10 cose che (forse) non sapevi sul film di Watchmen

Dieci anni fa usciva in tutto il mondo il film di Watchmen di Zack Snyder, ripercorriamone insieme la storia attraverso 10 curiosità e non solo.

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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Dieci anni fa usciva in tutto il mondo il film di Watchmen, ovvero uno dei momenti più controversi della carriera di Zack Snyder che, a dirla tutta, è uno che vive di un'alternanza paradossale tra film controversi e spesso bistrattati, e opere decisamente più apprezzate e godibili.

A dieci anni dall'arrivo nelle sale, e del suo conseguente flop, ci è tornata la voglia di parlarvi di quello che è, tutto sommato, un grande momento del fumetto al cinema e, più in generale, la trasposizione di un lavoro immenso, per certi versi impossibile da riportare su pellicola senza creare scalpore, scontento e una qualche forma di astio.

Nel farlo abbiamo però pensato di non limitarci ad una mera analisi del film (che pure brevemente vi offriremo), ma ad una sequela di curiosità relative alla pellicola che, nel bene e nel male, è annoverata tra i cult del cinema a fumetti, ben prima che esplodesse lo straordinario progetto del Marvel Cinematic Universe.

Come dieci anni fa, e come 33 anni prima ancora, anche stanotte “un Comico è morto a New York... Qualcuno sa perché. Qualcuno sa”.

Cosa ci resta di Watchmen?

Quando Watchmen arriva nelle sale, il successo sembra dietro l'angolo, ma al netto di una partenza ottima al botteghino (specie negli Stati Uniti), il film ben presto si arena, in tutto il mondo incassa appena 50 milioni oltre il suo costo iniziale di circa 130 milioni di dollari, il che è più che sufficiente a definirlo un flop. La colpa, ancora oggi, se la sono spartita diverse persone: Snyder per la sua scarsa ambizione; la critica che, sull'umore di Alan Moore, aveva accolto il prodotto con una certa titubanza; l'incapacità di dare spessore a tutto quello che è esterno al corpus supereroistico e forse una generale titubanza del pubblico nei confronti del supereroe al cinema, che come "genere" fatto e finito era praticamente ai suoi primi passi. Sono infatti gli anni di Iron-Man e del Cavaliere Oscuro di Nolan. Con il secondo come unico esperimento ad un approccio supereroistico più serioso e intimista e Watchmen, con la sua assenza di buoni sentimenti (se non lievemente sparpagliati nel cuore di Gufo Notturno) era forse troppo schietto, rude e duro per poter fare breccia nel cuore degli spettatori.

Non è forse un caso che, col tempo, si sia cominciato a rivalutarlo dandogli comunque i suoi meriti visto che, francamente, penso sia un film ben scritto e diretto. A Snyder va dato il merito di aver compiuto un'impresa che era impossibile. Watchmen, come caposaldo della letteratura, prima ancora che del fumetto, ha una trama immensa, stratificata e tremendamente complessa, in cui si intrecciano costantemente eroismo, psicologia, dramma, amore, politica, spazio e tempo. Ora, l'opera di Snyder non è a livello di quella di Moore, e non poteva essere altrimenti, perché riportare su pellicola tutto, ma proprio tutto Watchmen sarebbe stato qualcosa di davvero impossibile nel formato di un film, salvo farlo durare chissà quante ore. Snyder però si concentra sui personaggi, su quella che, diciamo, potrebbe essere definita la storyline principale del fumetto di Moore o, quanto meno, quella più pratica da affrontare.

Quella evidente a tutti e, forse per questo, la più fruibile. Nel farlo, con un rispetto assurdo verso le tavole di Gibbons, Snyder compie un lavoro egregio, e per quanto certi personaggi perdano un po' di smalto, altri ne escono fuori comunque con una grande dignità, primo su tutti certamente Rorschach (per altro ancora oggi troviamo ottimo il casting di Jackie Earle Haley). Snyder riesce a riprendere appieno l'atmosfera triste, malinconica e per certi aspetti rassegnata degli eroi di Watchmen, ormai lontani dalla gloria dei tempi che furono, e costretti ad una malcelata clandestinità. Un aspetto che è poi al centro del film, e che secondo me è ancora oggi efficace e potente.

