Abbiamo approfittato della fase di anteprima per esplorare ampiamente l’incipit di Xenoblade Chronicles 3, permettendovi di recuperare il precedente articolo per farvi un’idea migliore dei primi momenti di gioco, ma per comodità ricordiamo sinteticamente che i nostri protagonisti vivono su Aionios, uno spietato mondo in cui a farla da padrone è l’infinita guerra tra le nazioni di Keves e Agnus. Una guerra tra le loro colonie che è sostenuta dall’energia vitale dei caduti in battaglia, recuperata per dare vita a nuovi giovani soldati pronti a sacrificarsi un infinito ciclo di sofferenza.

Un ciclo ancora più crudele per via dell’ineluttabilità della morte, che attende ogni soldato scampato alla battaglia nel momento in cui questo completa il suo decimo periodo di vita. Generati in piena fanciullezza, i soldati mirano a raggiungere sani e salvi il 10° periodo per dare un senso di completezza alle proprie esistenze e ottenere l’onore del “Ritorno”, cerimonia in cui la regina della propria nazione restituisce l’energia vitale e l’anima dei soldati al ciclo di rinascita.

A mettere in discussione questo folle loop saranno tre soldati di Keves e tre di Agnus, che si incontreranno in battaglia per una pura casualità e saranno costretti dal destino a unire le forze contro il male che dietro le quinte mira a rendere eterno questo conflitto, senza che mai prevalga un vincitore. Noah, Lanz e Yunie di Keves intrecceranno il cammino con Miyo, Taion e Sena di Agnus per giungere al Pian di Spada e scoprire cosa si cela dietro i misteriosi Uroboros, mitiche figure che sembrano essere nemici naturali dei Consul di Mobius, loschi figuri che controllano le colonie in guerra e sembrano custodire i segreti di questo insensato conflitto..

Da qui ha inizio una storia dai toni estremamente seri, a tratti cupi, in cui un gruppi di giovani ragazzi senza futuro proveranno a dare un senso alla loro vita - e quelle degli altri - affrontando apertamente il sistema millenario di cui fanno parte spinti solo ed esclusivamente da una flebile speranza, mentre il tempo scorre inesorabilmente verso la conclusione del decimo periodo .

La forza della narrativa di Xenoblade Chronicles 3 risiede tutta nel modo in cui le varie personalità si confrontano, collidono e si completano, mettendo in discussione routine e abitudini che nessuno avrebbe mai dato per scontato. Cosa succede all’uomo a cui improvvisamente viene concessa la libertà, ma al tempo stesso viene rimossa ogni forma di stabilità? Su Aionios anelare un futuro diverso, fuori dalla guerra, è praticamente impossibile e richiede, prima di tutto, di identificare uno scopo per la propria esistenza.

Uno scopo che non è chiaro a tutti nell’immediato, ma che richiede tempo. Un tempo che è finito ed è anche poco. Improvvisamente la “normalità” della vecchia vita non sembra così assurda, e si è costretti ad aggrapparsi alle sue assurdità e alle eclatanti assenze di qualsivoglia etica per rinnegarla davvero in toto. È un vero atto di fede quello compiuto dai protagonisti, che trovano nelle parole del misterioso (ma in qualche modo familiare per i fan) Guernica Vandham il miraggio utopico che li spingerà a lottare per un futuro migliore. Per tutti.

Qui nessuno è comprimario. Qui nessuno è speciale.

Tutti coloro che hanno apprezzato Xenoblade Chronicles 2 ma al tempo stesso hanno faticato a digerire le sfumature “weaboo” con cui era rappresentato il cast, saranno contenti di sapere che in questo terzo capitolo si è prestata grande attenzione nel tratteggiare personalità compatibili con il contesto, evitando al tempo stesso di rappresentare le figure femminili in modo colpevolmente sbilanciato verso la mera attrattività fisica.

Certo, non mancano individui estremamente affascinanti che in brevissimo tempo scateneranno artisti di tutto il mondo grazie alla loro artificiosa bellezza, così come sono presenti anche personaggi caratterizzati da genotipi dalle curve piuttosto pronunciate, ma l’idea di fondo è offrire un ventaglio di protagonisti - e non - che mettano in primo piano attitudini, caratteri e ideali prima dell’estetica.

