Tutta l'Europa contro Google perché gioca sulla privacy

Sei diverse Autorità per la Privacy hanno avviato un'indagine nei confronti di Google, che non rispetterebbe le norme vigenti. L'azienda californiana si dice fiduciosa e afferma di rispettare tutte le regole.

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a cura di Pino Bruno

Più volte minacciata, più volte annunciata, l'istruttoria nei confronti di Google per presunta violazione della privacy degli utenti è arrivata. Multipla. Le Autorità per la protezione dei dati personali di Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna hanno addirittura creato una task force per sostenere l'accusa.

Il gruppo multinazionale dovrà "verificare il rispetto della disciplina sulla protezione dei dati personali e, in particolare, la conformità dei trattamenti effettuati dalla società di Mountain View ai principi di pertinenza, necessità e non eccedenza dei dati trattati nonché agli obblighi riguardanti l'informativa agli utenti e l'acquisizione del loro consenso".

In parole povere - dicono le Autorità - le nuove regole adottate da Google consentono alla società californiana di incrociare in via generalizzata i dati degli utenti che utilizzano i servizi offerti (da Gmail a YouTube a Google Maps solo per citarne alcuni), in violazione della Direttiva Europa in tema di privacy.

Nella patria di Orwell non si scherza sulla privacy

Già in passato i Garanti europei avevano chiesto a Google di adottare una serie di modifiche ritenute necessarie per assicurare la conformità dei trattamenti alle disposizioni vigenti. Il 19 marzo scorso c'era stato un incontro con la task force ma, "nonostante Google avesse manifestato la propria disponibilità", non c'è stata "alcuna concreta iniziativa nel senso auspicato".

Adesso ciascuna delle sei Autorità condurrà ulteriori accertamenti con il formale avvio di "procedimenti distinti anche se simultanei ed in stretto coordinamento tra loro". Il presidente dell'Autorità italiana, Antonello Soro, ha detto che l'azione punta a "impedire che esistano zone franche in materia di diritti fondamentali". "Google - ricorda Soro - non può raccogliere e trattare i dati personali dei cittadini europei senza tenere conto del fatto che nell'UE vigono norme precise a tutela dei diritti fondamentali".

Rincara la dose  la vicepresidente della Commissione europea e responsabile per la giustizia, Viviane Reding: "Azioni concertate come quella di oggi devono diventare la regola e non essere più l'eccezione. Questo è esattamente quanto si prefigge la riforma della protezione europea dei dati. Ho fiducia che entro quest'anno il Parlamento europeo e gli stati membri rafforzeranno sostanzialmente gli strumenti a disposizione".

E Google cosa risponde? "La nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con le diverse Autorità garanti della privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro".

Ringraziamo Pino Bruno per l'articolo