Ora, dopo 10 anni (di amore per quel che riguarda chi vi scrive), non vogliamo convincervi a rivalutare Watchmen come un capolavoro, anche perché – di fatto – non lo è. Tuttavia varrebbe la pena abbassare le difese verso un film che, tutto sommato, non ha tutti quei demeriti che gli si è voluto per forza affibbiare.

Pur vero che manca di una certa ambizione, penso che Snyder sia stato un maestro nel tributare all'opera quel rispetto che meritava in quello che, come detto, era (e forse è ancora oggi) un compito impossibile, che sarà ben presto raccolto da una serie televisiva, con risultati tutti da scoprire.

Watchmen, in quanto film, ha comunque in sé scene memorabili, momenti bellissimi, e intuizioni ancora oggi molto efficaci. Curioso che tutto questo sia fatto con una grazia che, quasi per partito preso, gli è stata a lungo negata. Per dirne una, ma penso sia un giudizio quanto meno unanime, in appena 5 minuti e mezzo il film utilizza i suoi titoli di testa per riassumere, anche in modo molto efficace, quella che è la storia di ascesa e declino dei Minutemen. In silenzio, ma con l'azzeccatissimo accompagnamento di Bob Dylan. Se non è questo uno stato di grazia, francamente non sappiamo cosa sia.

10 cose che (forse) non sapevi sul film

Sviluppo travagliato

Come per tante opere controverse e tormentate, anche Watchmen non è stato esente da diversi problemi relativi la sua produzione. A conti fatti, ci sono voluti ben 15 anni per portare il film al cinema, con i diritti di sviluppo passati prima per 20th Century Fox e poi per Warner Bros. e Paramount. Era infatti l'inizio degli anni '90 quando la prima di accaparrò i diritti del film ma, a causa del fallimento della società cui fu commissionata la realizzazione (la Largo International), lo sviluppo subì un notevole ritardo. Quel che si sa è che le bozze di sceneggiatura sono state numerose (con addirittura una che avrebbe potuto portare ad una pellicola di ben 8 ore), e che nel mentre sono stati coinvolti nomi del calibro di Lawrence Gordon, Joel Silver, Terry Gilliam e Darren Aronofsky. Alla fine la sceneggiatura finale fu assegnata a David Hayter (qualcuno lo conoscerà come la voce di Soldi Snake) che la rielaborò per aderire il più possibile all'opera originale. Benché manchino dati ufficiali è stato calcolato che solo questo lungo passaggio di mani sia costato ben 7 milioni di dollari!

Diretto da... Tim Burton?!

Ai tempi in cui lo sviluppo era completamente nelle mani di Warner Bros. la società stava ventilando la possibilità di affidare il film ad un regista di grande spessore, che già con il suo solo nome avrebbe potuto sollevare il giusto interesse nei confronti del film. Forte di quello che era stato il successo della sua visione per Batman, la Warner pensò quindi di tirare in ballo Tim Burton che, sorprendentemente, era molto interessato a dirigere la pellicola. L'unico compromesso di Burton era che potesse tornare a collaborare con Johnny Depp, da sempre un suo attore feticcio, cui sarebbe stato affidato – pare – il ruolo del Comico. Cosa ne sia stato delle idee di Burton non se n'è mai saputo nulla.