E in questo Xenoblade Chronicles 3 lavora strepitosamente, costruendo su un classico canovaccio del viaggio dell’eroe una serie di incontri (obbligati e non) che ci faranno conoscere le colonie di Aionios e le loro truppe, con particolare attenzione ai comandanti e a coloro che entreranno nel nostro gruppo come “Eroi”. Scoprire che anche in un ciclo vitale così rigido e crudele l’uomo possa sviluppare un forte senso del dovere, logorarsi nel dubbio di non essere abbastanza o chiudersi istintivamente in una passione come forma di escapismo, porta a pensare a come questi personaggi potrebbero affrontare una vita libera e priva di catene.

C’è del buono in questo mondo martoriato, ma sono tante le occasioni in cui troveremo cuori e animi ormai giunti al limite e sul punto di crollare, inconsapevolmente instradati dal destino verso la piccola speranza rappresentata dai protagonisti. E sarà proprio la pressione degli eventi e il nostro intervento a modellare queste pietre grezze, permettendogli di esprimere il proprio potenziale o, laconicamente, prendere atto della propria, imperfetta, natura.

Al centro di tutto c’è l’umanità, intesa come “vita”: in Xenoblade Chronicles 3, nonostante i più affezionati possano riconoscere facilmente razze e tipologie di esseri viventi presenti nei due precedenti capitoli, non esiste differenza tra i personaggi né percezione di una propria natura differente. Sono tutti umani, solo alcuni più peculiari di altri: Sena è evidentemente una Gladius, e da ciò trae la sua strepitosa forza, mentre Lanz, dai tratti Makina, è dotato di un fisico estremamente resistente, ma tali sono le loro caratteristiche agli occhi dei compagni, come possono essere il colore degli occhi o dei capelli.

Il rigido sistema in cui gli umani nascono, crescono e muoiono ha livellato ogni differenza esteriore, perfino quella del sesso biologico, e nel lungo un cammino che porterà i nostri eroi a realizzare che c’è qualcosa in più che li attende, al centro della scena saranno l'individuo e il suo approccio con il mondo. I momenti in cui i ragazzi esplorano la realtà della natura sono davvero toccanti, grazie alla genuinità e la delicatezza con cui i giovani affrontano per la prima volta, con evidente stupore e timore, la vita come dovrebbe davvero essere. Il modo in cui si sviluppa e si esprime questa intima presa di coscienza rappresenta forse il punto più alto dell'intera trilogia a livello narrativo.

Un mondo vasto che ospita un’avventura eterna

Se i personaggi di Xenoblade Chronicles 3 risultano attestarsi tutti su livelli di scrittura e caratterizzazione estremamente buoni per la media del genere, grazie a lampi di personalità che aiutano a catturare lo spettatore, discorso diverso invece va fatto per Aionios, il mondo di gioco. Come tradizione per la trilogia, ci troviamo ad attraversare un vastissimo mondo esplorando delle open-map ampie e ricche di elementi con cui interagire, cominciando dalla fauna presente in quantità consistente per passare poi alle numerose viste e punti di interesse che spingono a portare il proprio party sempre un passo più in là, alla scoperta di segreti e collezionabili.

L’impatto iniziale è come di consueto abbagliante, tant’è che c’è da chiedersi come faccia ogni volta Monolith Soft a catturare l’immaginario del mondo fantasy in uno stile sempre riconoscibile e ricco di spunti creativi originali. Verticalità, sotterranei, attraversamenti sospesi nel vuoto, spostamenti via mare… c’è di tutto, con tantissimi elementi mutuati dai due predecessori, ma la varietà non manca! Sempre eccellente il design delle strutture meccaniche, dai Levnis utilizzati in combattimento per arrivare ai giganteschi Ferronis, custodi della cronofiamma e centro di gestione delle varie colonie.

Qui forse incontriamo una delle poche incertezze di questo titolo, pur trattandosi di un aspetto del tutto in linea con la narrazione e coerente con il contesto: l’avventura vede il nostro party transitare attraverso diverse colonie, tutte estremamente simili a livello estetico e strutturale, eliminando un po’ l’effetto stupore che ci si aspetterebbe (condizionale voluto) in un JRPG. Anche la sopracitata mancanza di differenziazione tra le razze influisce, mancando quindi le occasioni di girare il mondo per scoprire il punto di vista, la cultura e le abitudini di questa o quella razza.

