General Motors, addio alla casa automobilistica australiana Holden entro il 2021

General Motors annuncia la futura chiusura delle attività commerciali presenti in Australia e Nuova Zelanda abbandonando il marchio Holden.

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a cura di Valentina Acri

General Motors annuncia la futura chiusura delle attività commerciali presenti in Australia e Nuova Zelanda abbandonando il marchio Holden. L’azienda americana prevede dunque di effettuare un ulteriore riorganizzazione nei vari mercati.

Secondo gli annunci fatti da General Motors, entro il 2021 sarà presa la decisione di chiudere tutte le operazioni del marchio in Australia e Nuova Zelanda. La mossa messa in atto, porrà pertanto fine alla storia di 164 anni del marchio Holden: un marchio presente nel settore automobilistico dal 1908 e di proprietà di General Motors dal lontano 1931.

Inevitabilmente, l'abbandono del marchio dopo tantissimi anni fa parte di una più ampia ristrutturazione in atto di General Motors nei vari mercati internazionali. Va senza dubbio sottolineato che GM sta investendo sempre di più in Cina e nel suo mercato statunitense, e mercati come Australia e Regno Unito non sono più parte fondamentale dei futuri piani dell'azienda.

Julian Blissett, vicepresidente senior di GM International Operations, ha a tal proposito dichiarato:

"GM ha intrapreso un'analisi dettagliata dell'investimento necessario affinché Holden fosse competitivo oltre l'attuale generazione di prodotti. I fattori che hanno influenzato il business case per ulteriori investimenti includono i mercati altamente frammentati, l'economia per supportare la crescita del marchio e fornire un adeguato ritorno sugli investimenti. Dopo una valutazione approfondita, ci rammarichiamo di non poter dare la priorità all'investimento richiesto affinché Holden abbia successo a lungo termine in Australia e Nuova Zelanda, rispetto a tutte le altre considerazioni che abbiamo a livello globale".

In seguito a tali parole, non è mancata la delusione da parte del Primo Ministro australiano Scott Morrison, che non si è però mostrato del tutto sorpreso dalla decisione presa da General Motors.