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Dēmokratía - Complete Edition, la ricerca dell'essere umano perfetto [Recensione]

Dēmokratía - Complete Edition, la ricerca dell'essere umano perfetto nella nuova edizione completa targata Planet Manga.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Dēmokratía - Complete Edition, la ricerca dell'essere umano perfetto

Una figura solitaria si aggira per le strade di una metropoli giapponese, invisibile e mescolata perfettamente al resto dei passanti, che non percepiscono come questa ragazza dall’aria semplice sia in realtà l’incarnazione metallica di un esperimento sociale senza eguali: creare l’essere umano perfetto. Mei Tokunaga, infatti, non è una giovane donna qualsiasi, bensì un potente androide che ha il compito di guidare un selezionato gruppo di anonimi utenti a mostrare il meglio dell’animo umano, guidandola in una serie di scelte etiche e morali che contribuiranno a definire la sua personalità. Per quanto la prima impressione possa esser quella di trovarsi davanti a una storia fantascientifica, la lettura di Dēmokratía abbandona rapidamente l’aspetto tecnologico, concentrandosi principalmente sull’impatto morale della drammatica esistenza di Mei.

Una radice narrativa che non poteva essere altrimenti, considerato che Dēmokratía è realizzata da Motoro Mase, apprezzata mangaka che al suo attivo vanta due opere, Heads e Ikigami, in cui l’aspetto sociale delle relazioni umane, comprese le più preoccupanti derive, sono state ampiamente trattati. Sotto questo aspetto, è da notare come Ikigami sia una sorta di lettura propedeutica a Dēmokratía, visto che Mase ritrae una società totalitaria e dal sapore orwelliano, in cui le libertà individuali sono quasi soffocante da una soffocante presenza tecnologica asservita a una ristretta cerchia. Se in Ikigami la sensibilità di Mase si muove verso una critica al totalitarismo, con Dēmokratía l’autore sembra voler avvisare i lettori che anche la più nobile democrazia può nascondere insidie e pericoli.

Dēmokratía - Complete Edition, la ricerca dell'essere umano perfetto

Non è un caso che per intitolare il suo manga, Mase abbia deciso di utilizzare la scrittura originaria greca del termine, avviando quindi un percorso quasi filosofico. L’idea che il governo del popolo, quindi espressione di una volontà diretta, possa esser la migliore forma di espressione della natura umana è un dogma che da secoli ha ispirato filosofi e giuristi, ma, come vedremo seguendo l’avventura di Mei, questa affermazione non può essere assunta come dogmatica verità. Una disamina apparentemente impietosa da parte di Mase, ma che viene trattata con una lucida sinergia al quotidiano, andando a mettere in relazione le debolezze umane con l’assunto che l’esser umano perfetto possa realmente esistere.

Quando l’ingegnere robotico Iguma incontra a una cena il programmatore Maezwa, questi rimane sorpreso nello scoprire che il programmatore ha creato un sistema di votazione digitale che consente di creare una sorta di coscienza sensibile collettiva, finalizzata alla creazione di un sistema che possa replicare il comportamento di un individuio, basandosi su calcoli statistici maturati dalle risposte dei partecipanti. Per Iguma, questo potrebbe esser il modello comportamentale ideale per dare vita al suo androide, convinzione che lo spinge a coinvolgere Maezawa in un ardito progetto: unire le loro due competenze per dare vita all’essere umano perfetto, un simbolo della moralità della specie capace di rappresentare il meglio che l’umanità può offrire.

Per completare questo processo, Maezawa migliora la sua invenzione, coinvolgendo anonimamente tremila persone, che tramite mail ricevono un invito a partecipare a un esperimento sociale, che scopriranno esser finalizzato alla creazione della coscienza di Mei, come viene ribattezzato l’androide creato da Iguma. L’avvio dell’esperimento sociale di Dēmokratía, come viene presentato ai partecipanti il sistema di voto, è il momento della nascita di Mei, che diventerà, suo malgrado, lo specchio di virtù e difetti dell’animo umano.

Tralasciando per un attimo l’aspetto narrativo di Dēmokratía, la rilevanza della storia di Mase risiede nella volontà di indagare sulla concezione della democrazia come forma perfetta del vivere sociale, rifacendosi alla perplessità di fini pensatori, che nella tradizione filosofica e del diritto non hanno mancato di rilevare come l’indole umana possa influenzare anche negativamente questo processo collettivo. Dalla visione hobbesiana dell’ homo homini lupus al concetto di ‘dittatura della minoranza’ teorizzata da Mill, la dinamica narrativa imbastita da Mase abbandona rapidamente l’aspetto fantasticientifico e tecnologico, utilizzati come sostegni all’opera di world building, per creare un ritratto sociale compresso, considerata la breve durata della serie (soli cinque volumi), ma che trova una perfetta rappresentazione grafica per dare vigore a questo manga.

