Prova, BMW Serie 4 Gran Coupé 420d: la mild hybrid diesel da 1.000 km

BMW, con Serie 4 Gran Coupé, svela una vettura dedicata alle lunghe percorrenze che unisce in un perfetto mix comfort e silenziosità.

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a cura di Federico Vecchio

BMW ha recentemente introdotto la versione restyling della celebre Serie 4 e fin da subito la reazione degli appassionati è stata divisa tra chi la sosteneva e chi non era troppo convinto del doppio rene nella calandra anteriore; a distanza di tempo le opinioni rimangono sempre le stesse ma BMW è convinta di questa scelta e ha esteso questo nuovo linguaggio al resto della gamma. A questo proposito, riconosciamo però che il design è quasi sempre un aspetto puramente soggettivo e non vi nascondiamo che, almeno nei primi istanti, anche la nostra redazione si è divisa a riguardo; proprio per questo aspetto non ci soffermeremo troppo sul disegno della calandra stessa.

La configurazione in prova è decisamente accattivante, il colore esterno Tanzanite Blue metallizzato abbinato all’allestimento M Sport e, soprattutto, ai dettagli esterni “Shadow Line” (una sorta di Chrome Delete) riescono a conferire a questa vettura un aspetto ed una presenza in strada da non sottovalutare; se nelle configurazioni lancio il doppio rene anteriore non ci convinceva, adesso - fa strano dirlo ma è davvero così - la precedente generazione di Serie 4 che ne è sprovvista sembra invecchiata prematuramente.

Il frontale è quindi il punto più controverso di questa vettura che per quanto concerne il resto del design, risulta familiare e riconoscibile; i fari anteriori grazie alla tecnologia Laser riescono ad illuminare in maniera impeccabile fino a 600 metri e poi donano un look unico e riconoscibile al frontale anche in condizioni di scarsa luminosità. La versione Gran Coupé è quasi un esercizio di stile da parte di BMW, infatti sono poche le case che possono permettersi di sviluppare un modello di questa categoria così di nicchia.

Nella recente era di BMW Serie 4 e Serie 3 si sono distinte per il numero di porte presenti con le classiche configurazione a 5 porte su Serie 3 e 3 porte su Serie 4. Serie 4 Gran Coupé, invece, porta le 5 porte anche sulla Serie 4 e la differenza con Serie 3 sarà l’apertura del portellone e la forma della carrozzeria che, su Gran Coupé, offre una soluzione Hatchback permettendo una capacità di carico senza pari.

Non appena si entra nell’abitacolo si è subito accolti da una qualità costruttiva elevata e da materiali pregiati e ben assemblati; i sedili in pelle presentano regolazioni elettroniche e sono comodi ed avvolgenti anche per lunghe percorrenze. Il sistema di infotainment è reattivo e inoltre permette l’utilizzo di CarPlay Wireless, una vera chicca. I sedili posteriori consentono ad una persona di 1.85 di sedersi in maniera comoda ma non consigliamo viaggi lunghi con più di quattro persone.

La vera star di questo test però è il motore di questa vettura, infatti il 2.0 turbodiesel da 190 cv ci ha stupiti per i consumi ridotti e la silenziosità anche se, per essere pignoli, avremmo sperato in un maggiore brio durante i sorpassi; l'accelerazione non è infatti la specialità di questo motore ma ai bassi la coppia è corposa, merito anche del supporto di 11 cv del sistema Mild Hybrid che riempie la curva di coppia e riesce a garantire una fluidità senza pari.

Nella nostra prova abbiamo effettuato quasi 1.000 km con un solo pieno e siamo riusciti a testarla in ogni situazione possibile partendo dalla città fino alla montagna con -12 gradi. L’utilizzo così variegato e a 360 gradi ci ha concesso di constatare con piacere la massima efficienza nelle percorrenze extraurbane ed autostradali. Sulle lunghe percorrenze abbiamo registrato un consumo di 5.0 l/100 km utilizzando il precisissimo Cruise Control adattivo a 130 km/h che, accoppiato al centraggio di corsia, ci ha permesso di percorrere moltissimi km autostradali in totale relax e sicurezza. Se da un lato ci è apparso preciso e dinamico, dall’altro dobbiamo riconoscere qualche limite fisico del sistema in occasione di cambi repentini del manto stradale e della posizione della linea della corsia (come in caso di lavori in corso, toppe, etc).

La dinamica di guida ci ha decisamente lasciato un ricordo estremamente positivo; nonostante la massa piuttosto elevata, il feeling che si ha dietro il volante è di una vettura improntata alla sportività, soprattutto nelle curve dove si percepisce il DNA della casa bavarese. Nei cambi di direzione repentini, però, emerge comunque il peso totale della vettura. La trazione posteriore garantisce un avantreno preciso e comunicativo, inoltre le sospensioni assorbono in maniera impeccabile le asperità dell’asfalto e garantiscono un elevato livello di comfort in cabina.

La plancia centrale è dominata da un display touch posizionato sopra le bocchette dell’aria condizionata, controllabile anche tramite il comodo rotore posizionato alla destra della leva del cambio. Chi invece preferisce non interagire con i comandi fisici o raggiungere il display, può eventualmente agire su alcune funzioni utilizzando la modalità gesture integrata nel sistema di infotainment; questa soluzione però porterà spesso ad esiti non voluti se si gesticola mentre si parla. Insomma, una funzione perfetta per chi non gesticola troppo, ma poco fruibile per noi italiani.

La finitura in fibra di carbonio è una chicca decisamente piacevole su una vettura di questo tipo e sottolinea la voglia di renderla sportiva oltre che comoda; i materiali utilizzati sono di prima qualità e gli assemblaggi risultano solidi. Dal punto di vista ergonomico, abbiamo riscontrato qualche difficoltà nell’attivazione dell’aria condizionata che necessita di più passaggi al posto di avere un pulsante dedicato “generale”. Discorso analogo per il volume che, sul volante, a differenza di altre vetture, non è possibile regolare agendo su una classica rotella ma necessita l’utilizzo di due distinti pulsanti fisici (+ e -).