PocketCube di Delta Space Leonis, il satellite in miniatura creato da chi voleva fare l’astronauta

Delta Space Leonis è una startup aerospaziale che vuole rendere la Space Economy alla portata di tutti

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a cura di Danilo Loda

Rendere la Space Economy qualcosa di tangibile e che non diventi una barriera, utilizzando le tecnologie spaziali per migliorare la vita sulla Terra, e supportare missioni di esplorazione spaziale per aprire nuovi orizzonti all’umanità. Questa la visione di Delta Space Leonis, startup romana composta da giovani appassionati, brillanti e geniali specializzati nei settori aerospaziale, elettronico, meccanico ed economico

Area Science Park

Area Science Park è un parco scientifico e tecnologico di rilievo nazionale e internazionale, situato nel Friuli Venezia Giulia. Questo hub innovativo si dedica alla promozione dello sviluppo tecnologico e scientifico, supportando la ricerca applicata e l'imprenditorialità avanzata attraverso infrastrutture all'avanguardia e servizi specializzati. Delta Space Leonis è una delle numerose startup che hanno beneficiato della collaborazione con Area Science Park e ha partecipato all'evento Primo Innovare tenutosi alla fine del 2023. Grazie a questo sostegno, l'azienda ha potuto accedere a risorse significative e a reti di contatti essenziali per il suo sviluppo e l'espansione nel settore delle tecnologie innovative.

Volevo fare l’astronauta

A parlaci di come nasce e quali missioni si prefigge Delta Space Leonis è Davide Nejoumi, fondatore e CEO. Con un’età di soli 25 anni Davide è attualmente uno studente di ingegneria, e ha iniziato a dare vita a Delta Space Leonis nel 2021. L’avventura inizia quando, dopo la fine del liceo, Davide ha vinto il bando “Torno Subito” promosso dalla Regione Lazio. Questo bando premiava i giovani che avevano fatto un’esperienza all’estero tra le più originali e aveva intenzione di aprire una startup.

Davide s’è l’aggiudicato andando in Cina ad imparare la lingua locale, con l’idea di lanciarsi nel mondo dell’import/export tra l’Italia e la Cina, ma il vero sogno di Davide è molto diverso. 

“Da bambino volevo fare l'astronauta” - ci racconta Davide. “Siccome sono giovane e posso rischiare, avendo i genitori a casa che mi mettono il piatto in tavola, ho provato a presentare un'idea nel settore aerospaziale. C'erano 100mila euro di budget che non sono molti per una startup che vuole andare nello spazio”.

Nasce PocketCube Il satellite da 5 centimetri per lato

Miniaturizzazione: una caratteristica che sempre più spesso si sente quando si parla di prodotti tecnologici, e che è la lampadina che si è accesa nella mente di Davide. “Abbiamo visto che con la miniaturizzazione, e un lavoro di assemblaggio tipo incastrare i mattoncini come avviene nel Tetris forse riuscivamo a fare qualcosa di innovativo”. E, in pratica così è stato: Davide insieme al suo team ha realizzato un satellite da appena 5 cm per lato, tipo il cubo di Rubik per intenderci, che praticamente è un modellino cubesat dei satelliti di grandi dimensioni. Il suo nome è PocketCube.

Diversamente dai cubesat più conosciuti, il team di Delta Space Leonis ha progettato la scheda, ha scelto il processore e alcuni moduli. Rispetto al cubesat che si realizza con i vari pezzi già pronti all’uso, rimane un sacco di spazio libero e le dimensioni sono standard. Delta Space Leonis, realizzato una scheda ad hoc è in pratica riuscita a miniaturizzare a sua volta il cubesat: il risultato, come detto, è un mini satellite a forma di cubo da 5 cm per lato.