Per quanto avvincente, la trama legata alla sorte dei due creatori di Mei rimane marginale ai fine della visione più ampia di Dēmokratía, divenendo centrale solamente nella parte finale della storia. una presenza sottile, utilizzata più come elemento di analisi dell’andamento dell’esperimento, considerato che i veri protagonisti sono un gruppo di partecipanti dell’esperimento, di cui Mase ci mostra, intelligentemente, il privato, rendendo quindi più comprensibile e assimilabile il loro comportamento all’interno dello sviluppo della personalità di Mei. Il ritratto di questi personaggi diventa non solamente la voce della coscienza collettiva, ma sono anche un modo utilizzato da Mase per dare una voce a tensioni sociali del suo Paese, scegliendo di fornire solamente ai probi cittadini un nome e un volto, preferendo invece glissare su coloro che incarnano i lati meno nobili della sua società -

Questo spaccato sociale, tuttavia, pur essendo calato nella quotidianità nipponica, non manca di cogliere striature sociali che vanno ben oltre i confini nazionali del Sol Levante. Tematiche come l’abbandono, la violenza digitale e il razzismo sono animate in modo credibile, sviluppate in dialoghi che sono inseriti all’interno di un ritratto grafico che ricorda con inquietante familiarità l’agorà digitale in cui quotidianamente assistiamo alla nascita di polemiche graffianti e acide. Il rispetto dell’autenticità della personalità dei partecipanti all’esperimento, spinge Mase a ritrarre caratteri generosi e eticamente ammirevoli, ma anche a far emergere tratti negativi come odio, invidia e rabbia, che concorrono comunque alla definizione della personalità di Mei. Mase non utilizza Mei nel tradizionale ruolo solitamente riservato agli androidi in questo tipo di racconti, utilizzati come esseri meccanici già coscienti e quindi capaci di analisi critiche del comportamento umano (come i robot di Asimov), ma vede in questo vaso vuoto una sorta di contenitore da colmare con l’essenza dell’umanità, nella speranza di ottenere l’essere umano perfetto, ma con la consapevolezza di dar vita all’esser umano autentico, nelle sue luci e nelle sue più numerose ombre.

Un'attenta analisi sociale

La volontà di Mase di ritrarre quanto più similmente possibile una quotidianità esperibile anche sul piano grafico, l’autore affidarsi a reference fotografiche fedelmente riproposte, che se da una lato mancano di valorizzare una cura autoriale nella realizzazione di scenari e situazioni, che possono risultare fredde e asettiche in un primo momento, diventano parte integrante della grammatica di Dēmokratía, venendo inserite all’interno di una gabbia libera in cui assistiamo quasi in tempo reale alle reazioni dei votanti nel gestire le reazioni di Mei.

La recente Dēmokratía – Complete Edition, tomo con cui Panini pubblica la serie completa in un omnibus, consente di apprezzare al meglio l’intento critico di Mase, che pur ammirevole per la sua realizzazione, lascia perplessi in alcuni passaggi per l’eccessiva rapidità con cui vengono gestite alcune situazioni. Il primo blocco narrativo tende, infatti, a esser particolarmente prolisso per spiegare il funzionamento di Dēmokratía e la nascita di Mei, con alcuni momenti particolarmente convoluti, privando lo sviluppo orizzontale dell’opera di spazio prezioso per valorizzare meglio passaggi di maggior intensità. È da riconoscere a Mase, e in seconda battuta all’adattamento italiano, l’aver colto il giusto tono dei dialoghi, realistici e comunque capaci di veicolare emozioni e dettagli utili alla comprensione della storia.

L’edizione Dēmokratía– Complete Edition ha la classica struttura imponente di altre opere simili presentate sotto l’etichetta Planet Manga, come Planetes, ma ha il merito ulteriore di presentare due racconti brevi parte di questo mondo, per quanto slegate dalla storyline principale di Mei, che consentono di apprezzare maggiormente il contesto sociale contemporaneo, che si tratti di vedere la desensibilizzazione giovanile o di ritrarre una sorte di sublimazione malata dell’eccellere per forza, declinata in salsa robotica. La lettura di Dēmokratía consente di analizzare, nella metafora dell’opera di Motoro Mase, la contemporaneità e l’assunto sociale da prospettive spesso ignorate, dando vita a una serie di riflessioni che non terminano con la lettura del volume.

Voto Recensione di Dēmokratía - Complete Edition



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia intrigante

  • - Graficamente appassionante

  • - Edizione omnibus con due racconti extrea

Contro

  • - Ritmo narrativo

Commento

La recente Dēmokratía – Complete Edition, tomo con cui Planet Manga pubblica la serie completa in un omnibus, consente di apprezzare al meglio l’intento critico di Mase, che pur ammirevole per la sua realizzazione, lascia perplessi in alcuni passaggi per l’eccessiva rapidità con cui vengono gestite alcune situazioni.

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Dēmokratía - Complete Edition