Questa uniformazione, che in senso assoluto potrebbe pesare, calza però alla perfezione nell’ottica della trama e di come il mondo di Aionios abbia preso forma. Se siete giocatori che amano prima di tutto la coerenza e la consistenza del mondo, sempre in funzione della trama, apprezzerete senza se e senza ma la scelta degli sviluppatori. Se invece volete immergervi in un mondo fantastico, colorato, esotico e vivo, avrete qualche occasione in meno di quanto avreste magari desiderato.

Il mondo di Xenoblade Chronicles 3 offre comunque un impatto potente e corposo, in particolare per la sagacia con cui riesce a recuperare elementi dei precedenti capitoli per dare forma a una realtà credibile. La spada di Mechanis e la testa di Uraya si stagliano sullo sfondo di biomi in cui ritroviamo tante delle creature viste nelle avventure passate. Scoprire ogni dettaglio, cercare citazioni e rimandi, è un fortissimo gancio per tutti gli appassionati, che vorranno scoprire ogni centimetro di mappa per essere certi di non essersi persi nulla.

E grazie alla bellezza del mondo è anche più facile entrare in quello che è lo spirito vero dell’esplorazione, ovvero la ricerca di nuove aree anche quando queste sono distanti dai nostri obiettivi principali o sono presidiate da mostri di livello estremamente più alto del nostro team. Eppure è come se questa sfida alla sorte fosse incentivata, con ricompense che aspettano dietro ogni angolo e pericoli che possono essere evitati con l’esperienza nello scegliere i percorsi giusti e sfruttando gambe veloci. Un container ricco di oggetti? Un Ferronis abbandonato da recuperare? Un mostro unico da segnare sulla mappa? Nulla è precluso per chi impara a muoversi con astuzia!

La progressione risulta naturale grazie alla sapienza con cui vengono distribuite le missioni, principali e secondarie, che all’apparenza sembra vogliano far perdere tempo per riempire ore di gioco e invece sono pensate per raggiungere punti di interesse in modo uniforme, permettendo quindi - avanzando nel gioco - di avere punti di viaggio rapido a disposizione e non dover camminare costantemente in un mappa inesplorata. In particolare alcune quest richiedono, banalmente, di seguire delle impronte lungo percorsi piuttosto estesi e danno la sensazione di restituire ben poco in proporzione all'impegno e al rischio, salvo poi rendersi conto che consentono di guadagnare confidenza con la mappa, registrando accampamenti e punti di riferimento strategici.

A dare manforte alla navigazione troviamo una traccia che ci guida in modo inappuntabile, tra grotte, rampe e scalate, al nostro obiettivo (ma solo quelli delle missioni, non si può sfruttare per raggiungere le proprie puntine sulla mappa) e la possibilità di mostrare immediatamente a schermo la destinazione della quest attiva. Unendo tutti gli elementi, ne risulta un’esplorazione appagante e mai frustrante, che chiede solo di aver pazienza e prudenza quando serve.

Man, what a bunch of jokers!

Per sopravvivere nel mondo di Aionios però non è sufficiente darsela a gambe, in quanto è necessario saper combattere - anche piuttosto bene. Abbiamo già parlato dei rudimenti del sistema di combattimento, che comprendono gli autoattacchi, l’adempimento ai ruoli e l’utilizzo efficace delle tecniche. L’impianto creato a sostenere i duelli di Xenoblade Chronicles 3 è vasto e profondo, e può essere suddiviso in 3 macro aree, che vanno padroneggiate in egual misura.

Innanzitutto è necessario prendere confidenza con le dinamiche di autoattacco e strutturare un party che disponga, nel suo complesso, di tutte le abilità necessarie per effettuare delle combo, curare i compagni e garantire una buona difesa ai membri con meno punti vita. Certo, con un semplice tasto è possibile equipaggiare un set di abilità, tecniche e accessori suggerito, ma potreste perdervi di vista qualche importante tecnica. Il suggerimento di non cedere all’iniziale “banalità” del sistema - privo di tante delle sue componenti - e ruotare i ruoli sperimentando, prendendo confidenza con le azioni che permettono di caricare velocemente le diverse tecniche personali. L’attaccante deve approfittare per arrivare alle spalle del nemico, il difensore deve posizionarsi vicino a guaritori o attaccanti per proteggerli (o generare ira per attirare a sé i nemici), mentre i guaritori… curano senza sosta, mentre creano sul campo aree con effetti positivi.

