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Dragonero - Il Ribelle 27: Raccontato alla Notte, il ricordo di un amico

Dragonero - Il ribelle 27: Raccontato alla Notte, un ritratto perfetto delle tradizioni per cui lottano ora i Ribelli.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Dragonero - Il ribelle: Raccontato alla notte, un ricordo antologico

Dopo avere letto Raccontato alla notte, l’albo antologico Dragonero – Il Ribelle 27, il primo pensiero è andato a una frase del politico francese Jean Jaurès “La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma”. Vuoi perché Raccontato alla notte è un ritratto perfetto delle tradizioni per cui lottano ora i Ribelli, vuoi perché la fiamma è parte integrante del rituale al centro di questo ventaglio di storie, credo che questa frase potrebbe essere un ottimo modo per identificare il tenore narrativo delle trame firmate da Luca Barbieri.

Per Raccontato alla notte, infatti, è il curatore della serie fantasy bonelliana a guidare un nutrito cast artistico all’interno di questo viaggio nelle memorie. Non è la prima volta che ci troviamo a leggere un albo antologico, come accaduto in precedenza con Le fiamme della rivolta, un concept che consente agli autori di sviluppare la continuity della serie su piani differenti, che si tratti di dare maggior ritmo agli eventi della ribellione che di riportare l’attenzione dei lettori a momenti del passato. Verrebbe da chiedersi come mai, in un frangente così acceso come l’imminente confronto finale che da mesi ci viene ventilato dagli autori, in edicola abbiamo trovato un albo come Raccontato alla notte.

Raccontato alla notte: tradizione e memoria

Perché veniamo accolti da Old Man Gmor, come è stato affettuosamente ribattezzato il saggio Gmor del futuro, e non uno scontro finale tra Ribelli e le forze di Leario? Forse, a volte è anche bene ricordarsi il perché si stia lottando, bisogna un attimo volger lo sguardo alle spalle e riconoscere quale percorso ci abbia condotto dove siamo ora. Non è un caso che stuzzicato da una giovane elfa impertinente, il vecchio Gmor decida di raccontare un capitolo agrodolce della sua vita da avventuriero, ritornando alla fine della Battaglia di Piana dei Ciclopi e all’ultimo saluto a un caro amico: Yeraban Sarra.

Il capo degli Scout era perito proprio in questo scontro finale della Saga delle Regine Nere, e non avevamo mai assistito al suo funerale, non avevamo nemmeno mai saputo cosa fosse accaduto alla sua salma. Un momento di sofferenza per Ian e i suoi compagni sopravvissuti a questa battaglia campale, che trova in Raccontato alla notte un’emozionante forma. Luca Barbieri, da buon curatore, è anche il custode delle tradizioni dell’Erondar, e come tale ha scelto di rendere l’addio a Yeraban Sarra un momento toccante, specialmente in ottica di ciò che sarebbe seguito nei messi successivi. Non a caso, infatti, il rito funebre per Yeraban coincide con l’ultima occasione in cui vediamo gli Scout rivivere uno dei caposaldi della loro tradizione, il racconto attorno al fuoco. Una condivisione di esperienza, emozioni, un aprirsi con i propri fratelli che è da sempre parte integrante dell’esser uno scout.

Non poteva esserci modo migliore per celebrare Yeraban Sarra, che una conviviale condivisione di storie attorno al fuoco. Non un momento di cupa tristezza, ma una volontà di rendere omaggio a una persona cara come lui avrebbe voluto, tra scherzi fraterni e affettuose derisioni, sempre trattate con garbo, anche quando le storie raccontate tradiscono sofferenza e rabbia, disperazione e violenza cieca. D’altronde, il mondo di Ian è composto anche da queste pulsioni, un’identità che in Dragonero è sempre stata ben valorizzata, spesso combattuta dagli Scout proprio per via del loro ruolo, di pacieri e scopritori, prima ancora che di implacabili combattenti.

