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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Brad Bird è un artista e, ancor prima, un autore. Lo è nel senso proprio del termine di chi ha una visione e la porta a termine dall'inizio alla fine.

Non è rimasto nessun'altro come Bird in Pixar, nessuno che si scriva la sceneggiatura per poi dirigerne un film. Eppure Bird lo aveva fatto già con il primo "Gli Incredibili", forse ancora oggi uno dei migliori film sui supereroi di sempre, e incredibilmente replica sé stesso, con successo, per un sequel che si è fatto aspettare 14 anni.

E dire che la ricetta per un fiasco era prevedibile: i supereroi oggi sono un must del cinema, a differenza dei tempi del primo film, e proporre l'ennesimo film in calzamaglia, per quanto Pixar, non necessariamente avrebbe significato un successo garantito. Va anche considerato il tempo trascorso dalla precedente pellicola, veramente tantissimo per qualunque serie cinematografica, figurarsi per un cartone animato, il cui giovanissimo pubblico è ormai ben oltre la pubertà.

Eppure nonostante tutto, scegliendo una strada forse comoda, ma incredibilmente azzeccata, Bird ci riconsegna un film bellissimo, quasi perfetto, ricordo di una Pixar che, di tanto in tanto (come nel caso del recente Coco), riesce ancora ad essere fedele a sé stessa.

La storia è praticamente la medesima del predecessore, ed anzi parte anche con la stessa premessa: un interrogatorio/intervista che però stavolta ha come protagonista un ragazzo, sfortunatamente testimone dell'attacco che chiudeva il film precedente, e che apre questo. Il film infatti traccia lo stesso sentiero delle origini, ripartendo nel momento esatto in cui il primo film era finito: l'arrivo in scena di un nuovo supervillain, "Lo Scavatore", da cui si scatenerà un breve ma articolato parapiglia per la salvezza della città. Ma il mondo non è ancora pronto per far fronte ai super, ed i Parr, nonostante le buone intenzioni finiranno (di nuovo) in clandestinità salvo poi (di nuovo) affidarsi ad un ricco filantropo per tornare (di nuovo) in scena al fine di riportare i super alla legalità (di nuovo).

Il piano è semplice: mostra alla gente che fai del bene senza far danni, e questi ti ameranno. Ecco perché il ricco magnate Winston Deavour e sua sorella Evelyn sceglieranno di affidarsi non a Mr. Incredibile, ma ad Elastigirl, da sempre più posata (e meno fracassona) di suo marito ma non per questo meno eroica.

La trama è insomma una riscrittura o, se vogliamo, un vero e proprio reboot delle premesse originali, con la differenza sostanziale che è Elastigirl, e non Mr. Incredibile, che a questo giro ritrova la sua verve supereroistica, lasciando il partner a badare alla casa ed ai bambini. Bambini super ma con problemi molto umani, come i compiti, le prime cottarelle e la voglia di diventare grandi.

Detta così sembrerebbe poco o nulla, eppure la potenza de Gli Incredibili sta nella sua bellissima direzione artistica, nella sua regia travolgente che riesce, in certi frangenti, persino a creare una tensione per l'azione che sembrerebbe impropria in un film animato, ma soprattutto deve molto al suo messaggio, ed al modo in cui lo racconta.

Gli Incredibili 2 non banalizza né imbelletta una morale facile da film per famiglie, ma più subdolamente traccia la morale del film per bocca del villain che, specie in un lungo monologo fuori campo, riesce persino a instillare nello spettatore il dubbio che la ragione sia la sua, e non dei super, così comodamente a disposizione della parte più pigra dell'umanità.

elastigirl gli incredibili 2

Bird, senza perdersi troppo in chiacchiere, critica la società di oggi, così abituata a farsi difendere dagli altri per impegnarsi veramente per sé stessa, finendo per altro per affidarsi a chi, maldestramente, cercando di fare del bene finisce per creare più danni delle minacce dal quale dovrebbe difendere. Una critica velata e mai troppo invadente ai tempi che corrono, in cui il terrore della minaccia porta le persone a schierarsi dietro posizioni comode, ed è tanto bello quanto inusuale che tutto questo provenga, come detto, dalla voce narrante di quello che è a tutti gli effetti un villain.