Realizzato il satellite miniaturizzato, la sfida di Delta Space Leonis è lanciare una costellazione di PocketCube per fare telecomunicazioni, sensoristica IoT a supporto delle missioni spaziali. “Vogliamo fare "spazio per lo spazio", non "spazio per la Terra". – spiega Davide. “Però c'è il "muro della realtà degli investitori italiani" che non sono così visionari da mettere denaro per l’ingegneria aerospaziale. Allora abbiamo spostato il tiro e pensato di creare servizi per la tecnologia terrestre e ci siamo indirizzati verso la Space Economy quel settore circolare che porta tecnologia terrestre verso lo spazio e tecnologia spaziale verso la l'economia terrestre”.

I primi investitori non tardano ad arrivare. Nel 2024 viene proposto il primo round che si sta per chiudere. Con gli investimenti Delta Space Leonis mira a lanciare il suo primo satellite entro un anno. 

Cosa può fare PocketCube

I campi di utilizzo di PocketCube sono svariati e vanno ad abbracciare diversi ambiti. Quali sono ce li spiega Davide: “con PocketCube possiamo aumentare la copertura alle compagnie telefoniche, ma in effetti possiamo essere 'forti' dove dobbiamo gestire pochissimi dati per i sensori IoT e non ci serve trasmetterli tempo reale”. Per esempio i sensori che si trovano nell’agricoltura, che tengono sotto controllo alcuni parametri, ma i dati aggiornati si possono avere anche ogni 4 ore. 

Ma cos’ha di diverso PocketCube rispetto alle piattaforme IoT utilizzate attualmente in agricoltura? La risposta arriva da Davide: “tutte queste piattaforme attualmente utilizzate in campo agricolo per funzionare hanno bisogno di una connessione a Internet (via cavo, Wi-Fi o 5G) Con PocketCube noi possiamo collegare il sensore direttamente al satellite, quindi, questo sensore possiamo metterlo anche dove non arriva il 5G o il Wi-Fi”.

Un altro utilizzo può essere quello per realizzare un piano di volo di un drone, che userà i Pocket Cube per seguire la rotta impostata. Allo stesso modo, in mare potrebbe essere anche più importante, visto che non si possono installare antenne che trasmettono il segnale Wi-Fi o 5G. 

La nostra idea, spiega Davide è quella di presentarci a quei potenziali clienti che oggi non hanno una rete terrestre su cui contare. “Il paradosso è che metto i sensori dove non posso/voglio mettere una persona, però le antenne si installano dove le persone invece ci sono”. 

Da questo è facile intuire come al mondo ci siano tante aree scoperte da Wi-Fi e 5G, dove PocketCube può diventare la soluzione per comunicare o ricevere e inviare dati.

Delta Space Leonis, il futuro è fuori dall’Italia

Con gli investitori italiani che fanno fatica a capire il vero potenziale di PocketCube, nel domani di Delta Space Leonis c’è l’estero. “Il nostro mercato non è quello italiano, racconta Davide, non ci serve adeguarci agli standard degli investitori italiani, che vogliono spendere poco e vedere ritorni immediati”.

Quello che abbiamo fatto finora è stato fatto con quei 100mila euro della Regione Lazio. Abbiamo fatto una missione stratosferica, che abbiamo chiamato Probe One, con un pallone. Abbiamo capito che possiamo raggiungere l'orbita bassa e che i sistemi progettati sono validi. Stiamo lavorando per migliorare i componenti, e stiamo pensando di usare anche un'AI per "far fare più cose al satellite”.

Il passo successivo nello sviluppo di PocketCube è renderlo ancora più leggero e mandarlo in orbita bassa in modo da proporre un servizio satellitare con costi accessibili. Intanto Delta Space Leonis ha in procinto di realizzare il Deployer. Questo congegno una volta inserito nel razzo che serve per raggiungere l’orbita desiderata, è quello che poi lancia di fatto il mini satellite nello spazio.

Serviranno ancora 2-3 mesi di test, ma una volta collaudato. Digital Space Leonis potrebbe anche proporsi come fornitore di questo servizio ad altre startup o Università. Lo spazio, quindi, non è poi tanto lontano e sta diventando veramente alla portata di tutti.