In seconda battuta chiamiamo in causa gli Uroboros, potenti fusioni che consentono a due membri del party di dare forma ad una creatura temporaneamente invincibile e dotata di tecniche estremamente potenti, che ha però poco tempo a disposizione sul campo prima che venga sciolta la sinergia. Possono essere utilizzate dopo un lungo cooldown e sono più efficaci maggiore è la sintonia accumulata (col tempo), e rappresentano un ottimo modo per “salvare” i personaggi a un passo dalla sconfitta e infliggere pesanti danni.

In conclusione la troviamo gli assalti di gruppo, che trasformano il battle system ibrido in uno a turni, permettendo di concatenare una serie di turni di attacco - come succedeva anche nei precedenti episodi - per arrivare a infliggere anche milioni di punti danno. In ogni turno si può scegliere tra tre diversi personaggi (eroe compreso) estratti randomicamente, e lo scopo è sfruttare i loro bonus (come l’aggiramento delle difese o l’aumento dell’ira rivolta sui difensori) per infliggere ingenti danni, completando l’ordine con meno azioni possibile per allungare la catena e riuscire eventualmente a utilizzare un ordine Uroboros, che consente di eseguire colpi devastanti, di gran lunga più potenti degli ordini dei singoli personaggi.

Per combattere al meglio è dunque importante creare un team che in forma umana possa reggere gli impatti nemici e creare le condizioni di ideali di sopravvivenza (come aree rigenerative e buff / debuff) per poi sfruttare al meglio le trasformazioni in Uroboros e gli assalti di gruppo. Xenoblade Chronicles 3 guida il giocatore passo passo nell’apprendimento di ognuna di queste meccaniche sia con il tutorial che con, nota bene, le esercitazioni, che ricreano ogni azione vista nei tutorial in formato “virtuale” perché il giocatore possa eseguirla fino a quando non la padroneggia.

Devo ammettere che il sistema di combattimento ibrido della serie non mi ha mai troppo convinto e che nelle prime fasi - se non si è in preda all’entusiasmo del fan - è possibile percepire una certa pesantezza o avere la sensazione di non influire adeguatamente sull’esito della battaglia, anche perché è possibile attivare in ogni momento il combattimento automatico (tranne che con i boss e i mostri unici). Ma guai ad allentare la presa, perché dopo un inizio in discesa il gioco inizia a mostrare i denti ed esige che riusciate a ottimizzare DPS e tattiche di difesa/cura, pena la sconfitta. Niente paura, non si perdono progressi, ma toccherà tornare al precedente punto di interesse o ricominciare il combattimento. Alla lunga, unendo sapientemente pianificazione e azione, c’è da togliersi delle grandi soddisfazioni.

Peculiarità di questo terzo capitolo è la presenza delle classi, che consentono ai membri del party di cambiare ruolo a nostra discrezione. Il setup classico prevede 2 attaccanti, 2 difensori e 2 guaritori, ma la fantasia (e la personalizzazione delle tecniche) permette di esibire team piuttosto eccentrici anche con ottimi risultati. Padroneggiando una classe, infatti, il personaggio otterrà accesso alle sue tecniche magistrali, che potranno quindi essere utilizzate indipendentemente dalla classe equipaggiata. Sui tasti frontali (A,B,X,Y) sono presenti le tecniche della classe e la tecnica personale, mentre sul D-pad quelle magistrali. Queste possono essere utilizzate insieme grazie alle tecniche fusione, offrendo quindi un totale di 10 opzioni d’attacco per personaggio.

A questo si aggiungono gli Eroi, che una volta ingaggiati vi consentiranno di accedere alla loro classe e impararne i segreti. Va ricordato che per tutte le classi c’è un indice di affinità legato al personaggio che va da D a S, e che ogni Eroe sceglierà un erede che inizialmente sarà l’unico ad avere accesso alle sue abilità, almeno fino a quando il resto del party non avrà combattuto a sufficienza al fianco di un esponente di quella classe. Di lavoro da fare ce n’è, e terrà gli amanti del completismo e delle build più folli impegnati a lungo!

Di tecnica e design

Dopo quanto accaduto con Xenoblade Chronicles 2, titolo che mostrò il fianco a tanti problemi a livello di risoluzione e pulizia video, era lecito aspettarsi un deciso passo avanti per questo terzo capitolo. Per chiunque stesse trattenendo il fiato, ci sono buone notizie: Xenoblade Chronicles 3 non è certo un titolo perfetto tecnicamente, ma ripone un grande attenzione per ciò che concerne la resa dell’immagine d’insieme, lavorando su gestione dei dettagli e framerate per fornire un risultato soddisfacente sia in modalità TV che in portabilità. Certo, ogni tanto l'immagine potrà sembrare "sporca", in particolare in zone ricche di dettagli minuti o durante eventi atmosferici invadenti come la pioggia, ma siamo lontani dall'effetto sfocatura del secondo capitolo.

