Intervista a Tanino Liberatore mentre disegna Ranxerox su una RTX 2080Ti

Il Maestro Liberatore in visita al Lucca Comics si ferma allo stand NVIDIA e disegna su una RTX 2080. Non abbiamo perso l’occasione di intervistarlo.

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a cura di Massimo Costante

Senior Editor

Nel panorama del fumetto d’avanguardia il nome di Tanino Liberatore risuona ancora oggi, per aver dato alla luce insieme a Stefano Tamburini quello che da molti viene riconosciuto come il “Frankenstein Italiano”: Ranxerox, uno dei personaggi più controversi della storia del fumetto italiano e internazionale. Oggi, qui al Lucca Comics&Games 2018, in casa Nvidia, Ranxerox si prepara a dominare su una scheda Nvidia RTX 2080Ti.

Infatti il maestro ha illustrato il personaggio che lo ha reso così celebre sulla placca superiore di una scheda Nvidia RTX 2080Ti che domani alle ore 16 sarà messa all’asta. Il ricavato sarà devoluto in beneficienza a Emergency e all’Ospedale di Lucca.

Il mitico Ranxerox è stato concepito da Stefano Tamburini e Liberatore come un bizzarro antieroe, un robot con sembianze umane costruito appunto da pezzi di una fotocopiatrice - da qui l’uso del nome originario Rank Xerox dalla filiale italiana dell’azienda statunitense poi cambiato in una semplice contrazione - dotato di grande forza e violenza. Liberatore divenne il disegnatore regolare dal 1980, a partire dalla seconda incarnazione del personaggio, apparsa sulle pagine di Frigidaire.

Mentre il maestro era all’opera, siamo riusciti a chiedergli alcune nostre curiosità.

In una cornice così speciale come Lucca Comics, oggi abbiamo avuto il piacere di incontrarla proprio in casa Nvidia, un connubio assai originale anche per Ranxerox. L’avrebbe mai immaginato dopo 40 anni?

Sicuramente no, visto che in 40 anni ho disegnato solamente tre albi. È quasi un miracolo. Come dice Manara, non sono conosciuto per la quantità, ma per soli tre albi. Ciò significa che il personaggio immaginato da Tamburini era un ottimo personaggio, che ancora oggi è molto attuale. Non mi aspettavo tutta questa longevità, anche dopo non averci più lavorato, non essendo il fumetto il mio linguaggio naturale.

È un ottimo personaggio senza dubbio, però lei in alcune precedenti dichiarazioni ha riconosciuto un po' di odio/amore verso Ranx. Oggi abbiamo anche una sua statua in piena piazza qui a Lucca.

Io devo moltissimo a Ranxerox e lo ringrazierò a vita, ma è nato come un esperimento e io non pensavo affatto a dover fare fumetti per sempre, anche perché come ho detto non è il mio linguaggio naturale. Vederlo a Lucca quindi mi lascia particolarmente soddisfatto ed è una delle migliori rappresentazioni.

Vedrebbe bene Ranx in un videogioco a lui dedicato?

Assolutamente. Ranx è un personaggio molto caratteristico e i videogiochi sono un linguaggio nuovo (per me) e in continua evoluzione.

Parlando allora della nascita del personaggio, che è il periodo che lei ha vissuto di più, siamo curiosi di sapere come accolse la famosa disputa nata con l’azienda Rank Xerox…

Non ci fu mai una vera disputa. Un avvocato dell’azienda Rank Xerox si prese la libertà di mandarci una lettera, senza consultare l’azienda stessa. Da quanto seppi, fu preso in giro dalla sua stessa azienda e la cosa non ha mai avuto seguito. All’epoca io e Tamburini lo mandammo letteralmente a… quel paese (ride). Ma è stata una cosa abbastanza simpatica e per fortuna alla Xerox non ebbero mai cattive intenzioni nei nostri confronti.

La forza che caratterizza il personaggio di Ranxerox e il genio di Liberatore, sono la dimostrazione che determinati concetti riescono ancora oggi a catalizzare l’attenzione del mondo dei fumetti e, perché no, anche quello dei videogiochi secondo l’ammissione dello stesso maestro.

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