Il rifiuto di Moore

Alan Moore non ha mai nutrito alcun amore per le trasposizioni delle sue opere in film. Mito vuole che tutto sia partito dal pessimo risultato conseguito da "La leggenda degli uomini straordinari", rifacimento del suo più raffinato e intrigante "La Lega degli Staordinari Gentleman". Come sia sia, Moore non ha voluto saperne niente del film, ed anzi chiese addirittura di non essere accreditato in alcun modo all'interno della pellicola, la qual cosa si è ovviamente ripetuta anche per V per Vendetta e From Hell. Potreste pensare che Moore sia stato comunque ricompensato con delle royalties per l'utilizzo dei suoi personaggi, ma così non fu. L'autore non volle un centesimo dalla produzione,m chiedendo che ogni compenso fosse invece passato direttamente al disegnatore della serie, Dave Gibbons. 

Bat-capezzoli

Se Alan Moore ha preso da subito le distanze dal film, stessa cosa non è successa per Dave Gibbons, ovvero l'artista dietro l'opera originale. Gibbons partecipò attivamente allo sviluppo del film e, in collaborazione con Snyder, è stato parte della creazione dei costumi degli eroi, fatti per ricordare quelli originali, seppur con un tono più in linea con la dimensione artistica della pellicola. Ebbene, la cosa curiosa è che uno dei costumi contiene, di fatto, un easter egg, che è stato celato per un bel po'. Il costume di Ozymandias, infatti, è molto diverso da quello del fumetto e si caratterizza per un dettaglio del tutto particolare: ha i capezzoli! Dave Gibbons rivelò nel corso dell'intervista che quell'idea fu messa in piedi per parodiare l'arcinoto costume di Batman indossato da George Clooney nei film diretti da Joel Schumacher. Nessuno si è mai espresso oltre sul perché di quella parodia.

Nudo integrale

Ok questa è abbastanza facile, anche se è possibile che abbiate visto il film nella sua versione “tagliata” e dunque ve lo siate persi. Watchmen è infatti il primo film sui supereroi a mostrare scene di nudo integrale. In particolare il Dr. Manhattan è protagonista di almeno un paio di momenti in cui è presente in scena senza il comodo sostegno dei suoi super slippini neri. Questo è vero certamente per la versione estesa, anche se – come detto – esiste un'edizione del film in cui il nudo non è presente. Per altro, Manhattan, insieme a Rorschach, è l'unico personaggio della pellicola a non imprecare mai!

La bandiera americana

Come saprete, la storia di Watchmen è ambientata in un mondo ucronico. Questo dettaglio è molto evidente nella versione a fumetti, forse un po' meno in quella cinematografica se non per il momento del film che racconta, per bocca di Dr. Manhattan, l'andamento della guerra del Vietnam sotto il governo di Nixon. Ebbene proprio questo particolare, ovvero la vittoria degli USA sul Vietnam, ha portato alla creazione di un dettaglio irrilevante, e quasi ignoto, all'interno del film. Se fermerete l'immagine in qualunque scena in cui è visibile una bandiera degli Stati Uniti, noterete infatti che questa non ha le canoniche 50 stelle, ma 51. La stella in più, per l'appunto, è relativa all'annessione del Vietnam al governo statunitense.

Il finale differente

Se non avete mai letto il fumetto forse non lo saprete, ma il finale del film è drasticamente diverso da quello del fumetto, seppur il risultato (ovvero la pace basata su di una menzogna) sia ideologicamente identico. Nell'opera originale di Moore, infatti, il machiavellico piano di Ozymandias servirà a simulare l'arrivo sulla terra di un terribile mostro alieno, dalle vaghe sembianze di un calamaro. L'arrivo degli alieni (o supposti tali) sulla Terra, porterà quindi il mondo a unirsi contro una minaccia comune, appianando così ogni divergenza, come la minaccia di una guerra nucleare globale. Snyder, però, aveva dato al suo film un tono molto moderno, incentrato su di un certo realismo, e ritenne che l'idea di un attacco alieno, dato il tono del film, potesse essere inadatta, se non paradossale. Approfittando, quindi, del coinvolgimento di Dave Gibbons, rielaborerà con questo un nuovo storyboard, che sostituì le tavole originali con una nuova idea. Sarebbe stato sì un nemico comune a riunire i popoli, ma questi sarebbe stato il Dr. Manhattan, in quello che è, di fatto, un attacco nucleare a tutti gli effetti.