In tante aree è possibile incappare in rallentamenti, anche sensibili, ma nulla che possa inficiare sull’esperienza: in oltre 120 ore di gioco sono incappato in un unico stutter di 1 secondo durante l’esplorazione, e ho trovato un bizzarro caricamento post battaglia per due volte nello stesso punto di trama, mentre il resto è solo qualche sporadico rallentamento che nulla toglie alla reattività dei controlli o alla leggibilità. Nintendo Switch è ormai portata al limite, ma l'esperienza complessiva è comunque molto positiva e funzionale.

Per quanto lato grafica/tecnica la produzione sia da promuovere, in quanto spinge in modo egregio un hardware con qualche annetto sulle spalle, discorso diverso è da fare lato design e UX, in particolare nelle battaglie. L’intento di creare un sistema ricco e complesso è encomiabile, ma non sempre è facile gestire l’azione in situazioni concitate. Ogni nemico genera una linea di attacco, ogni personaggio esegue gli autoattacchi e le sue tecniche, l’hud a schermo occupa letteralmente tre quarti dello spazio disponibile, gli Uroboros sono ingombranti e possono impallare la visuale, i suoni si sovrappongono… e in tutto questo è necessario concatenare attacchi e tecniche al momento del colpo automatico cogliendo gli hint visivi che si perdono nella confusione, visionare lo stato dei compagni (se siano protetti o meno) o dei nemici. È perfino presente un indicatore che informa in tempo reale come siamo posizionati in relazione al nemico agganciato, per capire come andargli alle spalle anche immersi nel caos.

Fallendo nella corretta lettura della scena, si riduce la possibilità di accedere alle tecniche più potenti e si rischia di perdere unità in campo senza quasi accorgersene. Per carità, si sopravvive a tutto grazie all'esperienza e non ci sono grossi problemi contro nemici e boss singoli, ma testando il sistema all'estremo, con circa 13/14 nemici in contemporanea, è evidente che ormai l’impianto è stato portato al limite e che forse Monolith Soft potrebbe considerare un nuovo tipo di sistema di combattimento per la sua prossima avventura.

A rasserenare l’animo però troviamo l’ennesima, strepitosa, colonna sonora affidata ad un team di veterani della serie, capeggiati dal leggendario Yasunori Mitsuda. Entrare in battaglia al suono di un flauto e farsi trascinare da un violino può sembrare curioso inizialmente, ma trasmette la giusta energia come solo i migliori battle theme sanno fare, mentre gli scontri più importanti sono sostenuti da un tono greve ed epico adatto all’occasione. Molto belli i pezzi cantati, che trovano giusta collocazione ed emozionano proprio come ci si poteva attendere.

Nulla da eccepire per quel che concerne i temi nelle aree aperte, anche se forse si percepisce la mancanza di specifiche aree caratteristiche, magari legate a razze o culture, da adornare con temi ad hoc. Si tratta ancora una volta di una ricaduta del contesto creato, privo di reali distinguo culturali per via delle numerose colonie e della guerra in corso, che appiattisce il mood generale. Qualche problema nel missaggio audio, ma regolando i livelli nelle opzioni è possibile godere del sempre ottimo e caratteristico doppiaggio britannico, con l’opzione della lingua giapponese.

Extra, curiosità e prospettive

Dopo tante parole è evidente come Xenoblade Chronicles 3 sia un gioco massiccio, imponente, divertente e capace di toccare il cuore, ma è necessario rubare qualche altra riga per evidenziare alcuni specifici tratti dell’opera, così da chiarire alcuni dubbi degli appassionati. Abbiamo tra le mani un prodotto enorme, capace di offrire una trama principale completabile tra le 60 e le 70 ore (a seconda dell’abilità) e che permette di scegliere un livello di difficoltà modificabile in ogni momento tra facile, normale e difficile.

Il flow di gioco prevede di seguire la trama principale e perdersi un po’ alla ricerca di qualche quest secondaria o area sconosciuta, così da poter accedere a tutti gli eroi disponibili. Alcuni sono parte integrante della trama (come Juniper o Valdi) mentre altri richiedono di partecipare ad eventi contestuali che si attivano a seconda dei nostri progressi o dell’interazione con le colonie. Completare le missioni secondarie delle colonie permette di aumentare il grado delle stesse e ottenere bonus legati all’esplorazione (come corsa e nuoto più veloci), oltre che scoprire sempre di più dei personaggi coinvolti. In merito a questo, è strepitosa la cura riposta per caratterizzare anche il più insignificante tra gli NPC.

