Snowden come Assange, la trasparenza è arma di libertà

Edward Snowden vorrebbe andare in Ecuador, dove riceverà asilo politico

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a cura di Pino Bruno

Paradossi apparenti della politica. Edward Snowden, il whistleblower del Datagate statunitense, è un "criminale" per la democratica Nancy Pelosi, mentre per la repubblicana Sarah Palin "non è un problema. Il problema è il governo che viola i diritti del Quarto Emendamento e ci priva della nostra privacy".

Che poi paradossi non sono, semmai un ulteriore "segnale d'allarme" come racconta Julian Assange nel libro intervista appena pubblicato in Italia da Feltrinelli: "Internet è il nemico". Il saggio arriva in libreria nel momento giusto, per tentare di fare chiarezza sul ruolo di Wikileaks e dei tanti whistleblower che l'organizzazione di Assange ha sdoganato, a cominciare dal soldato Bradley Manning.

Edward Snowden

Eroi o traditori? L'attivista rifugiato da quasi un anno nell'ambasciata ecuadoriana di Londra ne parla con tre protagonisti del movimento hacker e per i diritti civili: Jacob Appelbaum, Andy Müller-Maguhn e Jérémie Zimmermann.

Il nuovo mondo sotto sorveglianza

Dice Assange che "il nuovo mondo di Internet, astratto dal vecchio mondo dei bruti atomi, agognava l'indipendenza. Però poi gli stati e i loro amici si sono attivati per mettere sotto sorveglianza il nostro nuovo mondo, controllando le sue basi fisiche...i cavi di fibre ottiche...i satelliti che ruotano sulla nostra testa, i server... come il soldato che ammazzò Archimede con una banale spada, altrettanto oggi una falange armata potrebbe assumere il controllo dell'evoluzione di punta della civiltà occidentale, il nostro mondo platonico".Affermazioni quasi profetiche, alla luce del Datagate.

Intercettare tutti

"Ci sono due modi di affrontare la sorveglianza statale di massa", dice Assange: "con le leggi della fisica e con le leggi dell'uomo. Il primo significa sfruttare le leggi della fisica costruendo materialmente congegni che impediscono le intercettazioni. L'altro è introdurre controlli democratici attraverso la legge per verificare che quelli debbano avere dei mandati e compagnia bella e cercare di ottenere qualche trasparenza. Però le intercettazioni strategiche non possono farne parte, non possono essere limitate in maniera significativa dai regolamenti. L'intercettazione strategica significa intercettare tutti, che siano innocenti o colpevoli. Non dobbiamo dimenticare che è il centro del potere a svolgere questa sorveglianza. Ci sarà sempre una scarsa volontà politica di far uscire allo scoperto lo spionaggio di Stato".

Julian Assange

Occupazione militare del ciberspazio

"Quando comunichi via Internet, quando comunichi con la telefonia mobile, che è ormai intrecciata con Internet, racconta Assange, le tue comunicazioni vengono intercettate dai servizi di informazione militari. È come avere un carro armato in camera da letto, un soldato fra te e tua moglie mentre mandate sms. Viviamo tutti sotto legge marziale per quanto riguarda le nostre comunicazioni, non vediamo i carri armati ma ci sono. In questo senso Internet, che doveva essere uno spazio civile, è diventata uno spazio militarizzato".

Difendersi con la crittografia

"Dobbiamo avere un software libero che tutti possano capire, che tutti possano modificare e tutti possano esaminare per essere sicuri di cosa fa...dobbiamo avere una crittografia forte per essere sicuri che quando vuoi che i tuoi dati siano letti solo da te non li possa leggere nessun altro...alcuni algoritmi crittografici sono impermeabili a qualsiasi governo, sempre. Ce ne sono altri che sappiamo essere estremamente duri da risolvere anche per la NSA...oggi i codici sono piuttosto all'altezza, ne siamo abbastanza certi. Purtroppo non puoi essere affatto sicuro della macchina su cui girano, quindi è un problema...la crittografia è l'estrema forma di azione diretta non violenta".

Il libro-conversazione spazia su tutto quello che è accaduto in rete ultimi anni. Va letto non perché si debba condividere l'Assange-pensiero, bensì per cercare di comprendere il punto di vista di chi da sei anni, con Wikileaks "ha dovuto combattere con quasi tutte le potenze", di chi conosce "il nuovo stato della sorveglianza" dal di dentro, perché ne ha svelato i segreti.

Eroe o traditore?

Snowden eroe o traditore?

A proposito di Edward Snowden, l'eroe/traditore del Datagate, le cronache danno quasi per certo l'accoglimento della domanda di asilo politico da parte dell'Ecuador. La talpa è nell'aeroporto Sheremetevo di Mosca dopo il suo arrivo da Hong Kong. Il giovane americano non è in possesso di un visto russo e deve perciò rimanere nell'area di transito dello scalo. Probabilmente partirà per l'Ecuador dopo uno scalo a Cuba.

Gli Stati Uniti gli hanno revocato il passaporto. Il capo della National Security Agency (NSA), Keith Alexander, in un'intervista alla Abc, ha detto che Snowden ha causato "danni irreparabili". "Chiaramente - ammette Alexander - il sistema non ha funzionato come avrebbe dovuto. Metteremo in atto misure che ci consentiranno di sorvegliare i nostri amministratori di sistema, quello che fanno e le informazioni che acquisiscono".

Intanto la petizione Grazia per Edward Snowden, lanciata sul sito della Casa Bianca We the People, ha superato le 110mila firme. Una soglia importante perché le petizioni che raccolgono oltre 100.000 firme ricevono l'attenzione della Casa Bianca che, in base alle regole fissate, si impegna a rispondere formalmente. "Edward Snowden è un eroe nazionale" si legge nella petizione.