Scoperto un batterio kamikaze, esplode e rilascia tossine letali

Uno studio recente rivela che alcuni batteri kamikaze hanno un meccanismo unico per rilasciare tossine letali all'interno dell'organismo.

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a cura di Giulia Di Venere

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Un team di ricercatori ha scoperto un meccanismo sorprendente attraverso il quale i batteri patogeni rilasciano tossine letali all'interno dei loro ospiti. Lo studio, guidato dal ricercatore Stefan Raunser presso il Max Planck Institute of Molecular Physiology, ha rivelato che il batterio Yersinia entomophaga, un parente del batterio della peste, utilizza un metodo kamikaze per liberare le sue tossine.

Contrariamente alle tossine batteriche più piccole, il meccanismo di rilascio di molecole tossiche di dimensioni più grandi era sempre stato poco chiaro, almeno fino a ora. Questo team di ricerca ha scoperto solo di recente che le "cellule soldato" all'interno del batterio si sacrificano e autodistruggono: questo fenomeno coinvolge la rottura delle pareti o delle membrane cellulari per rilasciare le tossine.

Il batterio Y. entomophaga, in particolare, è stato studiato per la sua capacità di rilasciare la tossina YenTc. Gli esperimenti hanno dimostrato che l'ambiente alcalino favorisce il rilascio della tossina, con il batterio che esplode e rilascia la sua carica letale quando esposto a pH più elevati.

Questa ricerca apre la strada a una maggiore comprensione delle strategie di sopravvivenza dei batteri patogeni e potrebbe informare lo sviluppo di terapie mirate per combattere le malattie causate da questi microrganismi.

Un aspetto interessante di questa scoperta è il fatto che YenTc non richiede una sequenza di segnale per essere trasportata al di fuori del batterio, come tipicamente osservato in altri batteri. Questo suggerisce che il meccanismo di rilascio delle tossine in Y. entomophaga è unico e potenzialmente adatto per essere studiato al fine di sviluppare trattamenti mirati.

La scoperta di questo meccanismo di rilascio delle tossine potrebbe avere implicazioni significative per lo sviluppo di trattamenti contro patogeni simili, inclusi quelli responsabili di malattie gravi come la tubercolosi e la peste bubbonica. Il prossimo passo per la ricerca sarà scoprire se altri batteri patogeni condividono un meccanismo simile e se ciò possa portare a nuovi approcci terapeutici.