La sicurezza europea di smartphone e tablet connessi alle reti mobili e Wi-Fi è nelle mani del Politecnico di Torino. Al solito stile sabaudo e understatement fanno sì che non se ne sappia molto in giro, ma è proprio nei laboratori di Corso Duca degli Abruzzi - nel cuore della città - che è partito ad ottobre 2013 il progetto "SECURED". Il nome non dice molto, ma la Commissione UE lo considera uno degli investimenti più importanti per la cyber-security. Costerà 4,1 milioni di euro, di cui 2,7 cofinanziati da Bruxelles.
"Ognuno di noi ormai gestisce o possiede una moltitudine di dispositivi elettronici e non tutti hanno lo stesso grado di sicurezza digitale", spiega Antonio Lioy, docente del Politecnico di Torino e coordinatore di SECURED. "Il grado di esposizione ad eventuali attacchi via web cambia a seconda della rete a cui si è collegati: se una rete aziendale prevede infatti un certo livello di protezione, non si può dire altrettanto della rete mobile 3G, o del Wi-Fi di un ristorante o di un caffè".
Il Politecnico di Torino
L'idea quindi è di creare una protezione a monte, più che lasciare il singolo dispositivo – quindi utente – in balia dei marosi. Si parla quindi di difese inserite direttamente negli home gateway, nei router aziendale e altre apparecchiature. "Per risolvere questi problemi l'idea di SECURED è quella di spostare la sicurezza dal dispositivo al primo punto di accesso, alla rete", prosegue Lioy.
"Noi stiamo sviluppando il software ed i dispositivi, assieme a Hewlett Packard, ma prevediamo anche una soluzione software open-source gratuita, cioè accessibile online usando un normale PC".
In pratica in futuro sarà possibile garantire sicurezza e riservatezza dei dati online su ogni dispositivo connesso a Internet senza che l'utente debba essere per forza coinvolto in operazioni di controllo e aggiornamento.
Ovviamente chi lavora a SECURED sta pensando anche alle differenti esigenze dell'utenza: un minore, una famiglia o un'impresa richiedono livelli di sicurezza diversi. Il consorzio non a caso coinvolge anche Unicri, Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia, l'operatore Telefonica, il Politecnico di Barcellona, il centro nazionale di ricerca finlandese Vtt e altre strutture.
L'appuntamento per il primo test sul campo è previsto nel 2015.