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a cura di Massimo Nicora

Goldrake è il robot antropomorfo più famoso della tv italiana. Trasmesso per la prima volta il 4 Aprile del 1978 sull'allora Seconda Rete Rai, è stato protagonista di un successo straordinario capace di superare ogni polemica e di aprire, di fatto, la strada alla più grande invasione di cartoni animati giapponesi che la storia della tv possa ricordare. Per ricordare questo anniversario affidiamo il compito Massimo Nicora autore del saggio C'era una volta Goldrake. La vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la TV italiana (Editrice La Torre). Suo anche il saggio C'era una volta... prima di Mazinga e Goldrake. Storia dei robot giapponesi dalle origini agli anni Settanta. 

Che significato ha la storia di Goldrake?

La storia di Goldrake può essere interpretata come un simbolo dell'eterna lotta tra il Bene e il Male. Il messaggio dunque risulta estremamente chiaro per tutti coloro che vogliono osservare questo cartone animato in maniera obbiettiva e scevra da qualsivoglia pregiudizio. Va però detto che le distinzioni non sono mai così nette e banali, ma più sfumate. Se è vero, infatti, che gli extraterrestri provenienti da Vega sono i "cattivi", va altresì sottolineato come anch'essi abbiamo delle ragioni che li spingono ad invadere la Terra (il loro pianeta, infatti, si sta avviando verso la distruzione). Bene contro Male, dunque, ma con la necessaria indicazione che le divisioni non sono mai così nette come potrebbero sembrare a uno sguardo superficiale. Nel cartone animato come nella vita.

3 3c Grendizer in azione

E ancora. Quella di Goldrake è una storia in cui l'eroe (Actarus, il pilota del robot) combatte suo malgrado, non lo fa per attaccare ma solo per difendere il pianeta Terra che lo accolto. È la storia di una lotta contro le proprie paure e i propri limiti, la storia di un'amicizia che cresce e si rinsalda (quella tra Actarus e Alcor), di un amore sussurrato e mai volgare (tra Actarus e Venusia), un esempio di come solo il lavoro di squadra può portare al successo finale (a Goldrake infatti si affiancano altri mezzi speciali comandati da Alcor, Venusia e Maria).

Goldrake, insomma, non è certo una produzione dai caratteri negativi come giustamente aveva sottolineato Nicoletta Artom, allora responsabile dei programmi per ragazzi della Rai, in alcuni importanti articoli pubblicati sul settimanale Tv Sorrisi e Canzoni.

Lo stesso Go Nagai, il creatore di Goldrake, ha dichiarato in un'intervista:

"Io sono nato meno di un mese dopo la fine della seconda guerra mondiale; la mia famiglia era sfollata in fretta e furia da Shanghai, dove risiedeva al tempo per ragioni di lavoro di mio padre. Quest'ultimo purtroppo venne a mancare quando io ero ancora bambino, ma mia madre e gli altri adulti attorno a me continuarono a raccontarmi per tutta l'infanzia i loro terribili ricordi della guerra. Perciò, se c'è qualcosa che non ho mai voluto rappresentare nelle mie opere sono situazioni volte a generare comportamenti violenti nel pubblico. Sono una persona pacifica e amante della pace. Tuttavia nel contempo sono convinto che per comprendere il vero valore della pace sia necessario capire anche i veri rischi della guerra e le sofferenze che essa provoca. Le mie serie non presentano dunque una violenza fine a se stessa, ma descrivono realisticamente una situazione in cui un popolo cerca di sopprimere un altro, per le ragioni più varie."

Goldrake è un cartone animato per bambini?

Affermare che Goldrake sia un classico dei cartoni per l'infanzia è corretto e sbagliato allo stesso tempo. Innanzitutto va rilevato come in Giappone l'anime (il cartone animato) abbia una sua dignità culturale e come tale possa essere indirizzato a diversi target di utenza. In altre parole ci possono essere cartoni animati per bambini, ma anche per adolescenti o adulti. L'errore tipico dell'Occidente è stato quello di considerare il cartone animato solo ed esclusivamente un prodotto per bambini.

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Detto questo va evidenziato che se, in apparenza, Goldrake possa essere visto come un anime per bambini, i temi da esso trattati, l'approfondita psicologia dei personaggi (altro fattore di novità) e addirittura il linguaggio utilizzato che non è certo quello tipico dei bambini, ma ha in qualche caso uno stile che potremmo definire volutamente letterario e ricercato, ne fanno un prodotto più complesso e articolato.

3 3b Duke Fleed nella sua tuta spaziale

D'altro lato va però detto, come ha sottolineato giustamente Nicoletta Artom all'epoca, che bisogna avere più fiducia nei bambini perché sono più intelligenti di quanto sembrano.