Gli eroi non vanno assolutamente trascurati, perché al contrario delle blade del secondo episodio, offrono spunti di trama molto interessanti, capaci di fornire nuove prospettive su questi personaggi solo all’apparenza secondari. Ottenerli tutti e affrontare le missioni dedicate è il modo migliore per vivere l’avventura in modo completo, ottenendo in alcuni casi come ricompensa le abilità di campo come l'arrampicata o l’attraversamento delle acque nocive, arrivando così in modo naturale al finale con un livello del party adeguato alle sfide che ci attendono.

Interessante nello sviluppo del gioco è la possibilità di raccogliere indizi dalle conversazioni degli NPC e discuterne al primo campo disponibile per ottenere punti esperienza bonus o sbloccare missioni. Alcune risultano molto importanti, quindi si è stimolati a curiosare in ogni centro abitato per cogliere ogni voce di corridoio. Non ci sono molte altre variazioni sul tema a livello di tipologia di gameplay, a parte qualche missione di raccolta contestualizzata (come l’allevamento degli Ardon o la ricostruzione di un potente Levnis) o le indagini seguendo le impronte sulla mappa. Niente minigiochi per staccare, ma alcuni potrebbero considerarlo un bene pensando a Poppi. Potrete comunque dilettarvi nel raccogliere ricette per cucinare e ottenere bonus di varia natura.

Lato trama il team ha optato per una narrazione che mette al centro protagonisti e comprimari, lasciando una buona dose di mistero per quel che concerne la fazione dei villain. Nel complesso gli eventi si susseguono con una buona coerenza e credibilità - compatibilmente al contesto - e verso il finale tra set pieces bombastici e chicche per i fan di vecchia data, le emozioni non mancano. Nei suoi ultimi istanti, Xenoblade Chronicles 3 colpisce in modo discreto ma potente, lasciando il centro della scena a un cast che, arrivati a questo punto, non si può non amare.

Permane però la sensazione che si voglia e si possa dire di più, quindi potremmo guardare con grande curiosità a quelli che saranno i contenuti presenti nel pass di espansione, fermo restando che già così il titolo è destinato a rapirci per ore e ore, anche e soprattutto alla luce di alcuni sbloccabili presenti nel Nuovo Gioco +. Non manca mai qualcosa da fare, e finché il giocatore riesce a imbeccare correttamente la progressione delle quest, accorpando l'esplorazione libera in modo naturale, il gioco sembra davvero non dover finire mai e poi mai, creando un senso di genuina ilarità.

Voto Recensione di Xenoblade Chronicles 3 - Nintendo Switch


8.9

Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Massiccio, enorme, quasi infinito

  • - Tecnicamente valido, finalmente!

  • - Accompagnamento musicale ottimo

  • - Personaggi strepitosi

Contro

  • - Combattimenti a volte congestionati

  • - Presenta comunque delle incertezze grafiche

  • - Narrazione che potrebbe risultare divisiva

Commento

Xenoblade Chronicles 3 è la summa dell’esperienza che Monolith Soft ha raccolto nel corso di questi frenetici anni targati Nintendo Switch, nel bene e nel male. Siamo finalmente riusciti a ottenere un titolo tecnicamente più che presentabile che al tempo stesso è contraddistinto da un peculiare ma efficace sistema di combattimento. La linea narrativa è in linea con quella dei predecessori, capaci di sorprendere e stupire, espressa questa volta in un formato più conservativo e composto, per dare maggiore enfasi alle vicende dei protagonisti. Nel complesso parliamo di un JRPG di enorme spessore, bello da vedere e impegnativo da padroneggiare, che ha il potenziale per appassionare una nuova platea di giocatori e offrire ai fan pane per i loro denti. Potrebbe trattarsi di un titolo divisivo per temi e narrazione, ma le qualità che ritroviamo non sono comuni a tutte le produzioni, in particolare per la cura con cui ogni dettaglio e ogni personaggio, anche secondario, contribuisce a dar forma a un incredibile universo di gioco.

Informazioni sul prodotto

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Xenoblade Chronicles 3 - Nintendo Switch