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Fear Agent 2, recensione: Heath Houston messo a nudo

Fear Agent 2 mostra la molla emotiva di Heath Houston, rendendolo un personaggio drammatico, al netto del suo scanzonato approccio alla vita.

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a cura di Manuel Enrico

Deve essere particolarmente divertente per un autore riuscire a ingannare i propri lettori. Prima li porti a pensare di avere a che fare con un personaggio scanzonato e tutt’altro che eroico, lo presenti come un texano alcolizzato che viaggia per lo spazio creando più danni del dovuto, per poi improvvisamente stupire tutti raccontando un passato tragico, drammaticamente umano con cui cambiare la percezione di questo ramingo della galassia, rendendolo quasi pietoso. Apparentemente, è con questo principio che Rick Remender ha concepito il suo Heath Houston, protagonista della sua saga Fear Agent, che saldaPress sta ripubblicando in interessanti volumi. Se in Fear Agent 1 facevamo la conoscenza dell’incauto avventuriero spaziale, con Fear Agent- Vol. 2 abbiamo modo di interrogarci su quanto abbiamo davvero compreso della sua anima tormentata.

Leggendo il primo volume dedicato alle imprese di Heath Houston, era evidente che la creatura di Remender fosse un perfetto mix tra gli eroi della weird science (ambito in cui Remender ha dato un notevole contributo anche con Black Science), e l’archetipo dell’eroe sconfitto, in cerca di una non troppo convinta redenzione. La costruzione di un background per questo solitario eroe spaziale, nel primo arco narrativo di Fear Agent, era la pietra angolare su cui è stato costruito il comic di Remender, che ha catapultato i lettori in media res, metodo perfetto per raccontare il protagonista principalmente con le sue azioni. E in Fear Agent 1 il ritratto di Heath Houston era piuttosto impietoso.

Fear Agent 2: l'animo di Heath Houston messo a nudo

Membro dei Fear Agent, corpo di agenti spaziali dediti alla protezione dell’umanità, Heath Houston è l’unico sopravvissuto della sua divisione. Dopo aver impedito la distruzione della Terra da parte di una letale razza aliena, Heath ha perso la propria famiglia durante un devastante attacco al nostro pianeta, una ferita che lo ha spinto a cercare una nuova vita tra le stelle, dove ha messo la sua esperienza di combattente al servizio del miglior offerente avviando una gloriosa carriera di….disinfestatore. Avete alieni che disturbano il vostro pacifico insediamento? Volete sloggiare blatte spaziali dalla vostra stazione spaziale? Heath è l’uomo che fa per voi. Quando non è troppo sbronzo per lavorare, quantomeno.

Come facilmente intuibile, Heath Houston è la personificazione dell’eroe decaduto, vittima delle proprie ferite e arresosi alla perfidia della vita. Il cinismo ha preso il posto dell’eroismo, Heath vaga per la galassia in cerca di ingaggi che gli consentano di rifornire la sua astronave e la sua scorta di alcolici. Unica compagna è Annie, intelligenza artificiale di bordo, che vanamente cerca di portare un minimo di rigore nella dissoluta e auto-distruttiva esistenza di Heath.

Remender, con Fear Agent, dimostra di avere compreso i dettami della weird science e della narrativa pulp. Dopo aver dato vita a una saga in cui i grandi temi della sci-fi venivano ampiamente trattati con Black Science, con Fear Agent quelle medesime tematiche sono utilizzate per animare una storia in cui volgarità ed eccessi sono all’ordine del giorno, ma sempre con la consapevolezza che siano utili alla caratterizzazione dei personaggi. Una visione che nelle mani di Remender diventa un ritratto colorato e irriverente di un eroe inconsapevole, che di errore in errore cerca di recuperare pezzi della propria esistenza, senza rinunciare alle sue pecche e alla sua umanissima fallibilità.

Il finale di questo primo arco narrativo vedeva Heath ricongiungersi con l’amata moglie, mai dimenticata nonostante diverse avventure tra le stelle, e la scoperta di un tradimento incombente. Due rivelazioni per un cliffhanger da manuale, che ci ha proiettati con una discreta curiosità nella lettura di Fear Agent -Vol. 2, predisponendoci a cascare in pieno nella trappola di Remender. L’impressione di avere a che fare con un folle, animato da un egocentrico desiderio di distruzione lascia presto spazio a una più misurata empatia con Heath, complice la presenza di un lungo flahsback in cui viene svelato il passato del personaggio e la sua personale, impietosa lotta per la difesa della Terra.

Una fantascienza ironica ed introspettiva

Remender non si limita a creare una storia sci-fi che sembra rifarsi ai classi del genere, dal cinema anni ’50 alla visionarietà di alcuni passaggi de L’Eternauta, ma si focalizza principalmente sul ritratto emotivo di quei duri anni della vita di Heath. La perdita del padre e del figlio nel primo attacco alieno alla Terra diventano un buco nero nella sua anima, che sia alimenta della sua disperazione e dell’odio che prova per gli invasori. Una presenza ostile e spietata che non colpisce solamente Heath, ma anche altri protagonisti conosciuti nel primo volume, dando vita a un intreccio di anime che vedono in quella che era l’apparente fine della razza umana la genesi di una straziante vicenda umana, dove non mancano certo esplosioni e colpi di scena.

Quanto raccontato in Fear Agent – vol. 2 ribalta, in un certo senso, la nostra percezione di Heath. Non più un texano dall’alcolismo facile in cerca di avventure nello spazio, bensì un uomo spezzato, gravato da una scelta umanamente comprensibile, ma che lo ha portato a essere odiato da coloro che intendeva proteggere. Alla luce di questa rivelazione, anche gli eventi precedentemente raccontati assumono un’altra rilevanza, spingendoci anche a rileggere il precedente volume per cogliere altre sfumature del personaggio prima non pienamente decifrabili. Una concezione narrativa che trova nella verve di Remender una perfetta scansione dei tempi, che non si focalizza solamente su Heath ma rende merito anche alla caratterizzazione dei comprimari, una scelta che porta maggior solidità alla trama di Fear Agent.

Fear Agent 2 rappresenta probabilmente la vera chiave di volta emotiva della creazione di Remender, dove viene mostrata la vera molle emotiva del protagonista, rendendolo un personaggio drammatico, al netto del suo scanzonato approccio alla vita. Un capitolo intermedio, confezionato da saldaPress con la tradizionale cura, con un volume cartonato di pregevole fattura, impreziosito ulteriormente da una ricca cover gallery in cui apprezzare diverse interpretazioni della saga di Fear Agent.

Voto Recensione di Fear Agent - Vol. 2



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Valorizzazione emotiva di Heath

  • - Remender racconta al meglio il passato di Heath

  • - Personaggi secondari ben approfonditi

  • - Edizione di saldaPress di buona fattura

Contro

  • - Non pervenuti

Commento

Quanto raccontato in Fear Agent – vol. 2 ribalta, in un certo senso, la nostra percezione di Heath. Non più un texano dall’alcolismo facile in cerca di avventure nello spazio, bensì un uomo spezzato, gravato da una scelta umanamente comprensibile, ma che lo ha portato a essere odiato da coloro che intendeva proteggere. Alla luce di questa rivelazione, anche gli eventi precedentemente raccontati assumono un’altra rilevanza, spingendoci anche a rileggere il precedente volume per cogliere altre sfumature del personaggio prima non pienamente decifrabili.

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Immagine di Fear Agent - Vol. 2

Fear Agent - Vol. 2