Euro 7: i modelli compatti rischiano di sparire

Le norme Euro 7 continuano a far discutere: si rischia di far sparire il segmento delle piccole auto endotermiche a causa di costi troppo alti

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a cura di Francesco Daghini

Qualche giorno fa abbiamo approfondito il tema delle nuove norme anti-inquinamento Euro 7, la cui entrata in vigore è prevista per il 1° luglio 2025; queste norme, che prevedono l'introduzione di nuove tecnologie pensate per ridurre le emissioni di gas nocivi nell'ambiente, portano con sé costi di ricerca e sviluppo importanti, costi che inevitabilmente andrebbero a far lievitare il prezzo di listino delle auto. Si tratta di un rischio molto concreto, anche se non tutti sono d'accordo sulle cifre ipotizzate, e la prima conseguenza di questo nuovo regolamento potrebbe essere la scomparsa di diverse auto di piccole e medie dimensioni spinte da motori endotermici che saranno diventati troppo costosi da sviluppare, in relazione al costo dell'auto.

Cosa prevedono le nuove norme?

Per una spiegazione più approfondita delle novità introdotte dalle normative Euro 7 vi rimandiamo all'articolo completo che abbiamo dedicato qualche giorno fa; in breve, il nuovo regolamento impone la riduzione del 35% degli ossidi di azoto (NOx) e del 13% del particolato emesso dagli scarichi, mettendo in difficoltà specialmente i piccoli motori a benzina e i motori a gasolio. Per raggiungere questi obiettivi sarà necessario sviluppare e integrare nelle auto e nei furgoni nuove tecnologie dal costo non indifferente: ne abbiamo già parlato anche noi e ha fatto il giro di tutti i siti di settore, la notizia secondo cui - a causa dell'introduzione di Euro 7 - un modello come la Skoda Fabia arriverebbe a costare quasi 4000 € in più rispetto all'attuale generazione, un prezzo che l'AD di Skoda, Klaus Zellmer, ha definito "inaccettabile" per i clienti interessati alla Fabia.

Stesso discorso con il modello "gemello" di Volkswagen, la Polo: in questo caso il CEO della casa tedesca è ancora più pessimista e prevede un aumento di prezzo di circa 5000 €, il che renderebbe la Polo molto più difficile da vendere.

Euro 7: discordanza tra Bruxelles e le Case

Non c'è dubbio che le intenzioni di Bruxelles in merito alla riduzione dell'inquinamento atmosferico siano ammirevoli, ma i dubbi legati alla normativa Euro 7 sono tantissimi: secondo la Commissione Europea infatti queste novità tecnologiche dovrebbero avere un impatto sui costi di circa 300 € per auto, ma le case automobilistiche non sono affatto d'accordo - come già sottolineato dai massimi esponenti del Gruppo Volkswagen. Le cifre sono molto più alte, anche perché per rientrare nella normativa sarà necessario sviluppare nuove tecnologie come il sistema di riscaldamento dei catalizzatori, o l'integrazione di complicati sensori che verificano in tempo reale che le emissioni dal tubo di scarico non superino i limiti consentiti.

L'AD di Skoda, in questo senso, ha le idee molto chiare su quelle che saranno le conseguenze di questo regolamento: l'aumento dei costi di sviluppo e produzione si tradurrà in prezzi di listino più alti a tutto tondo, questi aumenti faranno sì che il ricambio delle auto rallenti ancor più di quanto non stia già facendo, con il risultato che il parco auto circolanti continuerà ad essere composto da vecchie auto che inquinano più del dovuto, perché quelle nuove e più pulite costano troppo.

“Caricando i nuovi modelli di costi così alti, per noi venderli sarà molto più difficile e così le persone si terranno le loro vecchie auto. Il che è peggio per tutti. Dobbiamo sederci intorno a un tavolo e studiare un piano in grado di tutelare l’ambiente, ma anche le esigenze degli automobilisti”. 

Le elettriche non sono al sicuro

Nonostante le auto elettriche non emettano alcun tipo di emissione inquinante localmente, si potrebbe pensare che le nuove norme Euro 7 non le riguardino, ma non è così: nel testo del nuovo regolamento infatti si parla anche dell'inquinamento prodotto da freni e pneumatici, componenti che rilasciano nell'atmosfera delle particelle microscopiche ma molto dannose per la nostra salute e per quella del pianeta.

Entro il 2035, quindi con una tempistica nettamente più rilassata rispetto al resto della normativa, le auto elettriche dovranno ridurre del 27% la quantità di materiale inquinante emesso dalle pastiglie dei freni - che fortunatamente vengono già consumate molto più lentamente, poiché molte delle frenate vengono gestite dal motore elettrico, mentre le gomme dovranno superare dei test molto severi che valuteranno la rapidità dell'usura e l'emissione di microplastiche nell'ambiente.

Oggi le utilitarie elettriche sono ancora poche, ma entro qualche anno il mercato sicuramente saprà offrire più varietà e quindi anche questi modelli dovranno stare attenti agli inquinanti prodotti da freni e gomme, nonostante l'alimentazione a batteria che azzera le emissioni.