Cosa potrebbe accadere se la Cina mettesse le mani su TSMC

La segretaria al Commercio degli USA, Gina Raimondo, afferma che se la Cina riuscisse a mettere le mani su TSMC ci sarebbero conseguenze devastanti.

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a cura di Marco Silvestri

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La Segretaria al Commercio degli Stati Uniti Gina Raimondo ha dichiarato che sarebbe "assolutamente devastante" se la Cina prendesse il controllo della Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) e bloccasse il Mar Cinese Meridionale.

Durante una testimonianza davanti alla Commissione per le Assegnazioni della Camera, Raimondo ha evidenziato come attualmente gli Stati Uniti importino il 92 percento dei loro chip di punta da TSMC in Taiwan, senza discutere le probabilità o i dettagli di un tale scenario, ma sottolineando l'importanza strategica di questa fornitura.

Nonostante gli Stati Uniti importino semiconduttori tecnologicamente avanzati da Taiwan, TSMC ha in programma di produrre chip da 2 nm e 3 nm in Arizona. La produzione del chip da 2 nm, inizialmente prevista per il 2026, è stata posticipata al 2028, con un finanziamento di 11,6 miliardi di dollari forniti dagli USA per tre impianti in Arizona.

Il deputato Jake Ellzey e la Raimondo hanno concordato sull'importanza strategica del Mar Cinese Meridionale, attraverso cui transita circa un terzo del commercio mondiale, sottolineando la necessità di difendere questa area, inclusa Taiwan, per preservare gli interessi globali.

Il dibattito sulla sicurezza di Taiwan e la possibilità di un controllo cinese su TSMC ha generato molte discussioni. Tra le proposte emerse, una delle più scaricate del 2021 dal giornale accademico dell'U.S. Army War College raccomandava agli USA di impegnarsi a distruggere TSMC nel caso di un'imminente invasione cinese.

Ovviamente si tratterebbe di una soluzione drastica, da prendere in considerazione solo come ultima ipotesi, ma non è da escludere che gli USA, pur di tutelare i suoi segreti industriali, sia disposta a ricorrere alle maniere forti. Del resto, non sarebbe la prima volta e in situazioni di guerra "tutto è ammesso".

Ellzey non è l'unico a esprimere preoccupazione per la situazione del Mar Cinese Meridionale. La Select Committee on the Chinese Communist Party ha recentemente messo in guardia dall' "allarmante mancanza di urgenza" del Pentagono nel proteggere le basi militari degli Stati Uniti nella regione dell'Indo-Pacifico, evidenziando la vulnerabilità di queste strutture agli attacchi cinesi.

Nel suo intervento, la Raimondo ha spostato l'attenzione dalla sicurezza fisica alle tecnologie digitali come strumenti cruciali per la sicurezza nazionale, includendo i semiconduttori, la quantistica e i modelli IA. Ha aggiunto che il Dipartimento del Commercio si impegna costantemente a monitorare queste tecnologie a duplice uso per garantire che la Cina non possa accedervi a fini militari.