Non solo, c'è qui il problema dell'uso della tecnologia, che letteralmente priva di volontà i propri fruitori, ma anche, più banalmente, il tema della famiglia con super problemi, tanto caro alla letteratura Marvel, e quindi forse più che doveroso in quanto "citazione" del nuovo connubio tra Disney e la Casa delle idee.

Gli Incredibili 2

Il bello è che, come ogni buon film tutto questo può essere approfondito o glissato di netto. Gli Incredibili 2 non chiede per forza di essere approfondito, e come la migliore tradizione Pixar si configura come un film che può essere goduto senza troppi pensieri, tra ammirazione per la pomposa e magnifica direzione artistica, e l'adrenalina di scene d'azione mai così vivaci, dinamiche e potenti in un film Pixar.

Bird costruisce un mondo in cui i dettagli si perdono tra il futuribile e l'art decò. Le linee sono morbide, rotondeggianti, i colori scintillanti. Treni a levitazione magnetica si accompagnano a macchine fotografiche in pellicola, tecnologia in grado di controllare le menti si associa a TV a tubo catodico. Più che il suo prequel, Gli Incredibili 2 sembra attingere a piene mani dall'immaginario del fantastico che serpeggiava nella letteratura e nei fumetti degli anni '30 e '40, facendo un largo uso dei colori e delle forme che già nel primo furono ispirate dall'artista e architetto Louis Sullivan.

Gli incredibili 2 copertina

Il risultato, impreziosito dal salto tecnologico compiuto in 14 anni di computer grafica, è eccezionale e dona ad ogni inquadratura un livello di dettaglio di cui innamorarsi ed in cui perdersi, ma anche e soprattutto una qualità delle animazioni fuori scala, che rende ogni scena potente, definita e avvinghiante.

Gli Incredibili 2 è, in sostanza, un sequel con tutti i crismi, e quasi certamente uno dei migliori prodotti da Pixar, che forse un po' lascivamente si è abbandonata da tempo all'idea dei sequel perdendo un po' quel fascino per "il nuovo" che l'aveva contraddistinta per tanto, tantissimo, tempo. È il sintomo di un team di artisti che è cosciente del proprio percorso, e che talvolta sceglie di sorprendere anche dove ci si aspetterebbe una nuova deriva della banalità. Una filosofia che sembra ripresa direttamente da Walt Disney, e dalla sua idealizzazione della fantasia e del fantastico.

Un'idea che ne Gli Incredibili 2 è per altro presente, e furbescamente nascosta. Il filantropo che aiuta la famiglia Parr, Winston Devon, ha infatti l'aspetto, e persino le iniziali, di un giovane Walt Disney. Come a dire che solo una visione fanciullesca e spensierata del fantastico può rendere il mondo un posto migliore a patto che lo si faccia nel modo giusto. Un pensiero tenero, quasi demodé nel mondo dei cartoni animati, ma che Pixar ha nascosto lì per tutti gli spettatori di ieri a cui, palesemente, questo film è rivolto.

E a chi potrebbe criticare il tutto dicendo che Walt Disney altri non era che un imprenditore avido di denaro, Bird e Pixar rispondono mostrando l'aspetto migliore del genio animato, che attraverso Devon è un magnate che parla sì di intrattenimento e di numeri, ma mai di denaro. Un markter del fantastico, come fu Disney, che creò, si indebitò e credette nei primi eroi della nostra fantasia senza i quali oggi non saremmo qui a parlare di cinema dei sogni.


Tom's Consiglia

Con l'uscita del film, Gli Incredibili hanno goduto anche di un simpatico videogame a tema Lego, opera del rodatissimo team di TT Games.