Il mistero di Gerard Butler

I crediti iniziali del film mostrano, com'è ovvio, quello che è il cast della pellicola nelle sue componenti principali. Tra questi però c'è un nome che ha acceso a lungo una discussione tra gli appassionati della pellicola, quello di Gerard Butler. Se rivedete i titoli di apertura (ve li abbiamo inseriti poco più sopra), noterete infatti che, ad un certo punto, è possibile vedere il nome dell'attore, benché questi non sia effettivamente all'interno della pellicola. A lungo si è pensato si trattasse di un cameo accreditato, altri hanno pensato si trattasse di un errore. In realtà Butler non è nel film, anche se all'inizio Snyder aveva effettivamente pensato di coinvolgerlo, senza tuttavia trovargli un luogo adatto. Snyder non lo estromise dal progetto, e gli affidò invece una parte nello spin-off animato “I racconti del vascello nero”, nel ruolo del marinaio protagonista. Poiché nell'edizione estesa è possibile vedere degli stralci brevissimi del cartoon, l'attore è stato quindi accreditato nella pellicola anche se, di fatto, non è presente.

I racconti del vascello nero

Ma che cosa sono “I racconti del vascello nero”? Originariamente si tratta di un racconto nel racconto, inserito da Moore come intermezzo dei capitoli tre, cinque, dieci e undici. Il racconto, sotto forma di fumetto, viene letto da un ragazzino costantemente appostato accanto ad un giornalaio di New York, e narra di una storia di pirati, in cui un uomo si troverà a sacrificare i suoi amici per il raggiungimento di un obiettivo personale. Ovviamente l'intera vicenda null'altro è che una metafora di quanto poi accadrà nel mondo di Watchmen, dove proprio Ozymandias si macchierà degli stessi peccati dello sventurato protagonista. Il film animato, sviluppato da Snyder sotto la regia di Daniel DelPurgatorio e Mike Smith, è stato pubblicato squisitamente per il mercato home video.

L'orologio della fine del mondo

Come l'opera a fumetti, anche il film è permeato da un fitto simbolismo, sebbene questo sia meno efficace che nell'opera originale. Sostanzialmente sono due i simboli principali ripresi da Snyder: lo smile insanguinato e gli orologi. Su questi ci soffermiamo perché magari risulteranno una curiosità per i più. Il film è ricco di riferimenti agli orologi ed al tempo, e tutti fanno riferimento al famoso “orologio dell'apocalisse” che nel film è brevemente visibile. Tra i vari esempi vi basti pensare al fatto che sia un orologio a causare la trasformazione del Dr. Manhattan, e che proprio questo sia stato istruito nell'arte orologiaia da suo padre, tanto che il suo palazzo di vetro su Marte è pensato per richiamare ai meccanismi complessi di un orologio meccanico. Come detto, tutto questo ha un significato allegorico e fa riferimento all'orologio dell'apocalisse che, per chi non lo sapesse, esiste sul serio, ed è stato concepito nel 1947 dal Bulletin of the Atomic Scientists dell'Università di Chicago. Si tratta sostanzialmente di un orologio fittizio, le cui lancette indicano, con la loro distanza dalla mezzanotte, il tempo metaforico che resta all'umanità prima della fine del mondo. In questo momento, per vostra cultura, siamo a 2 minuti dalla mezzanotte. Ovvero al tempo minimo dal 1953.

Se il mondo di Watchmen vi appassiona, allora sappiate che qualche anno fa la DC si è spesa in una serie di storie prequel, per la corposa serie "Before Wacthmen". Gli spillati da collezionare sono numerosi, e possono essere conservati in un pratico box da collezione.