Lo stesso Gianni Rodari, noto scrittore per ragazzi, è tornato a più ripresa sul tema Goldrake evidenziando come questo tipo di cartoni animati non limitino certo e non avviliscano la fantasia infantile. Per capire questo concetto basterebbe infatti osservare i bambini che giocano nei cortili imitando i loro personaggi preferiti per comprendere come essi si siano sostanzialmente impadroniti di quel "materiale fantastico" e lo adoperino poi per dire quello che vogliono. In altre parole, i bambini non subiscono Goldrake, ma lo adoperano. Hanno semplicemente una materia prima in più con la quale giocare.

Cosa è cambiato con la trasmissione di Goldrake?

Goldrake ha cambiato profondamente lo stile dei cartoni animati facendo, potremmo dire, di necessità virtù. A differenza dei cartoons Disney dell'epoca, infatti, Goldrake era realizzato più... in economia. Ossia con un numero di fotogrammi per secondo decisamente minore. Questo si traduceva in movimenti più scattosi e meno fluidi. Per ovviare al minor numero di fotogrammi si era dunque privilegiato il lavoro con la macchina da presa, favorendo rapidi cambi di inquadratura, zoom e quant'altro potesse essere utile al montaggio di un episodio senza dover ricorrere alla realizzazione di ulteriori disegni (che costavano!). Il risultato è stato un nuovo modo di intendere l'animazione più dinamico e brioso che, guarda caso, ben si adattava alla tipologia del soggetto.

Chi sono i modelli di Goldrake?

I modelli di Goldrake sono sostanzialmente Mazinga Z e Il Grande Mazinga, sempre realizzati da Go Nagai. Sebbene Goldrake sia il primo cartone animato di robot arrivato in Italia, esso è infatti il terzo capitolo di una trilogia iniziata appunto con Mazinga Z e proseguita con Il Grande Mazinga.

3 3d Grendizer e il suo Spacer in azione

Tra i due Mazinga e Goldrake però Go Nagai aveva realizzato un film di 30 minuti proiettato nei cinema nipponici il 26 Luglio del 1975 intitolato Uchu Enban Daisenso (La grande battaglia del disco spaziale) che è il diretto precursore di Goldrake. In questo film infatti troviamo per la prima volta un disco spaziale (Gattiger) contenente un robot (Roboizer) che poi, rivisitato esteticamente, diverrà il Goldrake che tutti noi conosciamo. Da questo film Goldrake trarrà non solo molti canoni estetici (alcuni rivisitati in maniera anche piuttosto sensibile), ma anche l'attenzione alla psicologia dei personaggi e alcuni passaggi della trama.

Chi sono gli eredi di Goldrake?

Gli eredi, più o meno legittimi, di Goldrake sono tantissimi. Tra questi, curiosamente, figura anche General Daimos, giunto in Italia con il falso appellativo de il figlio di Goldrake chiaramente per sfruttare il successo del più illustre predecessore.

3 4b I nemici di Grendizer Vega Gandal Blacky e Zuril

Eredi di Goldrake sono in buona sostanza tutti i robot appartenenti alla cosiddetta scuola robotica classica (in Italia abbiamo visto Jeeg Robot d'Acciaio, Daitarn 3, Gackeen, Zambot 3, Gaiking, Baldios ecc.) cui si contrappone cosiddetta la scuola realistica che ha in Gundam il suo portabandiera.

In quest'ultimo caso ogni aspetto della storia, dal mecha design alle battaglie, si distingue per l'estrema verosimiglianza. La morte, la tragedia dei singoli e dei popoli, l'utilizzo della tecnologia a fini bellici, sono temi messi ora in primo piano, mentre la serie perde ogni alone fantastico per tratteggiare in tutta la sua drammaticità la crudeltà di un conflitto che ha ormai assunto dimensioni planetarie e che costringe dei pacifici ragazzi a sacrificare sull'altare della guerra la propria adolescenza e la propria innocenza.

Gli stessi robot cessano di essere samurai invincibili (con missili e laser che non si esauriscono mai...) per diventare un'arma tra le altre, una sorta di esoscheletro o armatura mobile (Mobile Suit) come era già stata abbozzato in Fanteria dello Spazio (Starship Troopers), il celebre romanzo di fantascienza scritto da Robert A. Heinlein nel 1959.

L'autore

Massimo Nicora (Varese, 1972), giornalista, è laureato in Filosofia Teoretica all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e si occupa di comunicazione e relazioni con la stampa per conto di importanti aziende nazionali e internazionali, con particolare riguardo ai settori dei videogiochi e del cinema di animazione. Appassionato di Goldrake e di robot giapponesi, ha tenuto conferenze sui 30 anni di Goldrake in Italia nel corso delle manifestazioni Maggio Bambino (2008) e FirenzeGioca (2008) e ha rilasciato interviste a Radio Deejay e a TG3 Neapolis. Per conto dell'editore giapponese d/visual, nel 2007 si è occupato del lancio e della promozione in Italia della prima edizione in DVD della serie. È autore del libro C'era una volta... prima di Mazinga e Goldrake. Storia dei robot giapponesi dalle origini agli anni Settanta (Youcanprint, 2016) ed è curatore di un blog dedicato a Goldrake (ceraunavoltagoldrake.blogspot.it).