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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

La bella addormentata nel bosco

Un altro film considerato un classico, nonché un cult, il cui successo al botteghino fu tanto esiguo da essere considerato un flop proprio come Alice.

Le ragioni sono innanzitutto da ricercarsi nella produzione che, con i suoi 6 milioni di dollari fu, fino a quel momento, il film Disney dal costo più alto ma, a dirla tutta, certamente anche il più bello ed ambizioso dal punto di vista artistico.

La Bella Addormentata nel Bosco rappresenta uno spartiacque con i precedenti lavori disneyani, sebbene il modo in cui fu sviluppato non fu poi frequentemente replicato. Il film infatti fu girato in formato widescreen, la qual cosa fu replicata di nuovo solo oltre 50 anni dopo con Frozen!

bella addormentata nel bosco 1

Il film voleva distaccarsi dalle precedenti produzioni fiabesche Disney, come Biancaneve, e per questo furono utilizzati attori in carne ed ossa che, filmati in costume, facevano da riferimento per gli animatori per creare un film dall'aspetto realistico.

Giusto per darvi un'idea vi basti pensare che alcune delle scene che furono integrate nel film, come quella della cattura del Principe, furono recuperate da scarti di produzioni precedenti quando gli animatori, ancora acerbi, non erano di fatto in grado di creare animazioni dinamiche e convincenti.

Proprio per questo il film ebbe una lavorazione che durò quasi un decennio, nel corso del quale fu di volta in volta rimaneggiato e raffinato tanto dal punto di vista estetico che musicale. A capo di tutto ci fu poi l'estroso genio di Eyvind Earle, enfant prodige del mondo dell'arte, che scelse per il film colori vividi e accesi, ed un nuovo modello di animazione bidimensionale che, di fatto, fu lo standard per diversi decenni in Disney e non.

bella addormentata nel bosco 2

L'intera storia gioca, più che sull'interpretazione dei personaggi, sul rapporto tra musica e animazione, in un crescendo di situazioni d'azione che mai erano state portate nel mondo animato fino a quel momento. I colori, in particolare, furono utilizzati come parte integrante della narrazione, onde soprattutto rappresentare lo scontro manicheo tra il male (rappresentato da colori scuri e notturni), e il bene (che trova man forte nei colori cangianti e primaverili rappresentati dalle tre fate madrine).

In sintesi: un capolavoro di arte in movimento.