Barbieri interpreta al meglio queste caratteristiche, dando vita a una serie di racconti che trovano degli ottimi intepreti visivi, a cominciare dal duo Pagliarani – Francescutto. Mai come questa volta trovare il momento giusto da trasformare in copertina era fondamentale, ma per Raccontato alla notte Pagliarani inquadra al meglio un istante di quiete dopo la tempesta, con la posa dell’ascia di Gmor e la spada di Ian appoggiata stancamente, due guerrieri non domi ma stanchi, che contemplano in una fiamma il loro destino. Un’architettuta grafica perfetta, con Ian e Gmor minuscoli rispetto al titanico volto alle loro spalle, rischiarati dalla piccola fiamma che nella sensibilità cromatica di Francescutto diventa il faro delle loro emozioni, in contrapposizione all’affascinante oscurità di un cielo stellato.

Una copertina ottima, per prepararci al meglio all’ottimo lavoro dei disegnatori di Raccontato alla notte. Una doppia cornice per questa antologia, con il vecchio Gmor ritratto da un sempre affidabile Fabrizio Galliccia, perfetto nel raccontare visivamente l’emotività del venerabile orco in opposizione alla più vitale elfa. Un giusto gancio emotivo che cede con un’ultima vignetta particolarmente intelligente, impreziosita da una predominanza di toni scuri, ad Alex Massacci il compito di ritrarre la Piana dei Ciclopi dopo la sanguinosa battaglia, mostrandoci i nostri eroi in lutto eppure intenzionati a non perdere la propria identità, le proprie tradizioni. Massacci riconosce il giusto spirito ai suoi personaggi, riesce a rendere la loro voglia di celebrare l’amico caduto viva, non stonata inserita all’interno di questo contesto funebre, ma coglie con ugual sensibilità espressioni affrante e sorrisi sinceri strappati da un ricordo, nonostante il momento.

Una cura del dettaglio visivo e della caratterizzazione dei personaggi che viene mantenuta anche nei singoli racconti. Riccardi, impagabile nel passare repentinamente a una gabbia fluida e grintosa per enfatizzare gli scontri, firma le tavole della prima storia, con Gmor protagonista, in cui possiamo ammirare la sua perfetta gestione delle fisionomie dei mostri, ispirati alla tradizione nipponica, e la sua padronanza della fisicità dei personaggi, muscoli pulsanti ed espressioni di furia impagabili.

Una toccante storia corale

Tocca a Luca Bonessi, invece, ritrarre il più ‘marveliano’ di questi racconti. Una storia con picchi emotivi forti, contraddistinta da impulsi dinamici improvvisi che danno sfogo alla rabbia indomabile della giovane protagonista, feroce combattente che Bonessi rende spettacolarmente letale in una doppia pagina dalla fluida dinamicità.

Non meno affascinante l’esordio di Tommaso Bianchi, autore delle tavole dell’ultimo ricordo di Raccontato alla notte. Graficamente più delicato dei precedenti, Bianchi predilige un contrasto cromatico meno marcato ma ugualmente profondo, vivace, che mostra solo qualche imprecisione nella plasticità delle figure durante l’arrivo della piena, ma capace di offrire un’interessante interpretazione dell’espressività dei protagonisti.

Raccontato alla notte, quindi, è l’albo giusto di Dragonero – Il Ribelle, giusti a questo punto? Sicuramente qualcuno avrebbe preferito una storia più attuale delle vicende di Ian, ma credo che sia proprio per poter avere sempre in mente quale sia la molla emotiva che guida Ian e i Ribelli che questi ricordi siano arrivati in questo momento. Prima degli eventi culminanti della Ribellione, ci viene ricordato chi sono nel profondo questi combattenti, viene rinsaldato il rapporto con le loro tradizioni, con il loro cuore, un modo delicato di Barbieri di dare ai suoi personaggi un’occasione di non perdere la propria identità, in questa situazione disperata che sembra volgersi a una conclusione, ricordando l’uomo che per anni è stato la loro guida.

Dall’ombra insorgiamo. Nel silenzio colpiamo.  

Voto Recensione di Dragonero - Il Ribelle: Raccontato alla notte



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • 'Cornice' narrativa ben ideata; Racconti avvincenti e vari; Copertina particolarmente suggestiva; Un capitolo mai raccontato della saga di Dragonero

Contro

  • Non pervenuti

Commento

Raccontato alla notte, quindi, è l’albo giusto di Dragonero – Il Ribelle, giusti a questo punto? Sicuramente qualcuno avrebbe preferito una storia più attuale delle vicende di Ian, ma credo che sia proprio per poter avere sempre in mente quale sia la molla emotiva che guida Ian e i Ribelli che questi ricordi siano arrivati in questo momento

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